(5/3/1998)

Regione Calabria / Le ragioni dell'associazione degli assistenti sanitari
Un decreto non attuato

Vincenzo Vaticano

VARAPODIO Ad un anno di distanza dall’emanazione, da parte del Ministero della Sanità, del decreto n. 69/97, concernente la definizione e l’individuazione della figura professionale dell’Assistente sanitario, c’è da registrare la dura presa di posizione di Ottavio Caruso, responsabile regionale della "Associazione nazionale assistenti sanitari visitatori" con sede a Molochio, il quale, tramite la diffusione di un comunicato " ravvisa la necessità d’informare l’opinione pubblica sul mancato riscontro da parte delle Aziende sanitarie regionali ( ad eccezione della n.9 di Locri) della richiesta avanzata a tutti i direttori generali per l’applicazione della normativa vigente, ritenendoli, pertanto, responsabili di violazione della legge sul la trasparenza amministrativa giusta legge 241 del 90 e successive modifiche ed integrazioni". L' istanza, a suo tempo avanzata, precisa Caruso, chiedeva, tra l’altro, di tenere in debita considerazione il decreto in questione, programmando la figura dell’Assistente sanitario negli organici di tutti gli ambiti operativi aziendali di competenza, ricordando come il ruolo sia quello di operare sul territorio nell’ambito della medicina sociale, dell’igiene pubblica ed ambientale, della ricerca epidemiologica, dell’assistenza sanitaria, della prevenzione e della educazione alla salute individuale, familiare, di gruppo e della collettività. "Ma - afferma il responsabile regionale dell’Anav nel comunicato - le prime piante organiche dei servizi approvate, nonchè gli abbozzi, risultano prive del decreto ministeriale 69/97 e l’inadempienza delle relative disposizioni comporta una distorsione dei compiti di servizio, mettendo in discussione il funzionamento dello stesso. "D’altra parte - continua - sarebbe giusto, che prima di procedere alla definizione degli organici, le A.S.L e i sindacati si aggiornassero sui profili approvati dal Ministero della sanità. Considerato, inoltre, che trattasi di interessi pubblici e non privati, il cittadino-cliente deve ricevere le prestazioni sanitarie delle professionalità previste dall’ordinamento e selettivamente formate. Purtroppo - viene constatato - , le Aziende sanitarie non potendo contare su delle ‘regole’ ben precise dettate dal Governo Regionale, hanno organizzato i soliti interessi di bottega". Rilevando, ancora, come il già citato decreto individua nell’Assistente sanitario un professionista addetto alla prevenzione, promozione ed educazione alla salute, rivolta al singolo cittadino ed alla collettività, e che, quindi, questa figura non può essere ignorata anche perchè corrisponde ai principi indicati nel Piano sanitario, Caruso stigmatizza l’inspiegabile atteggiamento dell’Assessorato regionale alla sanità che " da una parte raccomanda quanto disposto dal decreto n.69/97 ai Direttori generali delle aziende sanitarie ed ospedaliere, dall’altra convalida gli organici senza tenere conto dello stesso decreto. "Volendo estremizzare - conclude il comunicato - si può dire che i posti di lavoro, Regione ed Asl non li hanno previsti, in barba alla disoccupazione, soprattutto se si tiene conto del Diploma universitario richiesto e del terreno ancora poco sfruttato.

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