25 NOVEMBRE 2001  
 
 
 

Piana di Gioia Tauro/Frane, allagamenti, straripamenti di torrenti, strade chiuse

Varapodio in ginocchio, il maltempo ha stravolto il territorio. Chiesto lo stato di calamità

Il ponte sul torrente Jona gravemente danneggiato e intransitabile


Vincenzo Vaticano 


VARAPODIO – Con formale delibera di giunta, adottata con tutta l’urgenza possibile , il Comune si è rivolto al Governo e alla Regione, ciascuno per le rispettive competenze, chiedendo il riconoscimento dello stato di pubblica calamità in relazione all’evento calamitoso (piogge torrenziali e forti venti) di martedì scorso che ha provocato ingenti danni alle campagne e al centro abitato. Nella premessa dell'atto deliberativo vengono analiticamente richiamati i motivi che hanno indotto l'organo esecutivo comunale ad avanzare la richiesta di riconoscimento dello stato eccezionale di calamità: «Il tessuto stradale urbano è stato fortemente danneggiato nella pavimentazione oltre ad essere stato interessato da deposito di materiale ghiaioso e detriti vari; la viabilità rurale a causa dell’azione erosiva delle acque piovane è stata quasi totalmente divelta con conseguente isolamento di intere contrade e con grave pregiudizio per l’economia agricola locale; diverse campagne sono state allagate e gravemente danneggiate dallo straripamento del fiume Jona.>>. Notevoli danni, secondo quanto riferito dal vicesindaco Orlando Fazzolari, hanno riportato i locali dell’acquedotto comunale allagati a causa dello straripamento del torrente Jona che, in più punti, ha rotto gli argini. Senza adeguati interventi di ripristino degli argini, si teme che il perdurare o il ripetersi di eventi calamitosi possa ulteriormente ed irrimediabilmente danneggiare l’importante struttura di approvvigionamento idrico. Le acque della fiumara, che mai prima d’ora – secondo le testimonianze di tante persone, alcune molto anziane – sono risultate tanto impetuose, hanno inoltre danneggiato in maniera irreversibile il ponte in cemento armato che collega la vasta contrada “Ligonì” dove due famiglie che vi risiedono abitualmente risultano, al momento, isolate dal paese. Impossibile risulta l’accesso ai molti proprietari che proprio in questo periodo sono impegnati nei lavori di raccolta delle olive con l’ausilio di mezzi meccanici il cui transito, ovviamente, risulta interdetto.

 
     

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