5 GIUGNO 2011  
 
 
 


Varapodio/Protagonisti i ragazzi di terza

Recital di fine anno della "Sammarco" tra storia e cronaca

I ragazzi della scuola media "Sammarco" sulla scena


Vincenzo Vaticano 



VARAPODIO –  I 150 anni dell’Unità, la guerra, la mafia, i diritti violati, l’adolescenza, la nascita e il 200’ “compleanno” del Comune di Varapodio. Ben rappresentate ed illustrate da un’accurata scenografia, sono queste le tematiche portate in scena dai ragazzi della terza classe della locale scuola media “Raffaele Sammarco” a conclusione del loro triennale ciclo di studi che ha permesso loro di maturare le necessarie “competenze e conoscenze” in vista dei futuri e più impegnativi percorsi che, a partire dal prossimo anno, saranno chiamati ad intraprendere.
“Cammini…Amo…cantando” è stata la manifestazione di fine anno – presenti i genitori al completo - che ha “costretto” i ragazzi a studiare ed approfondire, tra storia e cronaca dei nostri tempi, eventi e personaggi che hanno lasciato un tangibile segno del loro impegno nel contesto storico in cui sono vissuti. Eventi e personaggi, peraltro, ben delineati nel copione redatto dal “team” di docenti che ha curato - col supporto del dirigente scolastico Pietropaolo Meduri - la manifestazione di fine anno: Angela Raco, Gioconda Lazzaro, Rosaria Nepi, Patrizia Romano, Francesco D’Agostino, Viviana Santostefano.
Ecco così che sulla scena – attraverso poesie, appropriate canzoni e profonde riflessioni - sono stati riportati grandi personaggi come Falcone, Borsellino, Mazzini, Garibaldi, Cavour e tanti altri. Analoga importanza è stata riservata agli altri argomenti “in scaletta” come la guerra, le catastrofi, i diritti universali dell’uomo con particolare riferimento ai diritti dell’infanzia, l’adolescenza e quel cancro del tessuto sociale rappresentato dalla mafia con tutte le sue possibili diramazioni. Anche Varapodio con la sua storia e i suoi “figli” più illustri è stato al centro della rappresentazione studentesca.
I ragazzi, visibilmente commossi, si sono, infine, “congedati” dai loro insegnanti (altrettanto commossi) riservando loro fasci di fiori e un lungo discorso di ringraziamento.
 

 
     

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