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Oppido/L'intervento
dello scrittore Mimmo Gangemi alla presentazione del suo libro
<<Ragazzi,
restate qui per salvare la Calabria>>
Ammendolea, Frisina, Gangemi, Polistena
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Vincenzo Vaticano
OPPIDO MAMERTINA – A marzo dell’anno scorso, nel
salone di Palazzo Grillo, aveva presentato “La signora di
Ellis Island”; un libro di grande spessore narrativo che ha
riscosso consensi e lusinghiere recensioni dai maggiori
critici letterari italiani.
Mimmo Gangemi, scrittore originario di S.Cristina
d’Aspromonte, è tornato a Oppido - questa volta presso i
locali del seminario vescovile - per presentare, su invito
dell’associazione culturale “Geppo Tedeschi” e del liceo
ginnasio “S.Paolo”, l’ultima sua fatica letteraria: “Il
patto del giudice”, ispirato dalla nota rivolta degli
immigrati di Rosarno di qualche anno fa . Un “noir” , edito
dalla casa editrice Garzanti, con cui l’autore continua a
raccontare le gesta del magistrato Alberto Lenzi,
protagonista del precedente romanzo, “Il giudice meschino”,
adattato da Rai Uno in una mini serie televisiva che andrà
in onda a fine febbraio dell’anno prossimo.L’incontro -
riservato in modo particolare ai numerosi alunni presenti
del liceo classico, del liceo scientifico e dell’Itis - e
stato introdotto e moderato dal giornalista Tonino Polistena,
coadiuvato da Maria Frisina e Leda Ammendolea,
dell’associazione “Geppo Tedeschi”.
L’autore, nell’illustrare il suo ultimo libro, ha colto
l’occasione per raccontare alla platea di studenti,
attraverso un dettagliato excursus autobiografico, le
molteplici vicende che hanno caratterizzato il suo percorso
di romanziere (che ha dovuto conciliare con il suo lavoro di
ingegnere) , intrapreso per soddisfare, oltre alla sua
innata passione per la scrittura, l’intima esigenza di
descrivere spaccati di vita del suo territorio ( analoghi,
d’altronde al resto della Calabria) sottolineandone, senza
enfasi, i lati positivi, ma denunciando, tuttavia, il
persistente e diffuso malaffare in esso presente, a causa
della mentalità distorta e prevaricatrice di una
ristrettissima cerchia di persone meglio note come
‘ndranghetisti.
Ha voluto, anche, “denunciare” gli anti ‘ndranghetisti di facciata che,
invece di contrastare adeguatamente questo cancro della
società, sciorinando cifre esagerate di coinvolgimento e
collusione della popolazione, generando solo confusione e
forme sterili di lotta. Diversamente, ha aggiunto, da come
agiscono, citando i nomi, alcuni magistrati impegnati in
prima linea per contrastare, efficacemente, l’espandersi di
questo fenomeno del malaffare.
Come ho fatto con i miei figli, ha tra l’altro detto rivolgendosi agli
studenti, esorto anche voi a rimanere in questa terra per
non staccarvi dalle vostre radici e, soprattutto, per
contribuire con la vera cultura e il senso civico ad erigere
un importante ostacolo al diffondersi dell’altra “cultura”
che comprime e soffoca qualsiasi forma di progresso e
viluppo.
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