PRESENTAZIONE
NOME
CHIARA
COGNOME VATICANO SCUOLA III MEDIA VARAPODIO ANNO SCOL. 2002/2003 CHIARA ama molto leggere, in particolare il genere "GIALLI". La sua scrittrice preferita è AGATHA CHRISTIE, della quale possiede una raccolta. Ecco perché ha sentito il desiderio di emulare il suo idolo scrivendo un racconto "giallo". Con fantasia ne ha costruito la trama. - Le osservazioni della scrittrice "in erba" - Il racconto è costituito da poche pagine; per me è stato un piacere scriverlo, mi sono veramente divertita e quasi quasi realizzata. Sono sicura che continuerò a scrivere ancora. A scuola ho sempre scritto storie, ma questa è diversa da tutte le altre e ne sono contenta. |
“
LA VENDETTA”
Commissario Valli
Poliziotto Belli
Lozzi Stefania
Baldini Giovanni
Bianchi Miriam
Trocchi Gina
Divoli Grazia
Capponi Margherita
La boutique “Grazia”
Il commissariato S. Lucia
La biblioteca comunale “Sul Leggio”
L’appartamento di Stefania Lozzi
1°
- Paragrafo –
“Mi
servirebbe un pantalone elegante, nero, possibilmente”, chiedeva l’
assidua cliente della boutique, una ricca ragazza sui trent’ anni, frequentava
spesso il negozio, non avendo niente da fare, che oziare dalla mattina alla
sera. Sempre ben vestita, coi suoi modi da “signora” e di continuo con la
sigaretta in bocca.
“Abbiamo
questo modello e quest’ altro, oppure quel pantalone a righe che vede in
vetrina”, “Preferirei provare questo”, disse la signora Bianchi
dirigendosi verso il camerino. “Faccia
pure”, “Mi dica, Stefania, come va
con la casa e con il suo fidanzato? Naturalmente tutto bene,…mi auguro?” Disse la
signora Bianchi.
"Tutto
bene, io e Giovanni abbiamo deciso di sposarci tra due mesi, una piccola cerimonia,
perché sa bene che non possiamo permetterci molto". "Benissimo, sono
felice
per voi, cara Stefania" - Disse uscendo dal camerino- Questi pantaloni mi
stanno davvero bene, va solo effettuato l'orletto, sono certa che si offrirà
lei stessa a fare"; le stanno davvero bene, per l’ orlo non si preoccupi,
saranno pronti per domani. Prese degli spillini e li appuntò ai bordi del
pantalone, poi disse “Li può togliere, adesso”. Tornata nei suoi panni, la
signora Bianchi si guardò un po’ in giro, salutò e andò via.
2° - Paragrafo –
Stefania,dopo
aver salutato Giovanni, uscì.
3° -
Paragrafo –
“Va
bene, allora ci vediamo verso le venti e trenta a casa mia, ti aspetto…Si,
adesso, però, ti devo lasciare, ho una cliente, ciao!" Disse Stefania
parlando al telefono con Giovanni.
"Signora
Bianchi, i suoi pantaloni sono a posto, un attimo che vado a prenderli in
magazzino", Riprese Stefania riattaccando la cornetta. Ritornata dal deposito,
Stefania disse “Glieli ho anche stirati, sono 52,00 euro, tutto compreso",
“Benissimo, ecco a lei”, “Grazie e arrivederci", "Buongiorno".
4° -Paragrafo-
Così
continuavano il loro colloquio.
5°-
Paragrafo-
"Ci rivediamo signora Bianchi come va?" Disse Stefania appena scorse la ragazza entrare, "Oh, tutto bene, sono venuta perché dovrei fare un regalo per il compleanno di una mia amica", "Si, venga pure da questa parte, ci sono i nuovi arrivi. Vuole qualcosa di sportivo o elegante?", "Preferirei qualcosa di sportivo, il regalo è per una ragazza della mia stessa età". Dopo aver visto parecchi modelli, la signorina scelse il più adatto da regalare e si diresse, seguita da Stefania, verso la cassa. Proprio in quel momento squillò il cellulare di Stefania che, chiedendo scusa alla cliente che le stava davanti, rispose:”Pronto…Oh, l’agenzia viaggi. Allora è tutto pronto per il viaggio di nozze? …Si…Le servono i nominativi!… Stefania Lozzi e Giovanni Baldini… Ok, allora passo dall’agenzia verso mezzogiorno! Arrivederci."
Poi
rivolgendosi alla cliente che aveva lasciato in attesa disse "Mi scusi tanto
se l’ho fatta aspettare, ma attendevo con ansia la conferma del viaggio di
nozze… Ma signora sta male, mi sembra un po’ pallida!", l’altra
effettivamente era sbiancata di colpo in volto, rispose "No, non sto male… Allora, quanto costa la
maglietta? Possibilmente faccia un pacco regalo", Stefania eseguì accuratamente l’ordine e poi concluse dicendo
"Ecco a lei,
sono 25,00 euro". La signorina Bianchi pagò e uscì salutando di sfuggita, tanto
da scatenare preoccupazione e nello stesso tempo curiosità in Stefania.
6° - Paragrafo –
Dopo averle mostrato i vari scaffali e tutto il resto, Stefania concluse dicendo: "Allora, Gina tu hai detto di aver lavorato in altre boutique, per questo non ci dovrebbero essere problemi, sei già indirizzata".
La ragazza,
poco più piccola di Stefania, appariva nel complesso carina: alta, un po’
robusta, con capelli corti e biondi, vestiva con dei jeans larghi e un
maglioncino a righe colorate. A guardarla sembrava più che sicura di sé, capace
e da non farsi impaurire da niente e nessuno. Rispose a Stefania con una voce
che rispecchiava il suo aspetto "Si, ho lavorato altre volte come commessa,
potrei prendere il tuo posto stasera stessa", "Be', sarà meglio aspettare
fino a domani, sono passate già le venti e non credo che a quest’ora ci sia
qualcuno che abbia voglia di fare spese" -disse Stefania in tono decisamente
ironico- Gina le rispose con un semplice sorriso di simpatia.
7° - Paragrafo –
Il
mattino seguente nella boutique, dove aveva sempre regnato la tranquillità,
c’erano agenti di polizia dappertutto e persone curiose di sapere ogni cosa.
Stefania,
era stata trovata morta, avvelenata dentro un camerino della boutique,
dall’autopsia eseguita, era stato rilevato che il decesso era avvenuto intorno
alle venti, venti e trenta e che l’assassino, aveva iniettato una siringa
contenente veleno nel braccio destro della vittima, causandone la morte
immediata. Non era stato precisato il nome della sostanza ma per certo si sapeva
che era molto forte e capace di agire in pochissimi secondi.
8° - Paragrafo –
Poche
ore dopo aver controllato accuratamente la situazione nella boutique, il Commissario Valli sedeva nel suo studio e davanti a lui c’era Gina, la nuova
commessa.
"Allora signorina, da quanto scaturito dalle indagini lei è l’ultima persona ad aver visto la signorina Stefania Lozzi! Conferma?" Disse seccamente Valli, "Si comandante, ma con questo non vorrete dire che sia stata io a …
A questo punto Gina si fermò e si coprì il volto con le mani, "Signorina" disse Valli rassicurante "Nessuno la sta incolpando, io sto solo svolgendo il mio lavoro. Lei mi potrebbe fornire indizi utili; adesso, per piacere stia calma e mi racconti tutto, nei minimi particolari, da quando vi siete viste a quando vi siete lasciate".
A questo punto Gina incominciò, più calma "La signora Grazia, proprietaria della boutique, aveva saputo da una sua amica che io cercavo un posto di lavoro e che avevo avuto altre esperienze in altre boutique, per questo ieri, mi contattò e ci incontrammo a pranzo a casa sua. Finito di pranzare, disse che mi dovevo presentare, alle diciannove, in boutique, così mi avrebbe fatto conoscere la signorina Stefania, che io avrei dovuto sostituire per un po' di tempo".
A questo punto il commissario la fermò e le disse "Mi scusi se la interrompo ma per quanto tempo avrebbe dovuto sostituire la signorina Stefania?" "Esattamente per un mese".
Valli fece un cenno d’assenso col capo e lei proseguì, "Come d’accordo, mi presentai alle diciannove in punto alla boutique, lì mi accolsero la proprietaria e la signorina Stefania. Parlammo per circa mezz’ora nello studio della signora Grazia che poi ci lasciò e disse a Stefania di farmi un po’ vedere i trucchi del mestiere. Così fece, poi uscimmo, tutte e due alle venti e cinque; io mi diressi subito nella mia auto e partii, mentre Stefania si fermò ad abbassare la saracinesca del negozio... Questo è tutto".
"Va bene per oggi, se avremo nuovamente bisogno di lei glielo
faremo sapere. Arrivederci”. A questo punto il commissario si alzò, strinse
la mano a Gina, che uscì.
9° - Paragrafo –
Dopo aver esposto le proprie idee, Valli lasciò parlare il signor Baldini.
"Allora che cosa aspettate a sbatterla dentro", gridò con il volto rigato di lacrime, "Perché, non sono proprio sicuro che la signorina Gina avrebbe potuto commettere un omicidio", "Be', allora dall’aspetto fisico lei può capire se una persona ha commesso o no un omicidio!?" Disse secco il signor Baldini.
"Mi dispiace se le ho fatto pensare questo, volevo solo dire
che non ci sono abbastanza prove per accusare la signorina Gina di aver commesso
il delitto". "D’accordo, mi scusi se sono stato scortese, adesso devo
proprio andare, mi raccomando, se sa qualcosa mi avverta".
10° - Paragrafo –
"Commissario, in deposito abbiamo trovato questo". Belli, uno dei poliziotti che si stavano occupando del caso, mostrò a Valli un libricino spesso, verde, con una scritta rossa "Veleni e misteri", trovato nel magazzino della boutique.
Il commissario lo prese in mano e vide che sul retro era timbrato: Biblioteca
comunale: "Sul leggio". poi disse, con una luce negli occhi, "Questa è la
soluzione ai nostri problemi".
11° - Paragrafo –
Mezz’ora
più tardi, il commissario e Belli, stavano per entrare alla biblioteca "Sul
leggio".
"Buongiorno
signora, sono il commissario Valli del commissariato Santa Lucia… Lei è…"
Disse rivolgendosi a una donna sui quarant’anni, ben curata e senza un capello
fuori posto, che si trovava dietro una scrivania e scriveva al computer.
"Buongiorno commissario, io sono Margherita Capponi, la proprietaria di questa biblioteca. In che cosa posso esservi utile?" Rispose in modo cordiale, "Non so se ha sentito parlare dell’assassinio di quella giovane commessa, avvenuto ieri sera!" "Si, ne ho sentito parlare e devo dire che ne sono rimasta molto turbata".
"Bene, noi siamo qui proprio per questo. La ragazza è stata avvelenata e nel deposito del negozio, abbiamo trovato questo libricino, con il vostro timbro" E il commissario trasse di tasca l’ opuscolo e lo porse alla signora che dopo averlo scrutato confermò "Si, è proprio un libro dei nostri" , allora Valli chiese "Ci potrebbe dire chi ha e quando è stato ritirato questo libro?".
"Si, attendete un attimo, controllo nel computer", Dopo qualche minuto la signora disse "Nell’inventario dei libri ritirati quest’anno non risulta, è molto raro che la gente scelga questo tipo di libro se non per uno scopo ben preciso. Il libro fa parte di una collana di testi chimici e scientifici… Controllo nell’inventario dell’anno scorso".
Dopo aver ricercato accuratamente, la signora disse "Questo libretto è stato ritirato dalla signora Bianchi Miriam, la quale non ha poi riportato. Di solito contattiamo le persone che non riportano i libri, ma in questo caso era un libro di poca importanza e abbiamo lasciato perdere; adesso ricordo!
"Dopo aver
preso appunti, Valli strinse la mano alla signora, la ringraziò e uscì seguito
dal suo collega.
12° - Paragrafo –
"Comandante,
la signora Bianchi Miriam, abita in Via Dei Salici n. 18, è sposata da pochi
mesi con un ricco imprenditore e a quanto pare sembra una persona a posto".
Disse Belli rivolto a Valli che rispose "La rintracci comunque, e le dica di
presentarsi in commissariato questa mattina; sono già passati due giorni
dall’omicidio della ragazza e non possiamo perdere tempo". "Va bene
comandante, mi procuro il suo numero di telefono e la avverto" concluse Belli,
uscendo dallo studio di Valli.
13° - Paragrafo -
"Signora, io non voglio contraddirla, ma le circostanze mi consentono di
farlo. Gli indizi ci sono e non possono essere solo coincidenze" Disse placido
il comandante, "Scusi, con questo cosa vorrebbe dire!?". "Vorrei dire che
se lei ci aiutasse e collaborasse con noi, sarebbe tutto più facile, signora
Bianchi".
In
quel momento bussarono alla porta: era Belli che chiedeva a Valli di uscire.
“Comandante, tutto coincide! Abbiamo scoperto che circa un anno fa, in un paesino a pochi chilometri da qui, è stato commesso un omicidio in una casa di un’anziana molto ricca che disponeva di una grossa somma di denaro. Oltre all’omicidio, scomparve anche il capitale della donna; la polizia non riuscì mai a trovare il colpevole dell’accaduto, perché la donna era sola, non conosceva nessuno. Chi sapeva del denaro di cui disponeva, se non qualcuno che abitava con lei?
La signora non usciva mai e di conseguenza non parlava con nessuno. Non aveva neppure parenti!". Concluse soddisfatto Belli, "Già, chi ha ucciso la donna e rubato il proprio denaro deve essere stato per forza qualcuno che abitava con lei, magari un domestico… Ma, mi scusi Belli, questo cosa centra con la faccenda di cui ci stiamo occupando?". "E qui, arriva il nocciolo della questione" Disse Belli "
La donna è stata avvelenata proprio con lo stesso
veleno e con lo stesso metodo con cui è stata avvelenata la signorina Stefania,
"Ora capisco" Disse Valli. Secondo lei ci potrebbe essere qualche
collegamento con l’omicidio di cui ci stiamo occupando. Ascolti la mia
versione: circa un anno fa è stato ritirato dalla biblioteca comunale, un libro sui veleni che sarebbe servito alla signora Bianchi, per
uccidere quell’anziana donna. Adesso dobbiamo chiarire alcuni punti.
"Punto
primo: la signora Bianchi come mai conosceva quell’anziana donna? Potrebbe
essere stata una domestica, ma non un’amica, perché come abbiamo detto la
donna non conosceva nessuno. Non poteva essere nemmeno una parente, perché non
ne aveva. Punto due: perché avrebbe dovuto uccidere anche la signorina Lozzi?
Si
trattava di una vecchia conoscenza, che riguardava il delitto e il furto,
avvenuto un anno fa?" Concluse il comandante. "Già, bisogna risolvere
questi punti interrogativi!" Disse Belli perplesso.
"Adesso
rientro e continuo ad interrogare la signora Bianchi" E dicendo questo, il
comandante rientrò nel suo ufficio, dove aveva lasciato la donna".
*
* * * *
"Signora Bianchi, mi scusi se l’ ho fatta attendere. Continuiamo il nostro dialogo. Lei, circa un anno fa, ha ritirato un libro alla biblioteca comunale della città "Sul Leggio". Nello stesso periodo è stata uccisa, avvelenata, una anziana ricca donna. Non è una coincidenza che sia stata avvelenata allo stesso modo della signorina Stefania, giusto signora?".
"Guardi che io non capisco dove vuole arrivare, commissario, sto iniziando a perdere la pazienza"gridò sempre più indignata la donna.
Per un momento Valli pensò di sbagliarsi e che
la signorina Bianchi non centrasse per niente in quella storia, ma poi ritornò
in sé e non si impietosì. "Signora" disse "Le conviene confessare, perché
altrimenti sarà questione di tempo, scopriremo da soli per quale motivo ha
ucciso la signorina Stefania".
Per
qualche secondo nella stanza regnò il silenzio, poi la signora Bianchi cominciò.
“Lo ammetto, sono stata io a uccidere la signorina Stefania Lozzi. Frequentavo spesso, come le ho detto, la boutique. Consideravo la signorina Stefania una persona gioviale, simpatica, quasi la invidiavo; ma non l’ ho uccisa per questo. Sapevo che era in prossimità di sposarsi, un giorno mentre ero nella boutique, ho ascoltato una sua telefonata al cellulare con il suo futuro sposo: Giovanni Baldini, che io conoscevo bene..."
Esitò un momento poi continuò "abbiamo commesso insieme l’omicidio di quell’anziana donna. Io lavoravo da lei come domestica e Giovanni come giardiniere. La donna mi aveva parlato spesso del suo capitale e così, insieme organizzammo di ucciderla. Il patto era di dividere la somma in parti eque. Però, dopo aver commesso l’omicidio lui mi disse che dovevo partire subito, perché la polizia ci aveva scoperto, così lasciai la mia parte di denaro nelle sue mani; avremmo con calma, poi diviso la somma. Non era vero, la polizia era soltanto un pretesto per tenersi anche la mia somma di denaro. Quando scoprii che mi aveva ingannata mi ero ripromessa di fargliela pagare. Si prese gioco di me: mi diceva che con questo denaro ci saremmo sposati e avremmo vissuto in una villa con tutte le comodità. Mi aveva fatto perdere la testa. Appena capii l’inganno mi trasferii qui per rifarmi una nuova vita, però vivevo sempre con quel peso sulla coscienza. Mi sposai con un uomo benestante e così pensavo di poter ricominciare da zero e dimenticare il passato. Quando, però, quel giorno scoprii che Giovanni Baldini era il futuro marito di Stefania, non capii più niente e quella fatidica sera, aspettai il momento giusto per agire; la condussi in magazzino col pretesto di dover urgentemente cambiare un regalo, comprato pochi giorni prima e le iniettai una siringa contenente veleno. Dopo averla uccisa scoprii che Giovanni aveva perso tutto il denaro rubato, spendendolo per aprire una concessionaria di auto che però finì con l’andare in gestione ad altri proprietari, perché con lui era andata male. Devo dire che ne fui contenta…".
"Signora" La interruppe grave il commissario "Perché, allora, non ha ucciso il signor Baldini?" "Perché lui doveva pagare due volte: prima doveva soffrire per la morte della sua futura moglie e poi per la sua incarcerazione, quando voi aveste scoperto la verità. Io ero sicura che l’avreste scoperta e ne ero quasi felice, non tanto per me, quanto per Giovanni" concluse con malignità la donna. "Signorina, lei è in arresto per l’omicidio dell’anziana signora dove lavorava e per il furto del suo capitale. Inoltre, per l’omicidio della signorina Stefania Lozzi".
In quel
momento entrò Belli e il commissario disse "Belli arresti la signora qui
presente, Bianchi Miriam e il signor Baldini Giovanni".
...E I RACCONTI CONTINUANO... |
UN
GIORNO
PARTICOLARE NEL TRANQUILLO PAESINO
E'
Settembre, Martina, una giovanissima ragazza, ama
giocare a tennis e quando può gioca, anche, dove capita. Un giorno nel
vicolo la pallina, cosa strana, colpì il vetro della finestra frantumandolo. La
casa era chiusa, perché era abitata dalla famiglia Foletti soltanto in
estate.
FINE
© ISTITUTO COMPRENSIVO VARAPODIO- Sito curato dalla docente funzione obiettivo "Nuove tecnologie" prof.ssa Angela Raco