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05/03/2017
Vincenzo Vaticano
VARAPODIO - Che la corrente annata
olivicola - in tutto il comprensorio pianigiano – sarebbe stata
disastrosa, lo si era capito in grande anticipo dalla mancata
maturazione del frutto (caduto prematuramente) oppure, in molti
altri casi, a causa dell’assoluta mancanza d fioritura degli
alberi di olivo.
In quasi tutte le campagne, dove l’attività nella scorsa
stagione era risultata intensa e frenetica, quest’anno non si è
potuto far altro che assistere al mesto scenario di reti per la
raccolta “ammainate” in alto sugli alberi anziché sul terreno, e
mezzi meccanici per il trasporto completamente fermi.
Risultato: produzione di olio pressoché nulla e agricoltori, già
provati dalla crisi irreversibile che continua anno dopo anno a
rendere sempre meno remunerativa la loro attività, privati di
una delle loro più importante (seppure scarsa) fonte di reddito.
Se a ciò si aggiunge che, a tutt’oggi, una consistente
percentuale di essi deve ancora ricevere parte o l’intera somma
(della c.d. “integrazione”) relativa alla domanda unica del
2016, si può facilmente immaginare l’estremo stato di disagio in
cui versa questa categoria di lavoratori a causa della mancata
(finora) corresponsione delle legittime spettanze previste da
precise norme di politica agricola comunitaria (Pac).
A quanto è dato sapere, la percentuale di olivicoltori, come
dire, “dimenticati” dall’Arcea (Agenzia regionale preposta ai
pagamenti) dovrebbe essere piuttosto consistente. Nel caso
specifico di Varapodio sono tanti a lamentare questo, ormai,
ricorrente e (per loro) incomprensibile ritardo nel ricevere
questo indispensabile sostegno. Lo stesso si può dire degli
altri centri della Piana di Gioia Tauro. I numerosi centri di
assistenza dei produttori dislocati sul territorio, risulta,
infatti, ricevano giornalmente dai loro associati un infinito
numero di telefonate con pressanti richieste sul perché di
questi ritardi.
Un pesante e dannoso “stallo” creatosi nei pagamenti che,
verosimilmente, va ricercato (almeno nella maggior parte dei
casi) nell’introduzione nella nuova normativa comunitaria della
figura dell’agricoltore in attività quale requisito necessario
per poter beneficiare dei “premi” comunitari.
Un requisito (vantato e anche documentato dalla quasi totalità
degli olivicoltori “bloccati” ) che l’Arcea avrebbe già da tempo
potuto riscontrare con un semplice controllo attraverso i tanti
decantati strumenti telematici cui l’Agenzia, più volte, si è
vantata di disporre.
L’anno scorso, va infine ricordato, l’Arcea , per analoghi
ritardi nei pagamenti, ha evitato in extremis una pesante
sanzione dalla Comunità europea solo grazie ad una proroga ad
hoc concessa alla Calabria..
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