OPPIDO – Anche
quest'anno, le sezioni A.N.P.d'I. della "X zona" si sono
ritrovate in Aspromonte per commemorare i caduti della
battaglia svoltasi sull'altipiano dello Zillastro l'8
settembre 1943.
In quella data, l'VIII Brigata
paracadutisti del 185° reggimento della divisione
"Nembo" - ignorando l'avvenuto armistizio -, fedele agli
ordini ricevuti, pur se composto soltanto da 400 uomini,
con scarse munizioni e senza viveri, attaccò a sorpresa
i reggimenti anglo-canadesi "Edmonton" e "New Scotland"
composti da ben 5.000 uomini equipaggiati di tutto
punto.
Quest'anno, per l'occasione, in Aspromonte si
sono radunati, oltre ai paracadutisti siciliani e
calabresi appartenenti alla "X zona", anche altri
paracadutisti giunti da Verbania. La commemorazione si è
svolta alla presenza del presidente nazionale tenente
generale Paolo Mearini, del segretario amministrativo
nazionale Aldo de Lorenzis e del consigliere nazionale
della "X Zona" comm. Vittore Spampanato. Sono
intervenute - con i loro labari - tutte le sezioni
"A.N.P.d'I" della Calabria e della Sicilia. Presenti,
inoltre, un nucleo di militari della brigata
paracadutisti "Folgore" e un drappello di uomini in armi
della brigata "Aosta".
Il Comune di Oppido era
rappresentato dall'assessore Antonio Murdica. Deposti
fasci di fiori innanzi alle "Croci ai caduti", nonché
una corona d' alloro innanzi al monumento, è stata poi
officiata la messa dal cappellano paracadutista Alfio
Spampinato.
Nel corso della commemorazione è stato
ricordato l'epilogo della disastrosa guerra
sull'altopiano dello Zillastro (fatto d'armi ancor oggi
pressoché sconosciuto), che ha visto protagonisti 400
eroici uomini della "Nembo", i quali, non sapendo
dell'armistizio e obbedendo doverosamente ai precedenti
ordini ricevuti, piuttosto che arrendersi senza
combattere decisero di attaccare, ingaggiando una
cruenta battaglia, anche all'arma bianca, contro il
consistente nemico che, alla fine, riconobbe loro
l'onore delle armi.
«Farò di tutto – ha dichiarato
il generale Mearini – per portare all'attenzione
nazionale questo importante fatto d'armi da molti ancora
sconosciuto».
Toccanti sono stati i racconti dei
molti reduci presenti alla manifestazione. Dal reduce
cap. Paolo Lucifora appartenente alla X Zona - uno dei
400, superstite della battaglia - che con lucida memoria
storica, narrando dettagliatamente i fatti e indicando
esattamente i luoghi, ha anche ricordato l'ultimo
desiderio di un paracadutista della Nembo ferito a
morte: baciare il Tricolore. Immancabile anche la
presenza di un altro reduce - il ten. col. Aloi, fante
dell'Aria, 93 anni, ma estremamente "massiccio" il
quale, come ogni anno, ha inteso onorare i caduti con
ben quindici incredibili "pompate". La cerimonia si è
conclusa con l'ammaina bandiera e l'Inno di Mameli.
Nei giorni precedenti la commemorazione i parà più
arditi, accompagnati dalla guida ufficiale del Parco
dell'Aspromonte - Antonio Barca - hanno anche svolto la
marcia rievocativa, percorrendo lo stesso difficoltoso
itinerario, con pessime condizioni meteorologiche,
seguito dagli eroici uomini della "Nembo" in occasione
dei fatti bellici.
Nonostante l'inclemenza del
tempo, a causa di una pioggia battente, i parà hanno
comunque compiuto l'arduo percorso (circa 50 km),
partendo alle prime ore del mattino da Gambarie (mt
1.300 slm), deliziosa stazione climatica frequentata
anche in inverno per le sue piste da sci. Camminando in
mezzo ad una fitta, stupenda e variegata vegetazione i
parà hanno raggiunto luoghi dai quali, anche grazie a
momentanee schiarite, è stato possibile godere di un
panorama a dir poco stupendo. Dalle vette dominanti le
vallate è stato possibile vedere, contemporaneamente,
ben due mari: ad Est il mar Jonio, ad Ovest e Sud-Ovest
il mar Tirreno, nonché la Sicilia e l'Etna con la sua
cima innevata e le isole Eolie con Vulcano e Stromboli
che, apparendo attraverso la foschia, sembravano
magicamente emergere da un mondo fantastico e
surreale.