1 NOVEMBRE  2007  
 
 
  Oppido/ Nella classe III C un banco vuoto. Il ricordo della dirigente di Flavio
 

<<Da quegli occhioni azzurri traspariva un animo buono>>

Flavio Scutellà


 Vincenzo Vaticano


OPPIDO -   Oltre a un profondo dolore, c'è incredulità e rabbia in tutti i plessi del locale Istituto comprensivo che tra i quasi mille alunni accoglieva, fino a qualche giorno fa, anche Flavio Scutellà.
Un allegro e gioviale "ragazzone" di Scido che per un tragico destino e per una serie di sfavorevoli eventi (al vaglio della magistratura inquirente), è morto lunedì scorso presso gli Ospedali Riuniti di Reggio.
Flavio, secondo di cinque figli, a dispetto della sua giovane età e seppur sofferente di qualche precoce problema di salute, con i suoi centosettacinque centimetri di altezza era dotato di un possente fisico. Adesso viene pianto da tutte le componenti della grande famiglia della scuola oppidese, di cui fanno anche parte i suoi genitori: il padre Alfonso Scutellà, assistente tecnico di laboratorio; la madre Maria Tocci, docente di informatica. Entrambi, anche se comprensibilmente affranti e prostrati, hanno avuto la forza e il coraggio di compiere un gesto di grande altruismo e generosità acconsentendo all'espianto degli organi del figlio, una volta che ne è stata accertata la morte clinica.
I locali della scuola media, dove Flavio frequentava la terza C, ieri mattina erano pervasi da un'atmosfera quasi irreale. Ai movimenti e all'inevitabile sottofondo di voci che di solito caratterizzano l'atrio, le classi e i corridoi di questi edifici è subentrato un silenzio quasi religioso, a testimonianza della tragedia che si era consumata. Insieme al dirigente scolastico Francesca Maria Morabito - visibilmente provata dal triste epilogo della vicenda - siamo entrati nella classe dove, in fondo all'aula, il banco vuoto di Flavio e la palpabile tristezza dei compagni e dei professori più di qualsiasi parola rende l'idea di quanto accaduto.
«Seppure in servizio da appena due mesi presso l'Istituto comprensivo di Oppido – ci ha confidato la dott.ssa Morabito – ho avuto modo di conoscere Flavio e la sua famiglia e, pensando a lui, rivedo quel suo sguardo chiaro e vivace, quegli occhioni azzurri da cui traspariva un animo buono, un'infinita dolcezza. Era un ragazzo splendido Flavio, disponibile con i compagni, educato con tutti; un ragazzone alto e gentile , pronto ad aiutare gli altri, i più deboli, i meno fortunati; un alunno attento, volitivo, vivace e rispettoso, un esempio per i compagni». Particolarmente toccante la riflessione al termine del breve colloquio: «Oggi c'è una classe vuota da quando è arrivata la notizia della scomparsa di Flavio; i compagni attoniti e confusi si sono stretti intorno ai suoi genitori per fargli sentire che loro ci sono, e ci saranno sempre, a dimostrazione di quanto Flavio era entrato nel cuore di tutti e di quanto fosse impossibile non volergli bene. Ne piangiamo la tragica scomparsa, ma forti della nostra fede, unico appiglio in questi momenti di profondo scoramento, siamo certi che dal cielo Flavio ci segue nel nostro terreno cammino».
 

 

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