OPPIDO - È sfociato in una seduta
fiume protrattasi fino a tardo pomeriggio, il
preannunciato e atteso incontro che il direttore
dell'Asl 10 Giuseppe
Putortì, accompagnato dal direttore generale
dell'assessorato alla Sanità, Vincenzo Faillace, ha
avuto con gli amministratori e i cittadini del
comprensorio oppidese, da otto giorni in lotta a difesa
del locale nosocomio. Un incontro, tenuto nell'aula consiliare
alla presenza di numerosi cittadini e di tutti i sindaci
della Comunità montana "Versante tirrenico meridionale":
Rugolo (Oppido); Fazzolari (Varapodio); Surace
(Cosoleto); Germanò (Santa Cristina); Mileto (Scido);
Chiappalone (Sinopoli); Alessio (Molochio); Corigliano
(Delianuova); Fedele (Sant'Eufemia). Presenti, inoltre, Bruno Barillaro e
Antonio Alvaro (rispettivamente presidente del Consiglio
e della Giunta della Comunità montana) e l'ex sindaco di
Oppido, Antonello Freno. Pur ringraziando i due
direttori generali per la loro partecipazione, il
sindaco Giuseppe Rugolo, nell'aprire i lavori, oltre a
spiegare i motivi della protesta popolare, ha subito
messo in chiaro come lo status di "ospedale di montagna"
per il nosocomio oppidese sia una realtà imprescindibile
e irrinunciabile ed ha espresso «la perplessità che
l'attuale piano aziendale si stia muovendo secondo le
linee previste dalla legge regionale che, appunto, lo
prevede espressamente». Una posizione ribadita, con le
inevitabili sfumature, dal sindaco di Varapodio, Orlando
Fazzolari, dall'ex sindaco di Oppido Antonello Freno,
dal dott. Bruno Barillaro, dal dott. Antonino Coco,
dalla dott. Carmela Madaffari e dal dott. Antonio Alvaro
il quale, riconoscendo legittime le aspettative della
popolazione, ha, tra l'altro, aggiunto come «la comunità
montana non vuole nulla di più di quanto stabilito dal
Piano sanitario attualmente in vigore. Decisioni diverse
non potrebbero essere capite». Le ragioni della protesta sono state
anche spiegate, con un intervento molto critico nei
confronti dei due rappresentanti istituzionali della
Sanità, dall'avvocato Carmela Frisina, portavoce dei
comitato dei cittadini. Il dott. Putortì, da parte sua,
ha cercato di spiegare e giustificare, con varie
argomentazioni (soprattutto la pesante situazione
finanziaria ereditata dalle precedenti gestioni),
l'attuale politica aziendale di riorganizzazione e
riordino della sanità che mira a razionalizzare le
risorse esistenti nel territorio senza disperderle. «Non
è assolutamente in discussione – ha sottolineato – il
temuto smantellamento o, peggio, la chiusura
dell'ospedale, visto che per lo stesso sono stati appena
appaltati dei lavori di ristrutturazione». Va rilevato che tali assicurazioni non
hanno affatto tranquillizzato il pubblico che, a più
riprese, lo ha interrotto, rimproverandogli i continui
provvedimenti emessi in tutt'altro senso (trasferimenti
di personale ecc.) . Molto articolato, a seguire, è
stato l'intervento del direttore generale Faillace (per
conto dell'assessore Doris Lo Moro) che, rilanciando con
forza l'idea della costruzione dell'ospedale unico
nell'Asl 10 con l'utilizzo immediato di risorse
disponibili (360 milioni di euro) per l'edilizia
sanitaria, ha dichiarato, tra tante altre cose, come «la
mia presenza dimostra attenzione e sensibilità totale da
parte dell'assessorato alla Sanità e dell'intera Giunta
regionale ai problemi delle popolazioni montane». Anche
se non ha sortito alcun effetto positivo immediato,
secondo il dott. Alvaro l'incontro può essere
considerato un utile confronto per futuri e produttivi
sviluppi. Il dott. Alvaro è riuscito, alla fine, ad
ottenere il formale impegno dal direttore generale
Faillace del massimo interessamento per assicurare
all'ospedale di Oppido alcuni servizi essenziali di
prima urgenza con il ripristino del pronto soccorso 24
ore su 24 e la riapertura del reparto di chirurgia con
la messa in funzione delle nuove sale operatorie in esso
presenti e mai utilizzate».