5 APRILE 2007  
 
 
 

 

Varapodio/ Indagati padre e figlio
Capannone abusivo sequestrato dai carabinieri. Nell'inchiesta coinvolti due funzionari comunali.


GIOIA TAURO (g.s.)– I carabinieri hanno proceduto in Varapodio al sequestro di un grande capannone in cemento armato prefabbricato ubicato in via Rimembranze e destinato, secondo il progetto, ad ospitare un impianto per la produzione di birra.
Il sequestro, chiesto dal Pm dott. Stefano Musolino e disposto dal Gip dott. Domenico Santoro, è stato eseguito a conclusione delle indagini dei militari della Compagnia di Taurianova coordinate dal maggiore Ciro Trentin e condotte dal luogotenente Gaetano Vaccari e dal maresciallo Vincenzo Ferrigno.
L'attività investigativa, con controlli "sul campo" e la verifica di numerosi documenti, ha infatti consentito di accertare che i destinatari del sequestro, Rocco Trinci, 79 anni, e Pasqualino Trinci, di 33, padre e figlio, entrambi di Varapodio, il primo in qualità di proprietario e il secondo di committente «utilizzando un permesso di costruzione illegittimo» avevano avviato la realizzazione del capannone in questione (la cui superficie è di oltre 650 mq) che è sorto in una zona ritenuta invece idonea ad essere destinata ad altri usi.
La cosa era stata possibile, recita testualmente il provvedimento di sequestro, «grazie alla prospettazione falsa, in sede di presentazione progettuale, della stretta strumentalità tra l'opera realizzanda e le colture che si intendevano impiantare nei fondi limitrofi e che attraverso il capannone in questione dovevano essere lavorate».
In buona sostanza i carabinieri, grazie alle loro indagini, hanno scoperto che una vasta area intorno al fabbricato doveva essere destinata alla coltivazione del luppolo e dell'orzo (indispensabili per produrre la birra) come rappresentato in progetto.
Ma dei periti chiamati a dare un loro parere in proposito hanno stabilito che le aree in questione sono inidonee alla coltivazione del luppolo e scarsamente produttive per l'orzo.
Non solo. I carabinieri, andando a fondo nelle indagini, hanno anche scoperto che i terreni limitrofi la nascente "fabbrica di birra" sono ancora coltivati ad uliveti, mai dismessi e per i quali erano stati anche erogati ( l'ultima elargizione risale al 23 febbraio scorso) fondi pubblici destinati sostenere la produzione olivicola.
Assieme ai due Trinci (destinatari di fatto del sequestro dell'immobile per cui risultano rilasciate licenze e autorizzazioni illegittime ), ai quali viene contestato il reato di costruzione abusiva (il fabbricato posto sotto sequestro è difforme dall'autorizzazione per volumetria e altro ), risultano indagati due funzionari dell'Ufficio tecnico comunale di Varapodio: Pietro Bagnato, 57 anni, e Giovanni Celea, di 54, che rispondono di abuso d'ufficio.
Al Comune i carabinieri, contestualmente al sequestro del capannone di via Rimembranze, hanno sequestrato tutta la documentazione relativa all'istruttoria (ricezione, esame, approvazione del progetto, rilascio di autorizzazioni per la costruzione dell'immobile).
E al riguardo i carabinieri del maggiore Trentin hanno anche scoperto che il capannone, il cui valore è stato stimato in alcune centinaia di migliaia di euro, qualunque fosse stata ala sua destinazione sarebbe stato collegato, fatto gravissimo, alla rete fognaria urbana mentre la legge impone per gli impianti industriali vasche di depurazione e decantazione per un diverso smaltimento delle acque reflue.
 
 
 
 
 
 

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