REGGIO CALABRIA – La
famiglia Scutellà di Oppido e residente a Scido è al centro di
un caso doloroso, sconvolgente: il figlio Flavio, dodici anni,
è morto agli Ospedali Riuniti lunedì scorso. In sintesi i
passaggi della tragedia. Il 25 ottobre Flavio si trova in un
oratorio di Tresilico di Oppido Mamertina in attesa di
frequentare il catechismo. Giocando in una giostra, si fa
male, sbattendo probabilmente la testa contro un palo.
All'ospedale di Polistena Flavio viene sottoposto ad una tac.
Gli viene riscontrato un ematoma nel lobo temporale, per cui
si rende necessario il suo trasferimento in una divisione di
Neurochirugia. A Cosenza, Reggio e Catanzaro non si trova un
posto-letto libero, L'elisoccorso con il buio chiude. Il
trasferimento a Reggio in ambulanza diventa un calvario visti
i lavori dell'A3. Alle 21.30 Flavio è agli Ospedali Riuniti e
successivamente viene operato (dopo la mezzanotte). Si aggrava
comunque e lunedì il suo generoso cuoricino cessa di
palpitare, lasciando nella disperazione più cupa familiari e
amici.
Caso di malasanità? O fatalità? O ancora le
difficoltà di mobilità in un territorio in cui il sistema dei
trasporti è a pezzi? Forse la tragedia di Flavio è la sintesi
di queste tre situazioni.
Saranno le indagini della Procura
di Palmi affidate al sostituto procuratore Francesco Tedesco a
stabilire se ci sono state responsabilità o concorso di
responsabilità. Ieri sul corpicino di Flavio è stata eseguita
l'autopsia, oggi i funerali. E comunque ancora una volta va
sotto processo la sanità calabrese e più che mai la sanità
della Piana, dove esistono tanti ospedali nel raggio di pochi
chilometri (Palmi, Gioia Tauro, Taurianova, Polistena,
Cittanova, Oppido), ma tutti al centro di gravi
problemi.
Altamente esemplare e dignitosa la reazione della
famiglia che ha deciso di donare gli organi «per dare vita e
speranza ad altri ragazzi».
Da morte a volte nasce vita o è
vita che continua. Il dott. Pellegrino Mancini del Centro
regionali trapianti assicura: «L'espianto degli organi di
Flavio è stato seguito a Cosenza e già oggi (ieri per chi
legge, ndr) anche tutti i trapianti sono perfettamente
riusciti». Il fegato di Flavio ha fatto felici due ragazzine
di Palermo, ad una delle quali è stato trapiantato pure un
rene. L'altro è servito per dare speranza ad un ragazzino
romano (l'intervento è stato eseguito all'ospedale "Bambin
Gesù" della Capitale). Le cornee sono state conservate nella
Banca dati di Cosenza. Anche il pancreas è stato conservato:
servirà per produrre cellule pancreatiche destinate a
ragazzini affetti di diabete.
Il padre di Flavio, Alfonso
Scutellà, che insegna all'Istituto tecnico di Oppido, dice con
le lacrime agli occhi e la morte nel cuore: «Non ho avuto un
attimo di esitazione, con mia moglie (la signora Maria Tocci,
pure lei insegnante, ndr), a donare gli organi di Flavio. Ora
ho la certezza che altri bambini grazie a questo nostro gesto
continueranno a vivere e i loro genitori, grazie al nostro
dolore, potranno sorridere».
Dal grande gesto all'atroce
dubbio: ma Favio poteva essere salvato? Alfonso Scutellà: «Mi
pongo solamente una domanda: perché è accaduto tutto questo?
Viviamo in Calabria, siamo uguali a tutti i cittadini italiani
perché paghiamo le tasse, siamo gente perbene. Abbiamo quindi
il diritto ad avere gli stessi servizi che hanno al
Nord».
Dall'Azienda ospedaliera di Reggio, il direttore
generale, ing. Leo Pangallo, fa sapere: «Dalla nostra
inchiesta interna non emerge alcuna responsabilità né ritardi
nelle procedure diagnostiche e terapeutiche seguite dal
momento del ricovero del ragazzo. Le indagini della
Magistratura sicuramente faranno luce su eventuali
responsabilità».
Il presidente della Regione, on. Agazio
Loiero: «Se qualcuno nella sanità ha sbagliato, se si sono
responsabilità che verranno accertate, si prepari a fare la
valigia. Che la sanità nella Piana non funzioni lo sanno
tutti. Il guaio è che ci siano resistenze al suo cambiamento.
Mi è difficile trovare parole per una morte così».
Forte
anche la reazione dell'on. Angela Napoli (An) che attacca a
tutto campo la sanità calabrese, non risparmiando Giunta e
Consiglio e annuncia: «Assumo l'impegno, dovuto alla memoria
del giovane Flavio, di trasferire il caso alla Commissione
parlamentare d'inchiesta sugli errori in campo sanitario».
Michele Trematerra (capogruppo Udc) parla di «emergenze
continue che dimostrano l'assenza di qualsiasi razionale senso
dell'organizzazione sanitaria in Calabria». Vera Lamonica e
Pasquale La Rosa, rispettivamente segretario regionale e
comprensoriale della Cgil parlano di tragedia annunciata
mettendo sul banco degli imputati «coloro che nel corso di
questi anni si sono resi responsabili di questo sfascio».
Infine la solidarietà alla famiglia Scutella dalla Conferenza
dei capigruppo del Consiglio regionale.