10 LUGLIO 2009  
 
 
 

Oppido/Il reparto di medicina sembra una trincea ma i pazienti continuano a chiedere assistenza

Oppido, l'ultimo residuo di una sanità alla deriva

L'ospedale di Oppido Mamertina

 Vincenzo Vaticano


OPPIDO MAMERTINA - Reparto di medicina. Ovvero, ultimo avamposto (o pseudo tale) della sanità per il vasto comprensorio pre aspromontano del versante tirrenico meridionale e le sue migliaia di abitanti. In pratica, l’unica unità operativa di quello che fu il presidio montano di Oppido Mamertina, rimasto sprovvisto di laboratorio analisi e di punto di pronto intervento diurno dopo gli ultimi provvedimenti della commissione straordinaria dell’Asp 5. Nonostante il progressivo “smantellamento” e le limitate prestazioni legate al reparto ancora in funzione, la gente della zona, tuttavia, continua a rivolgersi, per qualsiasi urgenza medica (lieve o grave che sia), a quello che da sempre è stato il loro punto di riferimento. Il tutto – va rilevato - con grande preoccupazione dei 4 dirigenti medici “superstiti”, ancora in servizio presso il reparto. Quattro operatori sanitari, è il caso di dire, che espletano la loro (eccezionale e competente) attività davvero “in prima linea”. <<In questi giorni – ci è stato riferito - continuano a presentarsi malati esterni con patologie gravi che chiedono direttamente assistenza nel reparto e che, dopo il trattamento con i pochi presidi terapeutici e diagnostici rimasti in dotazione, devono necessariamente raggiungere il pronto soccorso dell’ospedale di Polistena (tramite 118 su strade rotte e dissestate) con seri rischi di ritardo e problemi gravi in termini di sopravvivenza immediata e qualità della vita futura>>. Per tale motivo, la richiesta più pressante che emerge dalle suddette considerazioni, è quella di un ripensamento in merito alle decisioni prese, per ripristinare, almeno per ora, il pronto soccorso e il laboratorio analisi. Anche perché, c’è la consapevolezza, sia tra gli operatori del settore che tra l’opinione pubblica, che la posizione del presidio di Oppido sia diversa da quella degli altri ospedali che dovrebbero chiudere. Ciò, a prescindere dalle esigenze di bilancio da parte di un’azienda che eroga prestazioni legate alla salute degli individui, soprattutto in zone montane e a popolazione sparsa. << Tutti ormai sono rassegnati – è l’amara e preoccupante previsione degli addetti ai lavori – al “fattaccio” che, se non si pone rimedio, succederà; e a breve. Ognuno allora si assumerà le proprie responsabilità>>.

 
 

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