La classe di Vannelli conquista il pubblico
18/08/2000 Domenico
Grillone GAZZETTA DEL SUD
PALMI Una voce potente e raffinata, calda e sensuale,
capace di spaziare
elegantemente nell'intreccio di scale e tonalità musicali. Una
vocalità unica e
coinvolgente quella di Gino Vannelli, il musicista di Montreal di
origini italiane (i
nonni erano di Campobasso) esibitosi nello stadio Lo
Presti di Palmi. L'attesa,
per i circa mille spettatori che hanno assistito al concerto, si
è ben presto
trasformata in grande entusiasmo, non solo per la straordinaria
voce di Vannelli ma
anche per il notevole supporto dato dalla band, formata da ottimi
musicisti
(Francois D'Amours al sassofono, Alain Caron al basso, Luc Boivin
alle
percussioni, Paul Brochu alla batteria, Mario Luciani alle
tastiere e David Golblat al
piano e tastiere) che hanno saputo sprigionare un sound potente e
compatto. Una
musica sofisticata dove il jazz entra in punta di piedi,
fondendosi in perfetta armonia
con i ritmi del funky, soul e pop, elevandosi in alcuni momenti a
protagonista
assoluto. Come nel caso di People gotta move , uno dei primi e
più famosi brani
incisi dal cantante negli anni '70, in cui l'artista canadese
stravolge completamente
l'input originale conferendo al brano un'eccezionale atmosfera
tipica del jazz filtrato
da ritmi rock. Ma anche la riproposizione di alcuni suoi grandi
successi, come Black
cars , Brother to brother , Wild horses , acquistano dal vivo una
musicalità del tutto
diversa dall'originale, frutto di un intenso lavoro di
arrangiamento che ha portato
l'artista verso lidi musicali ancor più raffinati rispetto al
passato. Gli echi degli Stealy
Dan e di Donald Fagen fanno capolino nell'intreccio sonoro
intessuto dai musicisti,
dove spicca la potenza del batterista Brochu e la grande
versatilità del bassista
Caron. Living inside myself , Persona non grata , Powerful people
, oltre a due
nuovi brani contenuti nell'ultimo lavoro dell'artista - Slow love
e Tierra de amores y
sombras - infiammano la platea, soprattutto per la bravura, il
perfezionismo e quel
senso di novità che Vannelli e la sua band riescono a
trasfondere nell'esecuzione.
Alla fine, dopo un'ora e mezza di concerto, dopo essere stato
acclamato più e più
volte dal pubblico entusiasta, Gino Vannelli si congeda con I
just wanna stop , il
brano contenuto nell'album Brother to brother e che nel '78 gli
valse il disco di
platino, mandando in delirio i fans più accesi. Dietro le
quinte, prima del concerto, è
lo stesso Vannelli ad ammettere che il suo stile va sempre più
verso sonorità
complesse:«Se ascoltate i miei dischi più vecchi e poi Slow
love , vedrete quanto il
mio approccio e le mie tecniche siano cambiate...». Sempre in
meglio, aggiungiamo
noi, mentre un grato pensiero per questo concerto-chicca va alla
Ibis Management e
al Comune di Palmi che ha patrocinato l'evento.