14 AGOSTO 2009  
 
 
 

Oppido/Dibattito sulla quarta campagna di scavi archeologici

Il "terrazzo di Castellace" inesauribile fonte di scoperte

Tassone, il sindaco Barillaro, Iaria, Agosrino, Sica

 Vincenzo Vaticano


OPPIDO MAMERTINA - Organizzato dalla locale Amministrazione comunale guidata dal sindaco Bruno Barillaro – con il supporto del consigliere delegato ai beni culturali Nicola Iaria – si è tenuto, presso i locali della scuola primaria della frazione Castellace, un interessante e partecipato convegno dal titolo “Castellace: IV campagna di scavi archeologici, dall’abitato indigeno alla città Brettia (IV-VI secolo a.c.)”. Il dibattito ha riguardato l’attività di ricognizione e di ricerca che, come hanno avuto modo di rilevare sia Barillaro che Iaria, introducendo i lavori, ha visto << la profusione d’impegno e la dedizione di un’intera equipe di archeologi che da mesi operano sul campo>>. Un impegno – va subito detto - abbondantemente gratificato dal rinvenimento di reperti, soprattutto di natura sepolcrale (nella fattispecie, numerose tombe di età arcaica ed ellenistica) in un’area dove, peraltro, dagli inizi del 900 vengono effettuati sistematicamente scavi archeologici. I risultati conseguiti in questa ennesima campagna di scavi, sono stati illustrati da qualificati relatori come la dott.ssa Rossella D’Agostino della Sopraintendenza ai beni archeologici della Calabria e la dott.ssa Maria Maddalena Sica, docente di urbanistica e architettura greca presso la scuola di specializzazione in archeologia di Matera (Università della Basilicata). Al tavolo dei lavori, in qualità di ospite, si è aggiunto l’on. Mario Tassone. Dopo i ringraziamenti rivolti all’Amministarazione comunale (attuale e passata) da parte della dott.ssa D’Agostino << per la partecipazione e il sostegno che non ci hanno fatto mai mancare>>, è stata la prof.ssa Sica, con l’ausilio di numerose diapositive, a far vedere e descrivere << i frutti estremamente interessanti che il territorio, oggetto della ricerca archeologica, sta producendo>>. Un territorio – il cosiddetto “terrazzo di Castellace” con i siti antichi Torre Cillea (abitato) e Torre inferrata (necropoli) –, strategicamente importante per la viabilità interna, che ha restituito dati importanti per la ricerca archeologica relativa alla fase brettia e alla fase precedente (VII – III secolo a.c.). << Abbiamo iniziato nel 2006 quando eravamo un piccolo manipolo di ricercatori – ha sottolineato la studiosa lucana -; siamo quindi passati a 15, poi a 40, oggi siamo oltre 50. Il nostro obiettivo è quello di dare la giusta dignità storica a questo piccolo centro sconosciuto che ha un grande passato>>. Un’affermazione suffragata dalle numerose videoclip che hanno mostrato reperti e frammenti archeologici risalenti, in alcuni casi, all’era protostorico (età del ferro). << L’esame di questi reperti – ha riferito l’archeologa tra tante altre cose - ci permettono di risalire all’epoca storica, ma soprattutto di stabilire l’attività esercita nei luoghi dei ritrovamenti. Il rinvenimento, ad esempio, di due tombe – ha poi aggiunto – che hanno restituito il corredo intatto del defunto, è risultato particolarmente significativo poiché ha consentito di stabilirne il sesso e la condizione sociale. Altri frammenti ritrovati all’interno delle tombe (cinturoni di bronzo, “morso del cavallo”, ecc.) testimoniano, inoltre, il carattere guerriero delle popolazioni>>. Indubbiamente rilevante anche, il rinvenimento di alcuni scarabei con scritte geroglifiche che, ha infine precisato la prof.ssa Sica, saranno attentamente esaminati dagli specialisti egittologi.

 
 

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