7 NOVEMBRE  2006  
 
 
  Oppido/ Cresce il malcontento contro i "tagli" decisi dall'Atto aziendale di Palmi
<< Ospedale, tutto è ancora fermo>> Il  sindaco: faccio quel che posso

Rugolo: <<Le decisioni spettano ad Asl e Regione, nessuno si lavi le mani>>

 


Una delle recenti manifestazioni di protesta davanti all'ospedale di Oppido

 

Vincenzo Vaticano

OPPIDO - A due mesi  dalla civile seppure eclatante protesta (occupazione, da parte dei cittadini, della sede municipale) attuata da un apposito comitato pro ospedale e dai rappresentanti istituzionali della Comunità montana tirrenico meridionale e dei comuni in essa ricadenti, torna d’attualità e si riprende a valutare ed analizzare – attraverso lettere aperte, comunicati e manifesti – la situazione (sempre estremamente precaria) in cui versa il locale nosocomio. A riavviare, per primi, la discussione sono i componenti del direttivo del locale Partito democratico meridionale i quali, con una lettera aperta indirizzata al sindaco Giuseppe Rugolo e ai concittadini, rilevano, come << Siamo ormai prossimi ai due mesi da quando la protesta è iniziata e ad oltre un mese da quando responsabilmente è stata sospesa, in virtù dell’incontro con l’assessore regionale alla Sanità, grazie all’interessamento del senatore Pietro Fuda, e purtroppo dobbiamo constatare che da allora nulla è cambiato in meglio, tanto meno alcuna modifica all’Atto aziendale è stata fatta, per come era stato chiesto, a tutela e rilancio del nostro ospedale>>. Evidenziando tante altre cose, i firmatari della lettera, si rivolgono poi al sindaco ribadendo che ogni azione politica a tutela dell’ospedale sarà priva della dovuta forza ed incisività se da parte sua e dell’amministrazione non vi saranno chiare e precise decisioni. Con un altro manifesto, dall’emblematico titolo “Difendiamo l’ospedale”, un comitato di cittadini ( Carmela Frisina, don Benedetto Rustico, Gianluca Surace, Carlo Frisina), dopo una lunga e circostanziata premessa sulla protesta degli ultimi mesi, << sentono il dovere di comunicare ai cittadini che a distanza di circa due mesi niente è cambiato; il nostro ospedale continua a versare in condizioni di totale abbandono>>. Con tono molto critico poi aggiungono << Poiché non condividiamo le scelte, i metodi e l’operato adottati fino a oggi dalla nostra Amministrazione comunale, manifestiamo fermo dissenso nei confronti di coloro che, sul piano istituzionale, hanno deciso una lenta ed inesorabile agonia dell’ospedale, anche se desideriamo vivamente sperare che la storia smentisca le odierne e civili critiche mosse all’operato dei nostri amministratori comunali e che il nostro ospedale ritorni rapidamente attivo e funzionale nei suoi reparti, servizi e nel pronto soccorso. Per quanto nelle nostre possibilità continueremo comunque, a restare disponibili a qualsiasi iniziativa a tutela e difesa della realtà ospedaliera>>. Chiamati direttamente in causa, gli amministratori e il sindaco Rugolo, attraverso un lungo comunicato ufficiale, stigmatizzano, prima di tutto, i toni con cui gli autori dei manifesti hanno ritenuto di dover ricordare agli amministratori i pericoli che corre l’ospedale e la necessità di azioni a tutela dello stesso. << Ci pare di leggere tra le righe della lettera aperta e del manifesto – aggiungono tra altre considerazioni – un tentativo degli autori di uscire indenni da impegni e responsabilità più grandi di loro e di lasciare la patata bollente nelle sole mani dell’Amministrazione>>. Esprimendo, quindi, la consapevolezza che la battaglia a difesa dell’ospedale sarebbe stata per nulla semplice ma al contrario ancora molto lunga e dura, Rugolo ricorda << quanto abbiamo fatto e quanto ancora stiamo facendo: stiamo conducendo una continua battaglia fatta di quotidiani rapporti, di pressioni e di sollecitazioni nei confronti di coloro i quali sono i veri detentori del potere decisionale, ovvero l’Asl e la Regione>>. Utilizzando tutte le “armi” a nostra disposizione e coinvolgendo sempre di più gli altri sindaci del comprensorio, ribadisce infine Rugolo, eserciteremo un pressante controllo sull’attività della direzione Aziendale alla quale continueremo a chiedere con forza il rispetto degli impegni assunti. << Per questo – secondo il primo cittadino – è necessario continuare a lottare insieme: chi può, faccia !!!. Gli saremo sempre grati per l’impegno profuso, che non esiteremo a riconoscere pubblicamente. Basta che non si tratti soltanto di parole (o peggio ancora di pilateschi lavaggi di mani) >>. A proposito, soprattutto di quest’ultima affermazione, c’è da rilevare un’ulteriore comunicazione da parte di uno del comitato pro ospedale (Carlo Frisina) che, sentendosi chiamare in causa, ha risposto con un serie di dettagliate considerazioni, precisando, tra l’altro, che << Il nostro dovere di cittadini l’abbiamo fatto pienamente. Non sappiamo se l'Amministrazione lo stia facendo: a giudicare saranno i fatti>>.
 

 

Back Home Page

Back index page