Walter Whitman Where Are You
Fallen In Love
You Owe It To Yourself
A Little Bit Of Judas
Unbearably Blue
Jehovah And All That Jazz
None So Beautiful
I Die A Little More Each Day
Come To The Well
Moon Over Madness.
Musicisti:
Gino Vannelli, Joe Vannelli, Randy Porter, Phil Baker, Graham Lear, Chuck
Findley,
Tom Scott, Israel Annoh, Bruce Smith, Patrick Lamb,Cal Scott, Patti Henley,
Robert Henley III,
Ronald Henlay, Brenda l. Eager, Enzo Todesco,Tollack Ollestad, Tony Selvage
e Brian Detar.
Verve Records / (Dreyfus Europa) 1995
Recensione da AUDIOREVIEW n° 151 Luglio/Agosto 1995
Gino Vannelli rimane e rimarrà sempre nel nostro cuore
di appassionati .La sua voce bellissima e sensuale,il pop
così squisitamente intellettuale,la ricerca melodica ,la
scrittura a tratti geniale,hanno rappresentato un riferimento
assoluto per tutti coloro costantemente a caccia di musica
di qualità che sia gradevole da ascoltare e,perchè no,anche
ricca di atmosfera. La personalità poliedrica di questo Italo-
Canadese è tale da averlo spinto in territori spesso distanti
o poco comprensibili ,altre volte inaspettati, ma sempre
guidato da una lucidità e da una risolutezza in grado di far
apparire sensate scelte in qualche caso discutibili. Ma a
parte la nostra passione e l'attaccamento per il vocalist di
"I just Wanna Stop" e "I feel Like Flying"(Brother to Brother
è certamente uno dei dischi più belli mai ascoltati),non
si può
negare che Vannelli-come pochi altri-sia riuscito a superare
gli anni Settanta e Ottanta con grande
coerenza e un
un'inarrestabile voglia di evolversi. Così, dal pop d'autore al
progressive ,passando per il rock sinfonico e l'elettronica ,
Gino è approdato ad un mainstream dove lo troviamo nei
panni del crooner jazz ,sofisticato come sempre ,dotato di
un controllo vocale davvero strepitoso e- fatto assolutamente
non trascurabile-autore di un repertorio all'altezza del suo
glorioso passato.Sembrerebbe il giudizio <di parte> di una
fan incallita .In realtà questa è semplicemente grande Musica,
costruita con classe immensa da uno dei massimi interpreti
del nostro tempo.(P.S.:complimenti alla Verve .Finalmente
nel settore del jazz qualcuno sì è accorto delle doti di
questo
Artista unico.)
V.D'onofrio
MUSICA suppl. de LA REPUBBLICA n°15 28/06/ 1995
Dopo quasi cinque anni ed un disco live, Gino Vannelli
è tornato in studio ,ripartendo dalla poesia e dal jazz.
Ovviamente si tratta di un jazz molto vicino alla forma
canzone,ma pur sempre palpabile ,moderno e raffinato.
Nel disco troviamo molte ballate , ma non mancano
spunti ritmici per la sua voce , ancora più splendida
e misurata che in passato. Anche se nel brano iniziale
l'italocanadese si chiede che fine abbia fatto
Walt Whitman, dove sia finita la sua poesia ,così piena
di stimoli e di inni alla vita ,Yonder Tree non è un
disco
di rimpianti; semmai appare carico proprio di una nuova
e smagliante positività (Fallen in Love), nonchè
di
un'accettazione della realtà attraverso un nuovo tocco
ironico ,elemento che in molti brani sdrammatizza
persino l'innato sapore epico dei pezzi dell' artista
di Montreal. La voglia di comunicare è molta , e
le liriche tornano ad essere meno stringhate
ed
essenziali di quelle cantate negli ultimi anni .
In definitiva ,dopo una serie di dischi perlomeno
discutibili,Vannelli è tornato ad esprimersi al meglio,
con un incisione ottima ed il supporto di musicisti
di rilievo (Graham Lear,Tom Scott e Chuck Findley
tra gli altri).
Giancarlo Mei