12 novembre  2008  
 
 
   Oppido/ Consiglio aperto contro la chiusura del nosocomio
<< Pronti a fare una cintura umana intorno all'ospedale>>

Il sindaco Rugolo preannuncia ricorso al tar ed eventualmente alla Procura

L'intervento del sindaco Rugolo e l'aula consiliare gremita di pubblico


 Vincenzo Vaticano


OPPIDO - Per valutare ed, eventualmente adottare, determinazioni circa l’attuale situazione estremamente critica e precaria del locale nosocomio – soprattutto alla luce degli ultimi provvedimenti adottati dagli organi dell’Asp 5 - si è riunito, ieri pomeriggio, il civico consesso, in seduta straordinaria e urgente, per discutere un unico punto all’ordine del giorno: “Esame decisione Asp 5 – Riorganizzazione attività P.O. Oppido”.Oltre ai locali amministratori comunali, nella sala consiliare gremita di cittadini, hanno partecipato alla riunione diversi sindaci ed amministratori del comprensorio e della Comunità montana versante tirrenico meridionale: Alfonso Germanò (Santa Cristina); Giuseppe Corso (Varapodio); Agostino Mileto (Scido); l’avv. Silvestri (Palmi); Domenico Romeo (Taurianova); Domenico Ceravolo (Laureana di Borrello); Bruno Barillaro e Rosario Palumbo in rappresentanza della Comunità montana Vtm. Presenti anche i consiglieri regionali Giovanni Nucera e Pasquale Tripodi. Parecchi telegrammi di sostegno e solidarietà sono stati inviati da numerosi altri sindaci ed amministratori della Piana impossibilitati a partecipare alla riunione. << Una testimonianza – ha commentato in premessa il sindaco Giuseppe Rugolo – che fa capire come il problema legato all’emergenza sanità non riguarda solo i cittadini del comprensorio preaspromontano, bensì tutti i 180 mila abitanti della Piana che in conseguenza delle linee di indirizzo seguite dai commissari straordinari dell’Asp 5 avranno tutt’altro che garantito il primario diritto alla salute sia nel breve che nel medio e lungo periodo>>. Iniziando i lavori (proseguiti fino a tardissima ora), Rugolo, ritenendo che i fatti fossero ormai conosciuti da tutti, ha saltato i preliminari e, dopo un breve excursus illustrativo sugli indirizzi di politica sanitaria prima concordati dalla Conferenza dei sindaci con l’Azienda sanitaria e poi da questa disattesi, è andato subito al sodo in maniera dura. << La linea d’indirizzo che i commissari straordinari stanno mettendo in atto e che ha, soprattutto, comportato l’emissione del noto provvedimento che mette in seria discussione la futura esistenza del nostro ospedale – ha detto Rugolo – presenta evidenti anomalie, oltre che di opportunità, anche di natura giuridica in quanto contrasta con l’attuale Psr vigente. Tale provvedimento è illegittimo. Abbiamo già chiesto l’accesso agli atti per proporre ricorso al Tar ed, eventualmente, alla Procura della Repubblica nel caso in cui fossero ravvisati abusi perseguibili penalmente>>. Tra l’altro, ha aggiunto il vice sindaco Antonino Mammoliti, i tre commissari non hanno poteri speciali che consentono loro di derogare a quanto previsto dall’accordo di programma che, nell’attuale fase di transizione, è un atto normativo con norme cogenti. Dopo tante altre considerazioni, Rugolo ha chiesto ed ottenuto dai consiglieri di minoranza l’impegno per far fronte comune a difesa dell’ospedale. <<Il deficit della sanità calabrese non si risolve tagliando un servizio vitale per migliaia di cittadini residenti in zone estremamente disagiate, ma si combatte tagliando gli sprechi>>. Tutti gli altri intervenuti (Germanò, Mileto, Barillaro, l’avv. Vadalà, il primario Coco, Silvestri) usando analoghi toni duri, hanno, in vario modo, evidenziato lo stato di abbandono del territorio (non solo dal punto di vista della sanità) sottolineando che quello che si vuole non è l’ospedale di eccellenza ma il minimo indispensabile per garantire la salute. E’ terribile constatare – è stato detto – che la sanità nella Piana, che non eroga sicuramente un servizio di eccellenza, riguarda solo i poveri sventurati che, a differenza di chi può permetterselo, non hanno la possibilità di curarsi altrove. Qualcuno ha proposto anche le dimissioni in massa visto che << come massima autorità sanitaria cittadina, non riusciamo più ad assicurare ai nostri cittadini il diritto primario alla salute>>. Molto articolato è risultato l’intervento di Ceravolo (presidente della conferenza dei Sindaci) che, ribadendo la mancanza di riferimenti politici sia locali che nazionali, ha definito una vergogna quello che vogliono fare degli ospedali di Palmi, Taurianova ed Oppido. In relazione a quest’ultimo ha dichiarato che << se non ritirano quell’ordine di smantellamento faremo, insieme alla popolazione, una cintura umana intorno all’ospedale>>. Ha, infine, proposto la predisposizione di un documento unitario forte e condiviso da tutti i sindaci, da inoltrare ai Commissari dell’Asp 5 i quali, come lui stesso ha riferito, hanno chiesto l’espressione di pareri e proposte da parte della Conferenza in relazione alle ultime decisioni adottate o da adottare. Giovanni Nucera, ricordando che non è la prima volta che si trova ad Oppido per affrontare i problemi dell’ospedale, ha rivolto pesanti accuse a chi (nella fattispecie, la compagine di maggioranza alla Regione) ha provocato un autentico terremoto nella sanità non solo nella Piana, ma anche a Reggio e a Locri). La sua idea e che occorra un’azione forte e che dia risonanza al grave problema. Così come ha fatto il collega Pasquale Tripodi, ha promesso che “darà battaglia” in seno al consiglio regionale sia sullo specifico problema di Oppido che in sede di approvazione del nuovo Psr.
 

 

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