21 MAGGIO 2013  
 
 
 

 

VARAPODIO/ Il giovane ucciso in pieno centro al culmine di una lite.

Il parroco ai funerali di Cirillo: << Dare il giusto valore alla vita>>.

21/05/2013

Vincenzo Vaticano

 

 «Noi che rimaniamo ci facciamo sempre la solita domanda.. Perché proprio a te? Il destino con te è stato balordo ed ha voluto strapparti violente- mente e senza spiegazione. Ti vogliamo tanto bene e non ti scorderemo mai. Ciao Vincenzo. I tuoi amici».
 È questa la sintesi del mega manifesto attra- verso cui alcuni amici hanno voluto indirizzare l’ultimo saluto a Vincenzo Cirillo – ucciso venerdì scorso da un suo quasi coetaneo – nel giorno del funerale (nella foto, l’uscita del feretro dalla chiesa). Una moltitudine di persone del luogo e dei paesi vicini hanno dato un commosso addio allo sfortunato giovane, scomparso prematuramente e in circostanze tragiche venerdì scorso, stringendosi attorno ai congiunti ed accompagnando il feretro fino alla chiesa di S. Nicola dove si sono svolte le esequie officiate da don Mimmo Caruso. Nella sua omelia, il parroco ha espresso costernazione e dolore per la vita del giovane, spezzata a soli 26 anni non molte ore dopo aver avuto modo di incontrarlo e scambiare qualche parola con lui.
 Ai tanti giovani presenti al mesto rito don Mimmo Caruso ha rivolto un pressante invito a dare il giusto valore alle cose veramente importanti, rifuggendo quelle futili o effimere, e mettendo, soprattutto, al primo posto il valore fondamentale della vita. «La vita è bella e preziosa – ha aggiunto il parroco – e deve essere valorizzata al massimo. Per questo occorre dire no alla violenza e alla vendetta ma, dire si alla speranza e al perdono. Dio non vuole il male. Dio è pace».
Uno scrosciante e reiterato applauso, una volta terminata la funzione religiosa, ha accolto la bara del giovane apparsa sul sagrato della chiesa al suono della canzone di Jovanotti prediletta da Cirillo (“A te che sei”), e poi al suono della marcia funebre intonata dalla locale banda. Altri scroscianti applausi sono stati tributati al giovane nel momento in cui numerosi palloncini bianchi sono stati fatti volare in cielo prima che la bara fosse sistemata sul carro funebre per essere portata al cimitero. Tra il dolore, è superfluo aggiungere, dei numerosi congiunti.
 

 
     

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