31 AGOSTO   2006  
 
 
  Oppido/ Piazza affollata da amministratori e cittadini contro i provvedimenti dell'Asl 10
Giù le mani dall'ospedale

Sindaci e Comunità montana ne considerano "irrinunciabile" la presenza

 


I sindaci egli organi della Comunità montana riuniti in assemblea in piazza Concesso Barca ad Oppido

 

Vincenzo Vaticano

OPPIDO - "L'insurrezione" spontanea e popolare dei cittadini di tutto il comprensorio preaspromontano contro il progressivo smantellamento del locale nosocomio ha assunto, nelle ultime ore, il carattere di una vera e propria battaglia istituzionale nella quale risultano impegnati e coinvolti a pieno titolo tutti i comuni ricadenti nel territorio della Comunità montana "versante tirrenico meridionale" e tutti gli organi rappresentavi dello stesso ente montano. Un impegno che i primi cittadini di Oppido (Rugolo), Varapodio (Fazzolari), Cosoleto (Surace), Santa Cristina (Germanò), Scido (Mileto), Sinopoli (Chiappalone), Molochio (Alessio), Delianuova (Corigliano), S. Eufemia (Fedele, assente giustificato) hanno formalmente contratto, sottoscrivendo il documento conclusivo dei lavori dell'assemblea degli organi della Comunità montana, tenutasi in piazza Concesso Barca, letteralmente stipata dal pubblico presente.  Con tale documento - inviato al presidente della Giunta regionale, all'assessore regionale alla Sanità, al prefetto, al direttore generale dell'Asl 10, al presidente della Conferenza dei sindaci – i massimi esponenti locali "scendono in campo" con tutta la loro forza politica e tutto il loro peso istituzionale per tutelare, fino in fondo, il diritto alla salute delle popolazioni da loro rappresentati.  «La situazione dell'assistenza ospedaliera nell'area dell'Asl 10 – viene rimarcato nel documento – versa ormai da tempo in una situazione di abbandono e in uno stato di inefficienza tale da mettere in seria difficoltà gli operatori sanitari e la collettività».  In relazione, poi, alla particolare situazione dell'ospedale di Oppido, tante sono le considerazioni emerse dal dibattito e riportate puntualmente nel documento: «Il nosocomio oppidese è stato e continua ad essere il presidio sanitario di un hinterland di circa 17.000 abitanti, con cinque comuni totalmente montani e due parzialmente montani; esso è il costante ed immediato punto di riferimento per tutte le prestazioni anche d'urgenza dell'intera zona montana. Per questi motivi risulta inserito nell'ancora vigente Piano sanitario regionale quale "ospedale di montagna", anche se – viene aggiunto – l'attuale situazione della struttura risente pesantemente di indirizzi poco oculati delle direzioni regionali succedutesi nel tempo, che hanno creato disservizi tali da renderlo poco funzionale e costringono gli utenti a raggiungere gli altri nosocomi, il più vicino dei quali è ad almeno 45 minuti in condizioni normali di percorribilità». I sindaci e gli altri organi della Comunità montana, infine, considerando fondamentale, irrinunciabile e indispensabile la presenza della struttura ospedaliera di Oppido in relazione, soprattutto, alle necessità primarie della popolazione montana, già fortemente penalizzata dalla mancanza sul territorio di altri importanti servizi, si rivolgono agli enti preposti affinché «si adoperino con l'urgenza che il caso richiede per ripristinare la funzionalità del presidio ospedaliero di Oppido, nel rispetto del Piano sanitario regionale, rendendo operative le divisioni ed i servizi così come previsto dallo stesso piano».  Oltre ai sindaci e agli altri organi della Comunità montana, l'assemblea - moderata dal presidente del consiglio della Comunità montana Bruno Barillaro - ha registrato la presenza e gli interventi di numerosi componenti dello stesso ente (tra cui il presidente della Giunta Antonio Alvaro e l'assessore Rosario Palumbo), nonché del "leader" del Comitato spontaneo dei cittadini Carmela Frisina, del primario ospedaliero Antonio Coco, del dott. Domenico Gianneta, del dirigente scolastico Bruno Demasi, di operatori sanitari e rappresentanti di partiti politici.

 

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