14 FEBBRAIO 2009  
 
 
 

Varapodio/Evidenziati in una conferenza (dell'Ute) al Polivalente

Le conseguenze devastanti degli ultimi eventi alluvionali

Gli ingegneri Bruno Polifroni e Riccardo Carbone

 Vincenzo Vaticano


VARAPODIO - “Lo stato della viabilità provinciale e locale dopo gli eventi alluvionali del dicembre 2008 e gennaio 2009 e i relativi interventi programmati dalle amministrazioni competenti”. E’ stato questo il tema trattato nel corso della conferenza pubblica organizzata dall’Università della terza età – al suo quinto anno di attività – presso l’auditorium del Centro culturale polivalente. Un convegno che ha suscitato enorme interesse tra i molti intervenuti – e non poteva essere diversamente vista l’attualità del problema – anche perché a relazionare sull’argomento è stato l’ing. Bruno Polifroni, professionista del luogo ed attuale consulente tecnico per il settore viabilità della Provincia di RC, nonché titolare della società (Progineer) che, per i prossimi tre anni, avrà la gestione-manutenzione ordinaria e straordinaria di tutta la viabilità provinciale per quanto attiene la parte tecnica progettuale del servizio di “Global service strade”. Introdotto dall’ing. Riccardo Carbone, responsabile dell’Ute, Polifroni, ha esordito, individuando i due elementi principali che hanno prodotto l’attuale situazione di grave rischio per il territorio, la viabilità e la popolazione, ovvero: le piogge persistenti con forte concentrazione in brevi spazi di tempo (secondo il Cnr è stato il dicembre più piovoso degli ultimi due secoli); la manutenzione stradale inesistente (secondo Bertolaso “negli ultimi 20-30 anni non si è fatto nulla per correggere il territorio”). Il relatore - componente anche di un “team” incaricato dalla Provincia per una ricognizione sull’intero sistema viario - ha continuato dicendo che al momento << su 115 strade, 25 risultano interrotte; circa 50 sono in condizioni di elevato rischio; numerose situazioni sono in fase di evoluzione>>. La concentrazione dei danni (escluse le coste) si è avuta per il 35% nella zona jonica, per il 5% nella zona di centro e per il 65% nella zona tirrenica. In quest’ultima zona l’epicentro è stato proprio l’entroterra pianigiano. Gli effetti sulle altre realtà locali risultano altrettanto devastanti: strade comunali o interpoderali fatiscenti o chiuse al traffico; danni irreparabili all’economia prevalentemente agricola; elevati costi d’intervento non sostenibili con i fondi comunali. Elencando poi i numerosi interventi risolutivi effettuati dalla Provincia e dai Comuni con la “somma urgenza”, Polifroni ha dichiarato che i danni accertati al sistema viario provinciale , attraverso i numerosi sopralluoghi, ammontano a 50 milioni di euro; complessivamente superano i 200 milioni di euro. Ha evidenziato, inoltre, contrariamente a quanto fatto dalla Provincia e dai Comuni, il tardivo intervento della Regione per quanto di competenza (dichiarazione stato di calamità, ndc). <<Solo dopo gli ulteriori eventi calamitosi di gennaio e i morti sull’A3 la protezione civile si è mobilitata ed è stato riconosciuto che su 400 comuni il 100% è a rischio idrogeologico; perfino l’esercito è stato mobilitato e sono riapparsi i ponti cosiddetti “Baily”>>. Ciò premesso e dopo tante altre informazioni, accompagnate da foto e diapositive, l’ing. Polifroni, avendo relazionato in merito, ha, come dire, dato la buona notizia che quattro progetti, considerati prioritari dai responsabili politici e tecnici della Provincia (ingg. Domenica Catalfamo e Nino Casile), sono stati già avviati. Nella fattispecie, essi riguardano: il ripristino della strada “Ferrandina” attraverso la costruzione di una variante; la ricostruzione del ponte sul torrente Marro; la ricostruzione del ponte sul torrente Vacale; il consolidamento del tratto stradale interessato dall’enorme frana che, tra l’altro, minaccia l’abitato di Sitizano, frazione di Cosoleto. << I suddetti progetti - ha riferito Polifroni - sono i primi in ordine di priorità di una lunga lista che la Provincia intende attuare nell’immediatezza, attingendo nell’emergenza, a fondi interni, in attesa dei finanziamenti provenienti dalla dichiarazione dello stato di calamità naturale, che ormai dovrebbe essere prossima>>. Concludendo, il relatore ha sottolineato che i lavori per la strada Ferrandina dovrebbero cominciare a breve; così come gli altri interventi. Ovviamente i tempi di realizzazione del ponte Marro saranno più lunghi (circa nove mesi dall’inizio dei lavori); tuttavia se la Provincia riuscirà a riattivarlo entro la fine dell’anno si tratterà di un successo ed un vero e proprio record.
 

 

 
 

Back Home Page

Back index page