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Varapodio/Protagonisti i ragazzi di terza
Recital di fine anno della "Sammarco" tra storia e cronaca
I ragazzi della scuola media "Sammarco" sulla scena
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Vincenzo Vaticano
VARAPODIO – I 150 anni dell’Unità, la guerra, la
mafia, i diritti violati, l’adolescenza, la nascita e il
200’ “compleanno” del Comune di Varapodio. Ben rappresentate
ed illustrate da un’accurata scenografia, sono queste le
tematiche portate in scena dai ragazzi della terza classe
della locale scuola media “Raffaele Sammarco” a conclusione
del loro triennale ciclo di studi che ha permesso loro di
maturare le necessarie “competenze e conoscenze” in vista
dei futuri e più impegnativi percorsi che, a partire dal
prossimo anno, saranno chiamati ad intraprendere.
“Cammini…Amo…cantando” è stata la manifestazione di fine
anno – presenti i genitori al completo - che ha “costretto”
i ragazzi a studiare ed approfondire, tra storia e cronaca
dei nostri tempi, eventi e personaggi che hanno lasciato un
tangibile segno del loro impegno nel contesto storico in cui
sono vissuti. Eventi e personaggi, peraltro, ben delineati
nel copione redatto dal “team” di docenti che ha curato -
col supporto del dirigente scolastico Pietropaolo Meduri -
la manifestazione di fine anno: Angela Raco, Gioconda
Lazzaro, Rosaria Nepi, Patrizia Romano, Francesco
D’Agostino, Viviana Santostefano.
Ecco così che sulla scena – attraverso poesie, appropriate
canzoni e profonde riflessioni - sono stati riportati grandi
personaggi come Falcone, Borsellino, Mazzini, Garibaldi,
Cavour e tanti altri. Analoga importanza è stata riservata
agli altri argomenti “in scaletta” come la guerra, le
catastrofi, i diritti universali dell’uomo con particolare
riferimento ai diritti dell’infanzia, l’adolescenza e quel
cancro del tessuto sociale rappresentato dalla mafia con
tutte le sue possibili diramazioni. Anche Varapodio con la
sua storia e i suoi “figli” più illustri è stato al centro
della rappresentazione studentesca.
I ragazzi, visibilmente commossi, si sono, infine,
“congedati” dai loro insegnanti (altrettanto commossi)
riservando loro fasci di fiori e un lungo discorso di
ringraziamento.
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