(17/8/2002)

OPPIDO MAMERTINA / Conclusi gli scavi nella città vecchia

Vincenzo Vaticano

OPPIDO MAMERTINA - Su iniziativa della locale Amministrazione comunale di concerto con la Soprintendenza archeologica della Calabria,   si sono da poco conclusi due interventi di studio e di scavo ad Oppido Vecchia, borgo medievale insediato intorno alla prima metà del XI secolo su un pianoro in località Mella  fino  a che il rovinoso terremoto del 1783 lo rase completamente al suolo, e l’abitato venne trasferito in luogo più ameno. Tale distruzione comportò la cristallizzazione dei suoi resti, conservatisi sino ad oggi sostanzialmente alla stregua di come dovevano presentarsi all’indomani del terremoto, col tracciato viario urbano ben evidenziato, i muri delle case, della cattedrale, delle altre chiese e dei conventi assolutamente visibili, le torri del castello e le porte di accesso alla città svettanti ed imponenti. Va rilevato che, da alcuni anni, il borgo di Oppido Vecchia è oggetto di una campagna di valorizzazione da parte del Comune, guidato dal sindaco Antonello Freno, finora diretta, nonostante l’esiguità dei fondi disponibili, a far risaltare, con una serie di interventi a campione, le emergenze monumentali maggiormente notevoli. In quest’ottica – ha tenuto a dichiarare il primo cittadino di Oppido - si sono avviate anche importanti collaborazioni con altri soggetti pubblici e privati operanti nel campo della salvaguardia dei beni culturali. come il Dipartimento PAU della facoltà di Architettura dell’Università di Reggio Calabria con, in prima persona, la prof.ssa Simonetta Valtieri la quale ha programmato e svolto uno stage presso il Castello di Oppido con una decina di studenti, ospitati dall’Amministrazione comunale e guidati da un tutor. Quasi contemporaneamente il Comune, insieme alla Soprintendenza,  ha realizzato lo scavo archeologico di una chiesetta posta lungo lo stradone che collega le due porte d’accesso alla città. Lo scavo è stato condotto sotto la responsabilità del Direttore archeologo per la zona di Oppido dott.ssa Rossella Agostino, e diretto in loco dalla Dott.ssa Margherita Corrado. Nell’ambito dello stesso intervento, singolare è stato il rinvenimento, nei pressi del Castello, di una serie di grandi e impressionanti “silos” ricavati direttamente su un costone di pietra,  non paragonabili ad altra scoperta di analoga epoca, e la cui destinazione è, allo stato, ancora non chiarita. Forse, suppongono gli studiosi, servivano a far decantare l’olio, già all’epoca ricchezza della locale economia agricola e a riporre derrate alimentari, ovvero a conservare l’acqua, bene sin da allora caratterizzato da una eccezionale scarsità.

 

 

Back Home Page