17 DICEMBRE 2004  
 
  Varapodio/ Gli effetti del maltempo del 9 dicembre: affollata assemblea di amministratori promossa dal Prefetto e dalla Provincia
Appello dei sindaci: <<La Piana è in ginocchio>>

 Vincenzo Vaticano


Da sx Caracciolo, Fazzolari, Cannatà  - I presenti alla riunione

VARAPODIO – Promossa dal Prefetto e dall'Amministrazione provinciale su iniziativa del presidente Pietro Fuda e dell'assessore alla viabilità Alessandro Cannatà, si è tenuta, presso l'aula consiliare, l'annunciata riunione tecnico-operativa programmata, per quantificare ed esaminare nel dettaglio, i danni causati (soprattutto alla viabilità) dal violento nubifragio abbattutosi nei giorni scorsi su gran parte del territorio del versante tirrenico meridionale e della Piana in generale. Una riunione, a gran voce invocata dai sindaci dei centri colpiti pesantemente (soprattutto Varapodio ed Oppido) dall'eccezionale evento atmosferico, che ha registrato la presenza di quasi tutti i rappresentanti dei comuni interessati al problema. Oltre all'assessore provinciale Cannatà e ai sindaci di Varapodio, Fazzolari, e di Oppido, Rugolo, sono intervenuti la dr.ssa Stefania Caracciolo in rappresentanza del prefetto, i consiglieri provinciali Michele Bello, Francesco Inzitari, Michele Tripodi, Silvio Gangemi, Rocco Biasi (sindaco anche di Taurianova) e i primi cittadini Belcastro (Rizziconi), Surace (Cosoleto), Germanò (S.Cristina), Albanese (Giffone), Cleri (S.Giorgio), Papa (Galatro), Mileto (Scido). Presenti, anche, numerosi amministratori inviati dai sindaci che per vari motivi non sono potuti intervenire: Franco (assessore di Molochio), Bruzzì (assessore di Cittanova), Abbia (vice sindaco di Palmi) Corrao (assessore di Rosarno), Varone (assessore di Polistena), Fiorello (vice sindaco di Maropati). I lavori - andati avanti fino a tarda ora - sono stati introdotti dal sindaco Orlando Fazzolari e sono proseguiti con la relazione dell'assessore provinciale Cannatà il quale, illustrando l'estrema situazione di gravità emersa a seguito di apposita ricognizione effettuata sul territorio, ha dichiarato e rimarcato che << abbiamo voluto questa riunione perché pensiamo che solo un'azione sinergica tra la Provincia e gli enti locali possa risolvere l'enorme problema dei danni causati dalla grave alluvione del 9 dicembre scorso>>. Spiegando poi i numerosi interventi di somma urgenza disposti dalla Provincia, con tutti i mezzi disponibili, per fronteggiare in qualche modo l'emergenza, ha voluto plaudire la solidarietà ed il coraggio dimostrato da quanti - volontari, militari, civili - hanno messo a repentaglio la propria incolumità, per prestare i soccorsi in una situazione resa particolarmente difficile soprattutto dalla mancanza di una rete di coordinamento della protezione civile. Per questo motivo, dopo una generale discussione ricca di interventi propositivi, un primo punto di convergenza è stato individuato dall'assemblea, nella necessità di dotarsi, se possibile, di un comune organismo di pronto intervento, o quantomeno di un Piano organico di protezione civile per sapere, in caso di emergenza, a chi rivolgersi, come attivarsi e cosa fare. La principale determinazione adottata dagli amministratori provinciali e comunali per gestire l'attuale fase di emergenza, tuttavia, è stata quella di riconoscere alla Provincia, quale ente sovracomunale, il ruolo di naturale coordinatore delle iniziative da intraprendere per ottenere gli indispensabili interventi idonei a risollevare le sorti di un territorio attualmente "in ginocchio". Secondo quanto concordato, sarà la Provincia - nella prossima riunione del 21 dicembre - a deliberare, col supporto della Prefettura, la richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale per gli ingenti danni subiti dalle strade provinciali, comunali, interpoderali, dalle campagne e in molte zone, addirittura, dalle abitazioni. Entro tale data ogni Comune invierà alla Provincia una relazione generale con la quantificazione approssimativa dei danni e una copia delle varie delibere adottate dalla Giunta per gli interventi di somma urgenza effettuati o da effettuare nel prossimo futuro per ripristinare, soprattutto, la viabilità rurale e consentire la raccolta degli agrumi e delle olive. Una questione, come è facilmente comprensibile, non solo di viabilità ma di sopravvivenza in quanto l'agricoltura costituisce una delle poche risorse economiche del territorio. In sostanza, sia la Provincia che i Comuni si sono impegnati a dar fondo a tutte le risorse disponibili in bilancio per alleviare, quanto più possibile, i disagi ai cittadini da loro amministrati. Con la speranza, è stato evidenziato, che prima la Regione e successivamente il Ministero competente dichiarino lo stato di calamità ed intervengano in maniera adeguata. Se ciò non dovesse accadere è stata ventilata, come extrema ratio, una possibile e generale dimissione da parte dei sindaci i quali in assenza di aiuti adeguati si troverebbero a fronteggiare problemi irrisolvibili. Va evidenziato che mentre i rappresentanti dei comuni hanno espresso apprezzamento per la fattiva opera della Prefettura e della Provincia nel momento più critico della situazione, lo stesso non può dirsi nei confronti dei responsabili della Regione dei quali è stata lamentata l'assenza. A tal proposito, l'assemblea, chiedendo la solidarietà dei diretti interessati, ha deciso che venga formalmente richiesto all'assessorato regionale competente, l'autorizzazione ad utilizzare i dipendenti dell'Afor nell'attuale situazione di emergenza e di difficoltà. Una solidarietà, è stato aggiunto, che tutti i presenti, a prescindere dal colore politico, hanno manifestato di recente agli operai dell'Afor in lotta per l'assicurazione del posto di lavoro. Nel corso dei lavori, ciascuno dei partecipanti ha più o meno descritto quello che è accaduto nella sua zona; un quadro davvero desolante: campagne e abitazioni allagate a Rizziconi dove ancora l'acqua non è potabile; interi agrumeti e uliveti devastati nelle campagne di Oppido, Varapodio, S.Cristina, Scido, Delianuova; la strada provinciale Oppido-Ferrandina-Amato, interrotta in più punti da voragini abissali per la cui riparazione occorrerà parecchio tempo; strade interpoderali che non esistono più; strade urbane, è il caso di Taurianova, trasformate in fiumi in piena; campagne erose irrimediabilmente dalla piena delle "fiumare"; abitazioni e scantinati allagati dappertutto; automobili finite dentro tombini "saltati" per la pressione dell'acqua nelle fogne; ingenti danni subiti dalle aziende agricole con parziale perdita di olive ed agrumi. Tante speranze, è fuori dubbio, sono state riposte nel Consiglio provinciale che, va ancora ricordato, si riunirà il 21 dicembre per chiedere alla Regione di attivarsi ai fini della dichiarazione dello stato di calamità naturale. Nel frattempo, i sindaci, come deciso, avranno cura di informare i cittadini di predisporre e conservare la documentazione necessaria (foto, perizie ecc.) da produrre qualora si rendesse necessario ai fini della richiesta di risarcimento dei danni subiti.
 

 

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