Speciale Gazzetta del Sud - Pubblikompass (19/7/2001)

Varapodio - "Estate insieme 2001"

Con il patrocinio della Regione Calabria, Comunità montana versante tirrenico meridionele, Ente Parco nazionale dell'Aspromonte

 

Varapodio - Cittadina accogliente, ospitale e piena di storia

.................Il Paese. Le origini. Gli uomini Illustri. Le feste religiose. (di Vincenzo Vaticano)

Il Paese

A circa 70 chilometri dal suo capoluogo, Reggio Calabria, su un pianoro tra il fiume Marro (l'antico Metauro) ed il torrente Calabrò, sorge Varapodio. Adagiata ai piedi dell'Aspromonte, ad un'altezza di circa 230 metri sul livello del mare, in una favorevole collocazione geografica che offre ampi panorami, gode di un clima non eccessivamente rigido d'inverno e raramente afoso d'estate. Impiegando circa 20 minuti, chi vi risiede può raggiungere, alternativamente, le spiagge del Tirreno o i piani dell'Aspromonte; desiderandolo, inoltre, può agevolmente spingersi fino alla costa jonica imboccando, all'altezza di Polistena, la superstrada Jonio-Tirreno, arteria a scorrimento veloce e di grande comunicazione. E' una delle tante cittadine della fertile Piana di Gioia Tauro dove " ci sono gli uliveti più belli ed antichi d'Italia, alberi alti quindici, venti metri e sotto quel tetto argenteo, l'oro degli agrumeti, aranci e mandarini profumati e sotto ancora, in un mutar di verdi e di marroni, gli orti, i rampicanti, i prati d'erba tenera già fioriti di margherite a Marzo" (G.Bocca - "Inferno profondo sud, male oscuro"). Duemilacinquecento abitanti circa e una superficie di 2.932 Ha, confina con i comuni di Molochio, Terranova S.M., Taurianova, Oppido Mamertina, Rizziconi e Platì. Vi si arriva dalla Statale Dir.111 e, provenendo dall'autostrada A3, dagli svincoli di Gioia Tauro o Palmi. L'agricoltura, con un'ottima produzione olivicola ed agrumicola, è il settore trainante dell'economia, mentre l'industria è presente con opifici a prevalente conduzione familiare ed alcune fabbriche di trasformazione degli agrumi. Apprezzabile risulta l'attività artigianale, commerciale ed edile. Insieme ad altri otto comuni pianigiani da vita alla Comunità montana versante tirrenico meridionale con sede a Delianuova ed il suo territorio montano ricade nell'area del Parco nazionale dell'Aspromonte. Vi ha sede la Stazione dei Cc, l'Ufficio postale, la filiale di banca Credem e la dirigenza delI'Istituto scolastico comprendente i tre ordini di scuola materna, elementare e media di Varapodio ed elementare della vicina Terranova Sappo Minulio. Da qualche mese è stato ripristinato l'importante servizio di guardia medica notturna e festiva. Ecclesiasticamente è sotto la giurisdizione della diocesi di Oppido-Palmi con due Chiese parrocchiali: S.Nicola (don Mino Ciano) e S.Stefano (don Antonino De Masi). Cittadina accogliente, pulita ed ospitale, proprio di recente, in occasione dell'inaugurazione del nuovo e restaurato Municipio, ha ricevuto, per queste sue caratteristiche, un'infinità di elogi da parte delle numerose personalità che, intervenute alla manifestazione, hanno anche avuto modo di"esplorare" un po’ il paese, apprezzandone le varie strutture esistenti: piazza S.Stefano e S.Nicola con le omonime chiese e l'artistica illuminazione, via Umberto I con la sua antica pavimentazione di pietra lavica, via Ognissanti interamente ristrutturata, la nuova Villa con il suo piccolo anfiteatro, piazza Calvario immersa nel verde e le due spaziose tangenziali (via Alighieri e Rimembranze) che permettono di decongestionare il centro storico dal traffico veicolare. Infine, la frequentatissima via Generale Virdia, isola pedonale ed autentica "promenade" delle serate estive varapodiesi.

Cenni storici

Le sue origini si perdono nel tempo e le fonti storiche non sono del tutto illuminanti: Tuttavia, con l'ausilio dell'imponente monografia "Varapodio ieri ed oggi", frutto di un quarantennale lavoro di ricerca storica da parte del parroco di S.Stefano don Antonino De Masi, è possibile aprire ora un ampio squarcio sul buio fitto che ha coperto la storia del paese fino al 1990, anno in cui, appunto, è stata data alle stampe la preziosa opera del sacerdote varapodiese, a cui attingiamo per riportare, in forma estremamente sintetica, alcuni tratti salienti.. La storiografia e i numerosi reperti archeologici (tra cui la famosa "Coppa vitrea") comprovano come il territorio di Varapodio, in tempi assai remoti, fu abitata dagli autoctoni italici "Osci o Bruzi" e fu poi colonia greca e romana. In tempi meno remoti, in un susseguirsi di vicende storiche a medio e lungo termine, vi lasciarono le loro orme bizantini, svevi, normanni, angioini, aragonesi, saraceni e spagnoli. La sua fondazione, si suppone sia avvenuta intorno al 951 in località detta "Il Salvatore", a 3 chilometri circa dall'attuale sito. Una borgata di poche centinaia di abitanti, dediti all'agricoltura e raggruppati in povere abitazioni circostanti un probabile Convento di Basiliani ed un'accertata chiesa dedicata a S.Salvatore. Il suo nome ha subito diverse evoluzioni nel tempo: dal primitivo Marrapodi a Barapodi, Baropedium, Varapodi, fino al definitivo Varapodio, all'inizio del 1800. Il trasferimento graduale del centro abitato nell'attuale sito (dove già prima esistevano alcune chiese ed il Convento dei Padri Agostiniani) è avvenuto intorno al 1600. Fu "Casale di Oppido" e come tale ne condivise le sorti nelle vicende feudali, con relative successioni e spartizioni di terre. Come tutta la Calabria, nel corso dei secoli, oltre ai numerosi eventi dolorosi quali alluvioni, carestie, saccheggi e scorrerie di pirati, ebbe la sventura di essere reiteratamente sconvolta da spaventosi terremoti (1783, 1894 e 1908) che causarono innumerevoli vittime e disastri di ogni genere. In quello del 1783 perì il 28% della popolazione corrispondente ad oltre 500 abitanti. Altre 250 persone morirono, nel corso dell'anno, a causa della pestilenza che si sviluppò nei mesi estivi. Dopo la tremenda sciagura, contrariamente ad alcuni paesi viciniori (Terranova, Oppido) che furono trasferiti altrove, Varapodio, fu ricostruita nel medesimo sito. Artefice principale della riedificazione fu don Ferdinando Lenzi, illustre varapodiese. Lo "status" di "Casale di Oppido" cessò il 4 maggio 1811 allorchè, in seguito al regio decreto n.922, Varapodio fu dichiarata comune autonomo del circondario di Oppido Mamertina.

Uomini illustri

L'ideale "Albo d'oro" dei suoi figli illustri include parecchi personaggi (civili, militari, religiosi, letterati, artisti) che si sono particolarmente distinti nella loro attività dando lustro, in vari periodi, al luogo natio. Solo di alcuni ed in modo alquanto succinto, per ovvi motivi di spazio, è possibile tracciarne il profilo. Giuseppe Villivà (1807-1864), sacerdote e filosofo, ebbe fama di valente pedagogo; fu precettore dei figli di Ferdinando II ed insegnò filosofia presso l'Università di Napoli. Discepolo prediletto del Galluppi, rivelò il suo ingegno e la sua vasta cultura nei libri di scienza e filosofia adottati, peraltro, nelle scuole del tempo. A lui è intitolata la scuola elementare di Varapodio. Raffaele Sammarco.(1886 - 1951), poeta, letterato e giornalista, fu acclamato ed ammirato per i suoi saggi poetici anche in latino, greco, tedesco, francese ed inglese. Plurilaureato e poliglotta, suscitò grande interesse come giornalista nella veste di collaboratore della "Gazzetta di Messina", città dove risiedette per molto tempo e nella quale, dopo il terremoto del 1908, fu Provveditore agli studi. A Messina, inoltre, creò e diresse il quotidiano "L'avvenire di Sicilia e di Calabria". Giovanni Pascoli lo definì "il forte e pensoso Sammarco". A lui è intitolata la scuola media di Varapodio. Carmelo Faccioli (1792 - 1861), scrittore e storico di grande fama, fu un fervente patriota del Risorgimento e per questo perseguitato ed imprigionato dalla polizia borbonica. Giuseppe Carerj (1850 -1905), giurista, giornalista, economista, fu l'ideatore della Ferrovia secondaria Gioia Tauro-Cittanova. Mons. Giuseppe Antonio Virdia (1820 - 1903), alto prelato, fu vescovo di Cariati (CS). Tommaso Virdia (1859 - 1904), scrittore e generale medico dell'esercito. Giuseppe Pellegrino (1881 - 1957), generale di divisione dell'esercito. Carmelo Lenzi (1875 - 1968), musicista, compose l'Inno nazionale dell'artiglieria italiana. Raffaele Monteleone (1911 - 1980), musicista e compositore. A lui è intitolato il complesso bandistico municipale "Città di Varapodio".Tra i tanti altri del passato, remoto e recente, meritano senz'altro di essere menzionati anche le seguenti prestigiose figure: Antonio Trimarchi, patriota e filantropo; Giuseppe Longo, fondatore della biblioteca "Villivà"; Alfonso Virdia, avvocato; Diego Lentini, medico e scrittore; Pietro Blasi, sindaco di Varapodio per venti anni; Adolfo Pigneri, giurista e poeta; don Francesco Ascrizzi, sacerdote e storiografo; Antonino Tripodi, medico e scrittore; Rocco Olivieri, giornalista e poeta; Francesco Laganà, sacerdote e poeta; Giovan Battista Dell'Olio, tenente colonnello medico; Rosario Rositani, tenente colonnello; Teodoro Rositani, arciprete, musico e compositore. Carmine Panzera e Pietro Bagnato, tenenti cappellani L'ultima citazione, infine, spetta al maresciallo Mario Rubino, cittadino di Varapodio "honoris causa", recentemente scomparso dopo nove anni di permanenza quale comandante della locale stazione Cc.

Feste religiose

Tra le feste religiose popolari che si svolgono a Varapodio, due rivestono particolare importanza e sono molto sentite: quelle della Madonna del Rosario ( fine agosto) e della Madonna del Carmelo (seconda metà di luglio). La "discesa" dall’altare della sacra effigie , che avverrà dopodomani, durante la Santa Messa, segnerà appunto l’inizio dei solenni festeggiamenti, in onore di quest'ultima, che si protrarranno fino a tutta la giornata di domenica 23 luglio. Una ricorrenza, di grande valore mistico e di profondo significato religioso, caratterizzata da un alone di leggenda che circonda il nome di questa Madonna, venerata dai varapodiesi soprattutto per i prodigi compiuti in passato a protezione della popolazione. Nel lontano 1894, infatti, secondo minuziose ed attendibili testimonianze tramandate negli anni, la Madonna del Carmelo, con un prodigio, prima in Chiesa e poi nel corso della processione, ha dato dei segni straordinari alzando più volte le pupille al cielo, e preservando miracolosamente Varapodio, dove non ci furono vittime, dal disastroso terremoto che avvenne in Calabria il 14 novembre del 1894, intorno alle ore 18.50 e che causò rovine e lutti in quasi tutti i paesi del circondario. Come sempre, durante la processione per le vie dell’antico centro storico di Varapodio, una grande emozione pervaderà l’oceanica folla di fedeli quando transiterà nei punti in cui (via Dogali e via S.Biagio) si verificò il prodigio. L'annuale avvenimento, in definitiva, è l’occasione per gli emigrati, di rientrare a Varapodio per partecipare, almeno una volta, ai grandi festeggiamenti riservati alla Santa protettrice. Ecco perché, il paese, in questo periodo, si anima in modo insolito e c’è un insolito fermento. in vista dell’appuntamento con la festa principale del paese. Alla liturgia prettamente religiosa saranno abbinati i festeggiamenti civili con le "performances" del complesso bandistico Città di Rutigliano (BA) e del noto gruppo musicale "Audio 2". Oltre, ovviamente, l'esibizione del complesso bandistico municipale "Città di Varapodio" diretto dal maestro prof. Carmine Calipari. I fuochi d’artificio e il ritorno sull’altare della Madonna del Carmelo chiuderanno i festeggiamenti.

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