Vincenzo Vaticano
OPPIDO -Dopo il comunicato con il quale avevano deciso - all’indomani della riunione dei sindaci e amministratori della Comunità montana, con autorevoli esponenti del comparto della Sanità - di proseguire l’ormai nota <<protesta civile in favore dell’ospedale>>, i cittadini di Oppido e del comprensorio, fanno nuovamente sentire la loro voce attraverso una vera e propria petizione indirizzata al sindaco, ai consiglieri (di maggioranza e minoranza) e al prefetto. Con tale missiva – sottoscritta da 1059 cittadini – il Comitato pro ospedale, dopo una lunga premessa fitta di precise considerazioni chiede, in sostanza, che: << il Consiglio comunale, si faccia utilmente e chiaramente carico di tutta la situazione, indicando con trasparenza e immediatezza alla cittadinanza, al di là delle iniziative dei singoli o di gruppi costituiti e non, quali interventi ha già intrapreso o intende intraprendere in merito alla soluzione del problema, nell’ovvio rispetto della legalità; che lo stesso consiglio e il sindaco esprimano dei precisi referenti con il compito di comunicare alla cittadinanza, giorno per giorno, l’evolversi della situazione; che gli stessi organi esprimano dei precisi referenti con il compito di mantenere i rapporti con i sindaci e le popolazioni degli altri comuni interessati allo scopo di evitare ogni forma di confusione e/o di superficialità nella gestione del comune problema; che, in ultima analisi, la cittadinanza tutta in protesta sia tutelata da una costante azione e presenza del Consiglio comunale che più volte ha dichiarato di essere a capo di essa>>. L’ultima richiesta, infine, risulta essere quella più importante visto che con essa si “esige” che << non si receda assolutamente, in sede di eventuale trattativa con gli organismi Asl o in altre sedi competenti, dall’imprescindibile richiesta che venga rispettato nella sua interezza, e senza alcuna forma di compromesso , quanto previsto dalla legge regionale in merito allo status di “ospedale di montagna” riconosciuto al nosocomio di Oppido.