IL MESSAGGERO Martedì 17/03/1992
Successo domenica sera per l'italocanadese al Tendastriscie
Vannelli , un maestro di ritmi scatenati
Travolgente presenza scenica ,piccolo ma ottimo
gruppo,tanti vecchi successi:
così ha conquistato i quattromila presenti
di PAOLO ZACCAGNINI
Facciamo pubblica ammenda ma mai avremmo
creduto,nonostante approdasse per la prima volta in Italia,
che la famiglia Vannelli, e nella
fattispecie il bel Gino ,canadese di chiarissime origini
italiane , più
precisamente molisane di Campobasso
,avesse un così largo ed entusiastico seguito.E ben ci sta,
a noi scettici ,perchè Vannelli
,nonostante negli ultimi anni si sia eclissato dalle scene anche
per colpa
di album bruttissimi ,ha fornito una
prova smagliante che fa interrogare sul perchè non vada più
spesso
in tour visto che di bestie feroci da
palcoscenico come lui ce ne sono davvero pochissime in
circolazione.
Uno spettacolo in economia ,sul palco una formazione senza
bassista -ma il fratello Joseph ,detto Joe ,
alle tastiere è un genio e bravissimi ,ma troppo pesanti
sono il batterista Enzo Todesco e il chitarrista
Tony Patrick mentre perfetta è stata la prova di Lynn
Davies ,la corista -e che punta solo e soltanto alla
musica ,note che si sono fermate alla metà-fine anni
Settanta ma che, nonostante questo, sono ancora
trascinanti e piacevolissime ,proprio come allora ,segno
che la stoffa c'è e Vannelli dovrebbe rinnovarsi
solo nel taglio,nello scrivere .Principe della scena
Vannelli ,si diceva ,campione di quel rock alla Freddy
Mercury che ,con massiccie dosi camp e repentini
passi di danza ,si impossessa degli spettatori .
Il Tendastriscie domenica sera era stracolmo ,saranno
stati più di quattromila a stringer d'assedio il nudo
palco -e,attraverso una sapiente scaletta in cui il vigore
la fa da robusto protagonista ,li porta a bollitura
facendoli ballare,cantare e divertirsi ininterrottamente
per due ore.
Scoperto da un grande come il trombettista Herb Alpert
-fondatore ,con Jerry Moss, della A and M - e
influenzato da musica classica e rhythm'n'blues, otto
dischi vendutissimi all'attivo ma anche una fallimentare
carriera come produttore e discografico ,Vannelli,se non
lo si fronteggia in uno spettacolo,appare solo
come uno scintillante fantasma anni Settanta ,idea che
viene spazzata ,cancellata,distrutta quando è in concerto
dove davvero si scatena e fa impallidire performers
ben più noti e amati di lui. E tutto questo senza ricorrere
a diavolerie d'alcun genere tanto è vero che voleva
esibirsi addirittura senza fondale . Ma che ci fosse o meno
certo non lo si sarebbe notato,Appaloosa e In
the name of money hanno messo subito le cose in chiaro ,
Vannelli e i suoi erano lì per dare il massimo . E
quello hanno dato .Esaltando i presenti e dispiegando un
impatto sonoro travolgente che,alla fine ,ha convinto
anche scettici come chi scrive .
Living inside myself ,Wild horses ,che ormai è
inno heavy -metal tanto Todesco gli dà di distorsore e Patrick
picchia duro, e Where am I going ,tipica ballad
vannelliana pulsante ritmo,sono degli spari che illuminano
il buio e dimostrano -come, da un punto di vista
discografico, l'ultimo 33 giri ,un live ,pubblicato-quanto
Vannelli non abbia perso ,negli anni di silenzio ,del suo
carisma anche se i pezzi nuovi,pochissimi ,non
reggono il confronto con i sui classici. If I should
lose this love, Lady,Black and blue,Hurts to be in love
volano via in fretta ,ma non senza aver evidenziato
bravura della Davies e del Vannelli più anziano,Joe,quindi
arrivano i fuochi d'artificio ,quattro pezzi che ,pensando
ai diritti d'autore ,sono come un'assicurazione sulla
vita e artisticamente ancora vivissimi e palpitanti ,vale
a dire People gotta move ,Just wanna stop,Brother to
Brother e Black cars ,imperdibili. Una
valanga di note ,una sarabanda di assoli e,nel mezzo, il
funambolico
Gino che ,alla fine ,ringrazia i festanti e va via .Per
tornare con un lento romanticissimo,Put the weight on
my shoulders,assai pacato,che chiude ,sul serio,lo
show. E riapre il "dossier Gino Vannelli", artista che
va
recuperato anche in sala d'incisione visto quel che sa
fare e dare in scena .