3 OTTOBRE 2007  
 
 
 

Oppido/ Rievocate le gesta della valorosa divisione "Nembo"
Commemorati i paracadutisti che combatterono in Aspromonte

Il generale Mearini: farò di tutto per portare all'attenzione nazionale questo fatto d'armi

 

Labari delle sezioni ANPd'I di Calabria e Sicilia

La stele che ricorda i caduti della "Nembo"

Vincenzo Vaticano


OPPIDO – Anche quest'anno, le sezioni A.N.P.d'I. della "X zona" si sono ritrovate in Aspromonte per commemorare i caduti della battaglia svoltasi sull'altipiano dello Zillastro l'8 settembre 1943.
In quella data, l'VIII Brigata paracadutisti del 185° reggimento della divisione "Nembo" - ignorando l'avvenuto armistizio -, fedele agli ordini ricevuti, pur se composto soltanto da 400 uomini, con scarse munizioni e senza viveri, attaccò a sorpresa i reggimenti anglo-canadesi "Edmonton" e "New Scotland" composti da ben 5.000 uomini equipaggiati di tutto punto.
Quest'anno, per l'occasione, in Aspromonte si sono radunati, oltre ai paracadutisti siciliani e calabresi appartenenti alla "X zona", anche altri paracadutisti giunti da Verbania. La commemorazione si è svolta alla presenza del presidente nazionale tenente generale Paolo Mearini, del segretario amministrativo nazionale Aldo de Lorenzis e del consigliere nazionale della "X Zona" comm. Vittore Spampanato. Sono intervenute - con i loro labari - tutte le sezioni "A.N.P.d'I" della Calabria e della Sicilia. Presenti, inoltre, un nucleo di militari della brigata paracadutisti "Folgore" e un drappello di uomini in armi della brigata "Aosta".
Il Comune di Oppido era rappresentato dall'assessore Antonio Murdica. Deposti fasci di fiori innanzi alle "Croci ai caduti", nonché una corona d' alloro innanzi al monumento, è stata poi officiata la messa dal cappellano paracadutista Alfio Spampinato.
Nel corso della commemorazione è stato ricordato l'epilogo della disastrosa guerra sull'altopiano dello Zillastro (fatto d'armi ancor oggi pressoché sconosciuto), che ha visto protagonisti 400 eroici uomini della "Nembo", i quali, non sapendo dell'armistizio e obbedendo doverosamente ai precedenti ordini ricevuti, piuttosto che arrendersi senza combattere decisero di attaccare, ingaggiando una cruenta battaglia, anche all'arma bianca, contro il consistente nemico che, alla fine, riconobbe loro l'onore delle armi.
«Farò di tutto – ha dichiarato il generale Mearini – per portare all'attenzione nazionale questo importante fatto d'armi da molti ancora sconosciuto».
Toccanti sono stati i racconti dei molti reduci presenti alla manifestazione. Dal reduce cap. Paolo Lucifora appartenente alla X Zona - uno dei 400, superstite della battaglia - che con lucida memoria storica, narrando dettagliatamente i fatti e indicando esattamente i luoghi, ha anche ricordato l'ultimo desiderio di un paracadutista della Nembo ferito a morte: baciare il Tricolore. Immancabile anche la presenza di un altro reduce - il ten. col. Aloi, fante dell'Aria, 93 anni, ma estremamente "massiccio" il quale, come ogni anno, ha inteso onorare i caduti con ben quindici incredibili "pompate". La cerimonia si è conclusa con l'ammaina bandiera e l'Inno di Mameli.
Nei giorni precedenti la commemorazione i parà più arditi, accompagnati dalla guida ufficiale del Parco dell'Aspromonte - Antonio Barca - hanno anche svolto la marcia rievocativa, percorrendo lo stesso difficoltoso itinerario, con pessime condizioni meteorologiche, seguito dagli eroici uomini della "Nembo" in occasione dei fatti bellici.
Nonostante l'inclemenza del tempo, a causa di una pioggia battente, i parà hanno comunque compiuto l'arduo percorso (circa 50 km), partendo alle prime ore del mattino da Gambarie (mt 1.300 slm), deliziosa stazione climatica frequentata anche in inverno per le sue piste da sci. Camminando in mezzo ad una fitta, stupenda e variegata vegetazione i parà hanno raggiunto luoghi dai quali, anche grazie a momentanee schiarite, è stato possibile godere di un panorama a dir poco stupendo. Dalle vette dominanti le vallate è stato possibile vedere, contemporaneamente, ben due mari: ad Est il mar Jonio, ad Ovest e Sud-Ovest il mar Tirreno, nonché la Sicilia e l'Etna con la sua cima innevata e le isole Eolie con Vulcano e Stromboli che, apparendo attraverso la foschia, sembravano magicamente emergere da un mondo fantastico e surreale.

 
 
 
 
 

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