Con
decreto provveditoriale n.62846 del 27/11/90 la Direzione
Didattica di Varapodio, che comprende anche i comuni di Molochio e
Terranova Sappo Minulio, è stata intitolata a Giuseppe Villivà
mentre con decreto n. 33814 del 25/11/91 la Scuola Media è stata
intitolata a Raffaele Sammarco. Gli eventi, tuttavia, non hanno
avuto la rilevanza che meritavano: ad essi non è seguita alcuna
attività di rilievo culturale o qualsiasi alfra forma di
manifestazione che di solito caratterizzano questi avvenimenti. E'
verosimile l'ipotesi che sono molti i varapodiesi a non sapere che
gli edifici scolastici portano i nomi di due persone così
illustri. E' opportuno, per questo, tracciarne un breve
profilo biografico. Raffaele Sammarco, poeta, letterato, maestro,
nasce a Varapodio il 14 ottobre 1886 e muore a Reggio Calabria
all'età di 65 anni. Incomincia a scrivere versi da ragazzo, a
comporre con facilità, quasi improvvisando, perfino lunghi poemi.
Plurilaureato e poliglotta fu acclamato e ammirato per i suoi
saggi poetici anche in latino, greco, tedesco, francese ed
inglese. Grande interesse suscitò anche come giornalista nella
veste di collaboratore della "Gazzetta di Messina", città
nella quale risiedette per molto tempo e nella quale, nella sua
attività molteplice, fu animatore e fautore di ogni migliore
impresa per la rinascita. A Messina creò e diresse il quotidiano
"L'avvenire di Sicilia e Calabria" e dopo il terremoto
del 1908 diventa Provveditore agli Studi per riordinare le scuole
della città. Le sue opere ed i suoi articoli vennero ricercati e
letti da uomini insigni della letteratura e della politica.
Giovanni Pascoli lo definì il "forte e pensoso
Sammarco". Giuseppe Villivà, sacerdote, scrittore, filosofo,
nasce a Varapodio il 1 gennaio 1807. Per le sue grandi doti
culturali viene assegnato, all'età di 24 anni, ad insegnare
lettere e filosofia presso un'istituzione religiosa. Ebbe fama di
valente pedagogo per cui, trasferitosi a Napoli, allora centro
culturale del meridione, fu nominato precettore dei figli di
Ferdinando II e gli fu conferita la cattedra di filosofia presso
l'Università della città. Discepolo prediletto del grande
filosofo calabrese Galluppi, rivelò la sua vasta cultura e il suo
ingegno soprattutto nei libri di scienze e filosofia adottati,
peraltro, nelle scuole del tempo. Morì all'età di 57 anni. |