OPPIDO MAMERTINA - Reparto di medicina. Ovvero, ultimo
avamposto (o pseudo tale) della sanità per il vasto
comprensorio pre aspromontano del versante tirrenico
meridionale e le sue migliaia di abitanti. In pratica,
l’unica unità operativa di quello che fu il presidio montano
di Oppido Mamertina, rimasto sprovvisto di laboratorio
analisi e di punto di pronto intervento diurno dopo gli
ultimi provvedimenti della commissione straordinaria
dell’Asp 5. Nonostante il progressivo “smantellamento” e le
limitate prestazioni legate al reparto ancora in funzione,
la gente della zona, tuttavia, continua a rivolgersi, per
qualsiasi urgenza medica (lieve o grave che sia), a quello
che da sempre è stato il loro punto di riferimento. Il tutto
– va rilevato - con grande preoccupazione dei 4 dirigenti
medici “superstiti”, ancora in servizio presso il reparto.
Quattro operatori sanitari, è il caso di dire, che espletano
la loro (eccezionale e competente) attività davvero “in
prima linea”. <<In questi giorni – ci è stato riferito -
continuano a presentarsi malati esterni con patologie gravi
che chiedono direttamente assistenza nel reparto e che, dopo
il trattamento con i pochi presidi terapeutici e diagnostici
rimasti in dotazione, devono necessariamente raggiungere il
pronto soccorso dell’ospedale di Polistena (tramite 118 su
strade rotte e dissestate) con seri rischi di ritardo e
problemi gravi in termini di sopravvivenza immediata e
qualità della vita futura>>. Per tale motivo, la richiesta
più pressante che emerge dalle suddette considerazioni, è
quella di un ripensamento in merito alle decisioni prese,
per ripristinare, almeno per ora, il pronto soccorso e il
laboratorio analisi. Anche perché, c’è la consapevolezza,
sia tra gli operatori del settore che tra l’opinione
pubblica, che la posizione del presidio di Oppido sia
diversa da quella degli altri ospedali che dovrebbero
chiudere. Ciò, a prescindere dalle esigenze di bilancio da
parte di un’azienda che eroga prestazioni legate alla salute
degli individui, soprattutto in zone montane e a popolazione
sparsa. << Tutti ormai sono rassegnati – è l’amara e
preoccupante previsione degli addetti ai lavori – al
“fattaccio” che, se non si pone rimedio, succederà; e a
breve. Ognuno allora si assumerà le proprie
responsabilità>>.