OPPIDO - A due mesi dalla
civile seppure eclatante protesta (occupazione, da
parte dei cittadini, della sede municipale) attuata
da un apposito comitato pro ospedale e dai
rappresentanti istituzionali della Comunità montana
tirrenico meridionale e dei comuni in essa
ricadenti, torna d’attualità e si riprende a
valutare ed analizzare – attraverso lettere aperte,
comunicati e manifesti – la situazione (sempre
estremamente precaria) in cui versa il locale
nosocomio. A riavviare, per primi, la discussione
sono i componenti del direttivo del locale Partito
democratico meridionale i quali, con una lettera
aperta indirizzata al sindaco Giuseppe Rugolo e ai
concittadini, rilevano, come << Siamo ormai prossimi
ai due mesi da quando la protesta è iniziata e ad
oltre un mese da quando responsabilmente è stata
sospesa, in virtù dell’incontro con l’assessore
regionale alla Sanità, grazie all’interessamento del
senatore Pietro Fuda, e purtroppo dobbiamo
constatare che da allora nulla è cambiato in meglio,
tanto meno alcuna modifica all’Atto aziendale è
stata fatta, per come era stato chiesto, a tutela e
rilancio del nostro ospedale>>. Evidenziando tante
altre cose, i firmatari della lettera, si rivolgono
poi al sindaco ribadendo che ogni azione politica a
tutela dell’ospedale sarà priva della dovuta forza
ed incisività se da parte sua e dell’amministrazione
non vi saranno chiare e precise decisioni. Con un
altro manifesto, dall’emblematico titolo “Difendiamo
l’ospedale”, un comitato di cittadini ( Carmela
Frisina, don Benedetto Rustico, Gianluca Surace,
Carlo Frisina), dopo una lunga e circostanziata
premessa sulla protesta degli ultimi mesi, <<
sentono il dovere di comunicare ai cittadini che a
distanza di circa due mesi niente è cambiato; il
nostro ospedale continua a versare in condizioni di
totale abbandono>>. Con tono molto critico poi
aggiungono << Poiché non condividiamo le scelte, i
metodi e l’operato adottati fino a oggi dalla nostra
Amministrazione comunale, manifestiamo fermo
dissenso nei confronti di coloro che, sul piano
istituzionale, hanno deciso una lenta ed inesorabile
agonia dell’ospedale, anche se desideriamo vivamente
sperare che la storia smentisca le odierne e civili
critiche mosse all’operato dei nostri amministratori
comunali e che il nostro ospedale ritorni
rapidamente attivo e funzionale nei suoi reparti,
servizi e nel pronto soccorso. Per quanto nelle
nostre possibilità continueremo comunque, a restare
disponibili a qualsiasi iniziativa a tutela e difesa
della realtà ospedaliera>>. Chiamati direttamente in
causa, gli amministratori e il sindaco Rugolo,
attraverso un lungo comunicato ufficiale,
stigmatizzano, prima di tutto, i toni con cui gli
autori dei manifesti hanno ritenuto di dover
ricordare agli amministratori i pericoli che corre
l’ospedale e la necessità di azioni a tutela dello
stesso. << Ci pare di leggere tra le righe della
lettera aperta e del manifesto – aggiungono tra
altre considerazioni – un tentativo degli autori di
uscire indenni da impegni e responsabilità più
grandi di loro e di lasciare la patata bollente
nelle sole mani dell’Amministrazione>>. Esprimendo,
quindi, la consapevolezza che la battaglia a difesa
dell’ospedale sarebbe stata per nulla semplice ma al
contrario ancora molto lunga e dura, Rugolo ricorda
<< quanto abbiamo fatto e quanto ancora stiamo
facendo: stiamo conducendo una continua battaglia
fatta di quotidiani rapporti, di pressioni e di
sollecitazioni nei confronti di coloro i quali sono
i veri detentori del potere decisionale, ovvero l’Asl
e la Regione>>. Utilizzando tutte le “armi” a nostra
disposizione e coinvolgendo sempre di più gli altri
sindaci del comprensorio, ribadisce infine Rugolo,
eserciteremo un pressante controllo sull’attività
della direzione Aziendale alla quale continueremo a
chiedere con forza il rispetto degli impegni
assunti. << Per questo – secondo il primo cittadino
– è necessario continuare a lottare insieme: chi
può, faccia !!!. Gli saremo sempre grati per
l’impegno profuso, che non esiteremo a riconoscere
pubblicamente. Basta che non si tratti soltanto di
parole (o peggio ancora di pilateschi lavaggi di
mani) >>. A proposito, soprattutto di quest’ultima
affermazione, c’è da rilevare un’ulteriore
comunicazione da parte di uno del comitato pro
ospedale (Carlo Frisina) che, sentendosi chiamare in
causa, ha risposto con un serie di dettagliate
considerazioni, precisando, tra l’altro, che << Il
nostro dovere di cittadini l’abbiamo fatto
pienamente. Non sappiamo se l'Amministrazione lo
stia facendo: a giudicare saranno i fatti>>.