15 LUGLIO  2014  
 
 
 

Don Benedetto Rustico: in caso di processo sarò al fianco dei denunciati

E ricorda: sono presidente di una cooperativa che si occupa di beni confiscati

15/07/2014

Vincenzo Vaticano

 

OPPIDO MAMERTINA – << La processione ha sempre fatto lo stesso percorso, da decenni fa quel mezzo giro in prossimità di corso Aspromonte. Si faceva già molto prima che la famiglia Mazzagatti si trasferisse in quella strada». Don Benedetto Rustico, parroco di Oppido Mamertina, in un colloquio con “La Stampa” torna così sull'inchino al boss del paese.
«Stamattina (ieri ndc) – continua il prete – sono andato al bar e il caffè me l’ha offerto una persona il cui figlio è in carcere. Secondo lei non avrei dovuto accettare o forse per questo sono un affiliato?». Spiega quindi il suo concetto di chiesa militante: «In questo periodo piace molto il sacerdote che fa le manifestazioni, partecipa ai cortei, lancia slogan. Io scelgo la strada del silenzio e della mediazione: nessuno in questi giorni ha detto che sono presidente di una cooperativa che si occupa di beni confiscati. Per me la 'ndrangheta si combatte agendo sull'humus nel quale si sviluppa. Gli arresti non servono».
Quanto all’attività della Direzione distrettuale antimafia, «si criminalizza e basta. Tra i portatori della statua della Madonna che sono finiti sotto inchiesta – dichiara don Rustico – c'è chi ha avuto un tumore e ha fatto un voto e c'è anche chi ha avuto problemi con la giustizia, ma la redenzione è per tutti». E in caso di processo «saremo al fianco di questi ragazzi, ci costituiremo con loro. Non possiamo abbandonarli perché non hanno fatto niente».
Ad Oppido e sui social network in tanti si schierano, in modo incondizionato, in difesa di chi, più di tutti, «è stato bersaglio di un devastante e umiliante fuoco incrociato»>: il parroco don Benedetto Rustico.
Oggetto, anche, di una petizione lanciata sul web per la sua rimozione.
Un prete, si afferma tra l’altro, in un lungo comunicato dell’Associazione cattolica diocesana «che ha interpretato, con vero spirito evangelico, la “Chiesa del grembiule” al servizio degli ultimi senza mai abbattersi, alzando la voce davanti alle ingiustizie, per cui ha anche pagato di persona».
Non meno gratificante risulta essere la testimonianza manifestata - sotto l’ashtag IoStoConDonBenedetto - dai giovani dell’A.C. della frazione Cannavà di Rizziconi: «Se la grandezza di un sacerdote si misura davvero dalle opere di carità, e non dal modo di apparire, o da quanto siano eloquenti e perfette le omelie, sicuramente caro Don, tu sei un gigante per la Chiesa che rappresenti».
 

 
     

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