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Varapodio/ Ribadita la necessità di
sollecitare il ministro De Castro alla firma del decreto
Agrumicoltura,
i sindaci della Piana pronti a un sit-in nella Capitale
Stigmatizzata la querelle sollevata dai
produttori siciliani sul regime degli aiuti
Da sx, Rugolo, Martelli, Vazzana, Fazzolari,
Cannatà, Surace, Corigliano, Foti
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Vincenzo Vaticano
VARAPODIO –Con la
partecipazione di numerosi sindaci della Piana si è
tenuta, presso il Centro culturale polivalente,
un'assemblea di produttori agrumicoli per esaminare e
discutere sugli ultimi sviluppi dell'ormai nota vicenda
inerente la riforma dell'Ocm. Un'ennesima iniziativa
intrapresa a Varapodio dove il Consiglio comunale, è il
caso di evidenziare, in tutte le sue componenti, da
qualche tempo è divenuto centro propulsore di una
frenetica attività tesa a difendere e tutelare i
legittimi interessi degli agricoltori il cui futuro, in
questo particolare e delicato momento, è legato, in modo
indissolubile, all'esito delle decisioni che, a breve,
il ministro dell'Agricoltura De Castro, dovrebbe
adottare in materia di riforma del regime di aiuti
comunitari al settore dell'agrumicoltura. Tali
decisioni, nella fattispecie, dovrebbero concretizzarsi
con l'immediata firma di un decreto che recepisca e
faccia proprio l'accordo raggiunto, lo scorso 18
ottobre, in sede di conferenza Stato-Regioni; un accordo
raggiunto dallo stesso ministro e dagli assessori
regionali all'Agricoltura della Calabria e Sicilia,
Pirillo e La Via. Su richiesta del sindaco on.
Guglielmo Rositani - impegnato a Roma, anche per seguire
da vicino l'importante questione agrumicola – il vice
sindaco Orlando Fazzolari si è adoperato per organizzare
la riunione alla quale hanno partecipato i sindaci di
Rosarno (Carlo Martelli), Oppido (Giuseppe Rugolo),
Cosoleto (Angelo Surace) Delianuova (Rocco Corigliano),
Cittanova (Alessandro Cannatà), Terranova Sappo Minulio
(Salvatore Foti). Presenti anche Carmelo Vazzana
(presidente della Conasco) e i consiglieri comunali di
maggioranza e minoranza. Alla base dell'incontro, due
ordini di considerazioni. La prima è relativa
all'improvviso ed inaspettato rifiuto del ministro di
adottare il succitato decreto (da tempo predisposto) a
causa, sembra certo, delle pressioni degli agrumicoltori
siciliani che, insieme al loro assessore
all'agricoltura, rivendicano maggiori ed ulteriori
risorse per il loro prodotto. L'altra ragione è
costituita dalla "diserzione" dei "plenipotenziari"
siciliani che, inevitabilmente, ha provocato lo
slittamento della riunione programmata al Ministero per
cercare di comporre la vertenza e arrivare, quindi,
all'emissione del decreto. Attraverso una serie di
relazioni e un serrato dibattito, diversificato
unicamente dal personale convincimento di qualche
singolo relatore, l'unanime convinzione, alla fine, è
risultata quella che, sostanzialmente, era stata già
espressa dal Consiglio comunale di Varapodio nella
recente riunione, convocata d'urgenza sullo stesso tema.
L'esigenza, cioè, che tutti gli esponenti politici ed
istituzionale, in modo trasversale ed a qualsiasi
livello, unitamente agli operatori calabresi del settore
agrumicolo (associazioni, organizzazioni produttive, ed,
in particolare, gli agricoltori) facciano fronte comune,
mobilitandosi per rivendicare con forza il rispetto dei
recenti impegni assunti dal ministro dell'Agricoltura
Paolo De Castro. A tal proposito è stato dato atto, nel
corso degli interventi, della fattiva opera che hanno
svolto e stanno, ancora, svolgendo, a vario titolo,
alcuni uomini politici calabresi, come l'assessore
regionale Mario Pirillo, l'on. Guglielmo Rositani, il
sen. Pietro Fuda, gli on. Angela Napoli e Aurelio
Misiti, l'assessore regionale Pasquale Tripodi. Alla
fine, comunque, per tenere alta la tensione, essere più
concreti possibili e dare un chiaro segnale al Ministro,
«visto che il tempo stringe e non c'è tempo per
ulteriori tentennamenti», i sindaci presenti hanno
avanzato, in modo convinto, l'idea di recarsi a Roma –
insieme a tutti gli altri sindaci della Piana – per
effettuare una sorta di "sit in" istituzionale davanti
al ministero dell'Agricoltura dove a metà della prossima
settimana si spera venga favorevolmente definita ed
archiviata, con l'emissione dell' agognato decreto, una
"disputa" che - è stato rimarcato durante i lavori -
dopo i precisi accordi intervenuti, non doveva neanche
essere oggetto di discussione.
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