27 GIUGNO 2000  
 
Varapodio / Vicenda Rizzo sospensiva del Consiglio di Stato

 Vincenzo Vaticano


 VARAPODIO – Si arricchisce di un nuovo capitolo la lunga «contesa» amministrativo-giudiziaria che dal dicembre '98 vede contrapposti da una parte la compagine di maggioranza del comune di Varapodio, guidata dal sindaco Orlando Fazzolari, e dall'altra l'ex capogruppo della minoranza Rocco Rizzo, dichiarato decaduto (da qui l'attuale diatriba) dallo stesso Consiglio per le reiterate assenze alle riunioni del civico consesso. Il Consiglio di Stato, infatti, ha accolto l'istanza di sospensiva proposta dal Comune di Varapodio avverso la precedente sentenza con la quale il Tar di Reggio Calabria si era pronunciato nel merito disponendo l'annullamento dell'originaria delibera consiliare di decadenza di Rizzo e il conseguente reintegro dello stesso, a pieno titolo, in seno al Consiglio. L'ordinanza del Consiglio di Stato, dunque, evidenziando come sussistono i presupposti di legge, ha sospeso gli effetti della sentenza del Tar a cui, peraltro, il consiglio comunale di Varapodio, convocato per pronunciarsi sulle determinazioni da adottare in seguito al suddetto deliberato dell'organo di giustizia amministrativa, non aveva ritenuto di dare esecuzione «medio tempore» proponendo, contestualmente, ricorso gerarchico. Per comprendere meglio la complessa vicenda è opportuno rilevare che prima degli ultimi due pronunciamenti del Tar e del Consiglio di Stato, la spinosa questione era già stata oggetto di valutazione e decisione da parte di questi organi giurisdizionali. La prima delibera consiliare di decadenza, a cui era seguita una seconda, infatti, era stata sospesa dal Tar su ricorso di Rizzo. L'amministrazione comunale, a sua volta si era appellata al Consiglio di Stato, ottenendo la sospensione della sentenza emessa dal Tar.

 

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