6 OTTOBRE 2013  
 
 
 


Oppido/L'intervento dello scrittore Mimmo Gangemi alla presentazione del suo libro
 
<<Ragazzi, restate qui per salvare la Calabria>>

Ammendolea, Frisina, Gangemi, Polistena


Vincenzo Vaticano 


OPPIDO MAMERTINA – A marzo dell’anno scorso, nel salone di Palazzo Grillo, aveva presentato “La signora di Ellis Island”; un libro di grande spessore narrativo che ha riscosso consensi e lusinghiere recensioni dai maggiori critici letterari italiani.
Mimmo Gangemi, scrittore originario di S.Cristina d’Aspromonte, è tornato a Oppido - questa volta presso i locali del seminario vescovile - per presentare, su invito dell’associazione culturale “Geppo Tedeschi” e del liceo ginnasio “S.Paolo”, l’ultima sua fatica letteraria: “Il patto del giudice”, ispirato dalla nota rivolta degli immigrati di Rosarno di qualche anno fa . Un “noir” , edito dalla casa editrice Garzanti, con cui l’autore continua a raccontare le gesta del magistrato Alberto Lenzi, protagonista del precedente romanzo, “Il giudice meschino”, adattato da Rai Uno in una mini serie televisiva che andrà in onda a fine febbraio dell’anno prossimo.L’incontro - riservato in modo particolare ai numerosi alunni presenti del liceo classico, del liceo scientifico e dell’Itis - e stato introdotto e moderato dal giornalista Tonino Polistena, coadiuvato da Maria Frisina e Leda Ammendolea, dell’associazione “Geppo Tedeschi”.
L’autore, nell’illustrare il suo ultimo libro, ha colto l’occasione per raccontare alla platea di studenti, attraverso un dettagliato excursus autobiografico, le molteplici vicende che hanno caratterizzato il suo percorso di romanziere (che ha dovuto conciliare con il suo lavoro di ingegnere) , intrapreso per soddisfare, oltre alla sua innata passione per la scrittura, l’intima esigenza di descrivere spaccati di vita del suo territorio ( analoghi, d’altronde al resto della Calabria) sottolineandone, senza enfasi, i lati positivi, ma denunciando, tuttavia, il persistente e diffuso malaffare in esso presente, a causa della mentalità distorta e prevaricatrice di una ristrettissima cerchia di persone meglio note come ‘ndranghetisti.
 Ha voluto, anche, “denunciare” gli anti ‘ndranghetisti di facciata che, invece di contrastare adeguatamente questo cancro della società, sciorinando cifre esagerate di coinvolgimento e collusione della popolazione, generando solo confusione e forme sterili di lotta. Diversamente, ha aggiunto, da come agiscono, citando i nomi, alcuni magistrati impegnati in prima linea per contrastare, efficacemente, l’espandersi di questo fenomeno del malaffare.
 Come ho fatto con i miei figli, ha tra l’altro detto rivolgendosi agli studenti, esorto anche voi a rimanere in questa terra per non staccarvi dalle vostre radici e, soprattutto, per contribuire con la vera cultura e il senso civico ad erigere un importante ostacolo al diffondersi dell’altra “cultura” che comprime e soffoca qualsiasi forma di progresso e viluppo.
 

 
     

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