8 DICEMBRE 2009  
 
 
 

Varapodio/Una statua per la Madonna dell'Accoglienza e la chiesa di S.Nicola riaperta al culto

Comunità religiosa in festa per il Patrono

 

L'omaggio di Rositani alla Sacra Effigie

 Vincenzo Vaticano


VARAPODIO - Due eventi particolarmente importanti per la locale comunità religiosa hanno caratterizzato la festività del patrono della cittadina preaspromontana, San Nicola di Mira. Nel primo pomeriggio, il sindaco on. Guglielmo Rositani e il cardinale Giovanni Battista Re (Prefetto della congregazione dei vescovi, appositamente giunto dalla Città del Vaticano), hanno rispettivamente inaugurato e benedetto, davanti ad una moltitudine di fedeli, la statua della Madonna dell’Accoglienza, un’imponente effigie in polvere di marmo donata dai fedeli e fortemente voluta dal parroco don Mimmo Caruso. La statua – 26 quintali di peso e 3 metri di altezza - è stata posta, all’ingresso del paese, su una colonna-piedistallo alta cinque metri, realizzata gratuitamente dalla locale ditta “Poliedil”. A seguire, la “processione” di cittadini, con in testa il sindaco, il cardinale e tante altre autorità civili e religiose, si è portata presso la chiesa di S.Nicola dove l’alto prelato, tagliando il nastro posto sull’ingresso principale, ha di fatto,  sancito la sua riapertura al culto dopo i minuziosi e scrupolosi lavori di abbellimento e di ristrutturazione effettuati, per parecchi mesi, dalle maestranze della locale ditta Fedele D’Agostino. Prima della concelebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Re, il primo cittadino di Varapodio, oltre ad evidenziare l’importante ruolo della chiesa anche nel campo sociale e culturale, ha colto l’occasione per ribadire – come già fatto tante altre volte – la necessità che << l’intera classe politica calabrese, di qualunque colore, deve necessariamente impegnarsi, più di quanto ha fatto finora, per porre rimedio alla grave crisi che investe tutti i settori della nostra regione e determina una nuova e preoccupante fase di forzata emigrazione di giovani calabresi (oltre 130 mila negli ultimi tempi) che, pur attaccati alla propria terra, sono costretti ad andare via portando altrove le loro professionalità ed intelligenze>>.

 

 

 
 

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