VARAPODIO - La chiusura di alcune guardie mediche del
comprensorio, ha indotto il vice sindaco Orlando Fazzolari a
tenere una conferenza stampa per contestare la legittimità
del provvedimento adottato dall’Asp di R.C.
Fazzolari, unitamente al sindaco di Cosoleto Antonio Gioffrè
e al parlamentare di Rizziconi Elio Belcastro ha incontrato
i giornalisti della Rai e della carta stampata, nell’aula
consiliare gremita da interessati (e molto arrabbiati)
cittadini . << Dopo tutti gli impegni assunti
dall’Amministrazione comunale per la ristrutturazione dei
locali che ospitano la guardia medica e dopo l’acquisto di
un’autoambulanza per far fronte alle carenze sanitarie del
territorio – ha esordito il vice sindaco di Varapodio – non
possiamo rimanere inermi di fronte al grave provvedimento di
chiusura della struttura. Tra altro – ha poi aggiunto – è di
inaudita gravità il fatto che non sia stata convocata la
conferenza dei sindaci prima di adottare una delibera
destinata a produrre effetti estremamente negativi sui
territori da loro amministrati>>. L’on. Belcastro , dopo
aver preannunciato di investire del problema il governo con
alcune interrogazioni parlamentari, tra tante altre cose ha
dichiarato << Solo la mancanza di rispetto verso i diritti
dei cittadini, frutto di politiche sbagliate, porta questi
risultati degenerativi>>. L’Amministrazione comunale,
comunque, ha tenuto a precisare Fazzolari, ha già inoltrato
ricorso al Tar avverso la delibera commissariale e sta
predisponendo gli atti per un esposto alla Procura della
Repubblica. Anche il sindaco di Cosoleto, Gioffrè, ha
stigmatizzato con fermezza “l’infelice” decisione dei
responsabili dell’Asp 5.I numerosi cittadini presenti hanno
voluto far sentire la loro voce, dichiarandosi disponibili
ad assumere forme di protesta per evitare la chiusura delle
guardie mediche.
Intanto, l’assessore alla salute del Comune di Varapodio,
Giuseppe Corso, con una lunga lettera dai toni taglienti –
inviata a vari organi politici regionali e nazionali – ha
voluto ribadire, a tal proposito, il diritto inalienabile
alla salute vantato dai cittadini, così come sancisce la
Costituzione.
<< Che la sanità in Calabria attraversi un periodo di crisi
lo sanno tutti – scrive Corso -; ed è altrettanto noto che
il suo deficit di bilancio, sempre in aumento, è il frutto
di una poca oculata gestione che negli anni si è solo
preoccupata di fare clientelismo e non di razionalizzare le
risorse in un settore così delicato e fondamentale per i
cittadini. Il commissariamento poi dell’A.S.P. 5 non ha
fatto altro che peggiorare ulteriormente le cose>>. Da qui
in poi vengono elencate nella lettera una serie di fatti e
circostanze “non ammissibili in una società civile e
democratica”.
<< Nel territorio della Piana – aggiunge l’assessore - le
decisioni adottate dalla terna commissariale, una dopo
l’altra, stanno portando allo smantellamento totale di tutte
quelle strutture sanitarie che un minimo di tutela della
salute lo garantivano: dalla chiusura di reparti e di interi
ospedali, alla chiusura di uffici sanitari e di guardie
mediche, sotto la falsa bandiera del risparmio economico.
Prima di chiudere bisogna creare e il solo ospedale di
Polistena (apparentemente rafforzato solo da speculazioni
politiche) non è in grado in alcun modo per evidenti
problemi operativi e strutturali, di soddisfare le necessità
di tutti i cittadini del nostro territorio. E solo chi ha la
fortuna e la possibilità, è costretto ad affrontare viaggi
verso ospedali del nord, dove ironia della sorte, spesso tra
i più bravi si incontrano medici calabresi, per alimentare
la speranza alla vita>>. Precisando poi che non c’era
bisogno di generali perché non siamo in guerra, ma di medici
e dirigenti sanitari capaci, Corso rimarca con convinzione
che << Abbiamo bisogno di un nuovo ospedale che garantisca
agli operatori sanitari di svolgere la propria attività nel
migliore dei modi e con tutte le attrezzature necessarie, un
ospedale facilmente raggiungibile da ogni loco, un ospedale
che garantisca il diritto alla salute di tutti i
cittadini.>>. Non esiste deficit di bilancio che valga la
vita di un qualunque uomo: questa la riflessione con cui lo
scrivente chiude la lettera.