OPPIDO - Oltre
a un profondo dolore, c'è incredulità e rabbia in tutti i
plessi del locale Istituto comprensivo che tra i quasi mille
alunni accoglieva, fino a qualche giorno fa, anche Flavio
Scutellà.
Un allegro e gioviale "ragazzone" di Scido che
per un tragico destino e per una serie di sfavorevoli eventi
(al vaglio della magistratura inquirente), è morto lunedì
scorso presso gli Ospedali Riuniti di Reggio.
Flavio,
secondo di cinque figli, a dispetto della sua giovane età e
seppur sofferente di qualche precoce problema di salute, con i
suoi centosettacinque centimetri di altezza era dotato di un
possente fisico. Adesso viene pianto da tutte le componenti
della grande famiglia della scuola oppidese, di cui fanno
anche parte i suoi genitori: il padre Alfonso Scutellà,
assistente tecnico di laboratorio; la madre Maria Tocci,
docente di informatica. Entrambi, anche se comprensibilmente
affranti e prostrati, hanno avuto la forza e il coraggio di
compiere un gesto di grande altruismo e generosità
acconsentendo all'espianto degli organi del figlio, una volta
che ne è stata accertata la morte clinica.
I locali della
scuola media, dove Flavio frequentava la terza C, ieri mattina
erano pervasi da un'atmosfera quasi irreale. Ai movimenti e
all'inevitabile sottofondo di voci che di solito
caratterizzano l'atrio, le classi e i corridoi di questi
edifici è subentrato un silenzio quasi religioso, a
testimonianza della tragedia che si era consumata. Insieme al
dirigente scolastico Francesca Maria Morabito - visibilmente
provata dal triste epilogo della vicenda - siamo entrati nella
classe dove, in fondo all'aula, il banco vuoto di Flavio e la
palpabile tristezza dei compagni e dei professori più di
qualsiasi parola rende l'idea di quanto accaduto.
«Seppure
in servizio da appena due mesi presso l'Istituto comprensivo
di Oppido – ci ha confidato la dott.ssa Morabito – ho avuto
modo di conoscere Flavio e la sua famiglia e, pensando a lui,
rivedo quel suo sguardo chiaro e vivace, quegli occhioni
azzurri da cui traspariva un animo buono, un'infinita
dolcezza. Era un ragazzo splendido Flavio, disponibile con i
compagni, educato con tutti; un ragazzone alto e gentile ,
pronto ad aiutare gli altri, i più deboli, i meno fortunati;
un alunno attento, volitivo, vivace e rispettoso, un esempio
per i compagni». Particolarmente toccante la riflessione al
termine del breve colloquio: «Oggi c'è una classe vuota da
quando è arrivata la notizia della scomparsa di Flavio; i
compagni attoniti e confusi si sono stretti intorno ai suoi
genitori per fargli sentire che loro ci sono, e ci saranno
sempre, a dimostrazione di quanto Flavio era entrato nel cuore
di tutti e di quanto fosse impossibile non volergli bene. Ne
piangiamo la tragica scomparsa, ma forti della nostra fede,
unico appiglio in questi momenti di profondo scoramento, siamo
certi che dal cielo Flavio ci segue nel nostro terreno
cammino».