9 OTTOBRE 2013  
 
 
 


Varapodio/Il ritardato insediamento Pip
 
Storia di un esproprio, della carità cristiana e di una lettera al Papa

Uno scorcio del Pip (Piano insediamento produttivi)


Vincenzo Vaticano 


VARAPODIO – << Avendo avuto modo di apprezzare le grandi doti di umanità e umiltà che contraddistinguono le vostre missioni, entrambe improntate alla chiarezza e alla visione di una chiesa povera e umile, vi scrivo, in qualità di sindaco, e anche in qualità di cattolico credente per portare alla vostra attenzione una situazione alquanto sgradevole riguardante il comportamento di alcuni soggetti interni alla diocesi Oppido-Palmi>>.
E’ l’inizio di una formale nota indirizzata da Orlando Fazzolari a Papa Francesco e al vescovo mons. Franceco Milito per renderli partecipi della vertenza in atto tra il Comune di Varapodio e l’Istituto diocesano per il sostentamento del clero relativa all’esproprio, di qualche anno fa, di un terreno originariamente agricolo (4182 mq) che dopo la modifica del piano di fabbricazione, preordinata all’esproprio, fu destinato dall’Amministrazione comunale ad area Pip (Piano insediamenti produttivi).
<<L’iter dell’esproprio, tortuoso e lungo, - sottolinea il sindaco - si concluse con un decreto che riconobbe a titolo di indennità il valore - stabilito da un’apposita Commissione provinciale - di poco più di 17.000 euro da corrispondere all’Istituto diocesano, come previsto dalla legge. A seguito di ciò - aggiunge Fazzolari - il presidente dell’Istituto, sac. Giuseppe Borelli, ha proposto un giudizio di opposizione alla suddetta stima, chiedendo circa 230.000 euro, oltre l’ulteriore maggior danno, come contro valore di un semplice appezzamento di terreno, ripeto, di soli 4182 mq di natura agricola. Una somma richiesta in base alle stime dell’ing. Paolo Martino, consulente dell’Istituto>>.
Dopo la constatazione, tra l’altro, che tale opposizione ha dilatato enormemente i tempi di concessione dei lotti espropriati agli imprenditori che “realmente” fanno già impresa con successo e che da tempo agognavano la realizzazione dei propri impianti produttivi, Fazzolari rileva con preoccupazione come << Tale situazione rischia di depauperare ingiustamente e, mi si passi il termine, immoralmente le già provate casse del comune, pur riconoscendo all’Istituto il diritto ad ottenere “il giusto prezzo” anche se non posso esimermi dal constatare quanto le pretese siano sproporzionate e mosse da intenti speculativi. In considerazione, soprattutto, dal fatto che provengono da un ente morale, strettamente legato alla chiesa>>.
Fazzolari si dichiara certo che gli organi di giustizia sapranno mettere equilibrio tra le opposte posizioni, anche se teme la possibilità di eventuali valutazioni negative dei consulente tecnici che - chiamati in causa in questo tipo di controversie - non sempre svolgono con onestà professionale il loro compito.
<< Il mio intento - precisa, infine, Fazzolari - non è comunque quello di addentrarmi in questioni tecnico amministrative, bensì quello di porre all’attenzione delle SS.VV., un atteggiamento, una tendenza al lucro da parte di organismi ecclesiastici. Spero, dunque, che questa mia non rimanga una lettera morta e che contribuisca a “mettere ordine”, anzi a creare “un nuovo ordine” di cose, smantellando vecchi sistemi, contrari ai principi cristiani, in linea con quelle che fin’ora mi sono parse le tendenze del papato e della missione vescovile>>.

 
     

Back Home Page

Back index page