11 OTTOBRE  2009 (Edizione Messina)  
 
 
 

Carmela Olivieri, morta a Scaletta, era originaria del paese della provincia reggina

Anche la comunità calabrese di Varapodio ha ricordato con affetto la "sua" vittima

 Vincenzo Vaticano


VARAPODIO -  Anche la comunità di Varapodio, in provincia di Reggio Calabria, attraverso un manifesto listato a lutto, fatto affiggere dall'Amministrazione comunale, ha voluto manifestare il cordoglio e dare l'ultimo saluto alle vittime dei recenti e tragici eventi alluvionali di Messina. Un manifesto non di semplice circostanza, anche e soprattutto perchè tra i nomi scanditi da mons. Calogero La Piana e dai numerosi telecronisti presenti, durante l'omelia funebre, è più volte risuonato quello di Carmela Olivieri, nata a Varapodio, dove ha vissuto fino all'età di 19 anni, prima di trasferirsi, con altri congiunti, a Scaletta per sposarsi con Salvatore Panarello. Il corpo della donna, letteralmente strappata dalla furia dell'acqua e dal fango dalla propria abitazione, è stato ritrovato e recuperato in mare aperto nei pressi di Scaletta. Unitamente a quello degli altri parenti e familiari, le riprese televisive dei funerali hanno mostrato il dolore della madre di Carmela, Caterina Priolo che, informata del luttuoso evento, da Varapodio (dove risiede) si è immediatamente recata nella località del messinese dove, da tantissimi anni, insieme a Carmela, si sono stabiliti tutti gli altri figli: Paola, Lucia, Anna, Pasquale e Angelo. Contrariamente a quanto riportato dalle notizie circolate in paese nell'immediatezza degli eventi calamitosi (si era diffusa la voce che anche un fratello di Carmela era stato travolto dalla piena di fango ed acqua), sembra, fortunatamente, che nessun altro della famiglia sia stato coinvolto. L'"esodo" dalla Calabria alla vicina Sicilia dei componenti della famiglia Olivieri è iniziato, in modo graduale, a partire dal 1979 dopo la morte del capofamiglia Salvatore Olivieri (originario di Messina) avvenuta nel maggio del 1977 in seguito ad un grave infortunio sul lavoro. Alla fine, solo la madre di Carmela, Caterina Priolo, era rimasta nel paese del Reggino. Va rilevato, comunque, che continui e frequenti sono i suoi viaggi oltre Stretto per stare insieme, quanto più possibile, ai propri congiunti. Ora stretti ancor più l'uno all'altro dopo questo immenso dolore.

 

 
 

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