VARAPODIO - Lutto cittadino, oggi pomeriggio, in
paese, proclamato dall’Amministrazione comunale per i
funerali di don Antonino Di Masi, energico ed instancabile
parroco, spentosi serenamente dopo aver dedicato alla
comunità varapodiese oltre 50 anni di attività sacerdotale
esercitata, in perfetta simbiosi, anche e soprattutto, con
un incessante e profondo impegno culturale di ricerca
storica, artistica, e archeologica finalizzata,
essenzialmente, a valorizzare Varapodio e i suoi (tanti)
illustri cittadini. Un impegno che, unitamente ad altre
attività “che hanno onorato la Calabria a cui è legato da
particolarissimi vincoli” gli è valso, la consegna della
medaglia d’oro nel corso della manifestazione “Premio
Calabria 2000” tenutasi a Roma presso il Campidoglio.
Con don Antonino Di Masi se ne va un pezzo di storia
varapodiese. Una storia, peraltro, che il paese non avrebbe
mai avuto senza la sua “monumentale” monografia “Varapodio
ieri ed oggi”, frutto di un lunghissimo e certosino lavoro
di ricerca, anche archeologica, portato fino alle ere più
remote. Diverse altre pubblicazioni portano la sua firma.
Famose, anche, le antiche tabacchiere da fiuto, ricavate
dalla buccia essiccata del bergamotto, da lui riscoperte e
brevettate per dare la possibilità ad alcuni giovani di
riunirsi in cooperativa e “inventarsi” un lavoro. Un
originale attività che, in questi ultimi anni, ha reso
Varapodio abituale meta di scolaresche provenienti da tutta
la Calabria. Spesso (e questo faceva enorme piacere a don Di
Masi) le “tabacchiere dell'arciprete” venivano associate ed
abbinate ai famosi “lamponi del vescovo (Bregantini,
ndc)” per il loro comune obiettivo di dare lavoro ai
giovani.