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Carmela Olivieri, morta a Scaletta, era originaria del paese
della provincia reggina
Anche la comunità calabrese
di Varapodio ha ricordato con affetto la "sua" vittima
Vincenzo
Vaticano
VARAPODIO -
Anche la comunità di Varapodio, in provincia di Reggio
Calabria, attraverso un manifesto listato a lutto, fatto
affiggere dall'Amministrazione comunale, ha voluto
manifestare il cordoglio e dare l'ultimo saluto alle vittime
dei recenti e tragici eventi alluvionali di Messina. Un
manifesto non di semplice circostanza, anche e soprattutto
perchè tra i nomi scanditi da mons. Calogero La Piana e dai
numerosi telecronisti presenti, durante l'omelia funebre, è
più volte risuonato quello di Carmela Olivieri, nata a
Varapodio, dove ha vissuto fino all'età di 19 anni, prima di
trasferirsi, con altri congiunti, a Scaletta per sposarsi
con Salvatore Panarello. Il corpo della donna, letteralmente
strappata dalla furia dell'acqua e dal fango dalla propria
abitazione, è stato ritrovato e recuperato in mare aperto
nei pressi di Scaletta. Unitamente a quello degli altri
parenti e familiari, le riprese televisive dei funerali
hanno mostrato il dolore della madre di Carmela, Caterina
Priolo che, informata del luttuoso evento, da Varapodio
(dove risiede) si è immediatamente recata nella località del
messinese dove, da tantissimi anni, insieme a Carmela, si
sono stabiliti tutti gli altri figli: Paola, Lucia, Anna,
Pasquale e Angelo. Contrariamente a quanto riportato dalle
notizie circolate in paese nell'immediatezza degli eventi
calamitosi (si era diffusa la voce che anche un fratello di
Carmela era stato travolto dalla piena di fango ed acqua),
sembra, fortunatamente, che nessun altro della famiglia sia
stato coinvolto. L'"esodo" dalla Calabria alla vicina
Sicilia dei componenti della famiglia Olivieri è iniziato,
in modo graduale, a partire dal 1979 dopo la morte del
capofamiglia Salvatore Olivieri (originario di Messina)
avvenuta nel maggio del 1977 in seguito ad un grave
infortunio sul lavoro. Alla fine, solo la madre di Carmela,
Caterina Priolo, era rimasta nel paese del Reggino. Va
rilevato, comunque, che continui e frequenti sono i suoi
viaggi oltre Stretto per stare insieme, quanto più
possibile, ai propri congiunti. Ora stretti ancor più l'uno
all'altro dopo questo immenso dolore.
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