OPPIDO -
Si
susseguono numerose le iniziative intraprese a difesa del
locale nosocomio. In paese si respira aria pesante e c'è
evidente mobilitazione anche alla luce della comunicazione
inviata ai dirigenti sanitari interessati dal direttore
sanitario dott. Enzo Rupeni, circa la necessità di
«procedere in tempi brevissimi all'attuazione del piano di
riordino e razionalizzazione dell'offerta ospedaliera nella
Piana, a partire dall'ospedale di Oppido Mamertina»,
rispetto a cui si attende «entro il 20 p.v. apposito piano
operativo con cronoprogramma dei trasferimenti delle
attività».
Mentre
tutti gli amministratori comunali, con in testa il sindaco
Giuseppe Rugolo, si stanno freneticamente adoperando per
scongiurare l'attuazione dei provvedimenti disposti dall'Asp
5 che, di fatto, porterebbero alla definitiva chiusura
dell'ospedale montano, il comitato spontaneo dei cittadini
oppidesi si sta muovendo in varie direzioni.
Oltre a
preannunciare per venerdì un sit-in a Reggio davanti a
Palazzo Campanella, il comitato (tra cui Vincenzo Barca,
Carlo Frisina, Tita Russo, Antonio Loria) ha avviato la
raccolta di certificati elettorali con contemporanea
sottoscrizione di una petizione da presentare al prefetto.
«Cittadini – si legge nella petizione –, da mesi ormai il
nostro ospedale è al centro delle più assurde contese
amministrative che coinvolgono la nostra regione. Da diverso
tempo stiamo assistendo da spettatori scomodi ai vari
provvedimenti che chiedono con insistenza la chiusura del
presidio ospedaliero di Oppido. Da ultimo il provvedimento
della Direzione sanitaria con cui la commissione
straordinaria, sulla base delle direttive dell'assessorato
alla Sanità, intende procedere al piano di riordino e
razionalizzazione dell'offerta ospedaliera, che tradotto in
altri termini significa concretamente chiudere l'ospedale».
Inoltre, nella petizione vengono illustrate le conseguenze
«vergognose e nefaste» di tale provvedimento per i cittadini
dell'hinterland aspromontano «poichè è impensabile che con
una viabilità fatiscente, da terzo mondo, i cittadini di
tutti i comuni viciniori in caso d'urgenza possano spostarsi
in tempi brevi verso il nosocomio di Polistena, per essere
curati tempestivamente».
Intanto, nette prese di posizione contro lo smantellamento
dell'ospedale di Oppido sono state manifestate, con
argomentate dichiarazioni, da diversi esponenti politici
quali l'on. Maria Grazia Laganà Fortugno e i consiglieri
regionali Gesuele Vilasi, Alberto Sarra e Alessandro Nicolò.
Quest'ultimo, condividendo le preoccupazioni del
coordinamento cittadino, con un'interrogazione al presidente
della Giunta regionale ha, tra l'altro, sostenuto che la
riorganizzazione dell'attività dell'ospedale di Oppido «non
può essere attuata se non prima si dà corso al nuovo Psr».
Gesuele Vilasi, dopo varie considerazioni, scrive che è bene
ricordare che quello di Oppido è stato dichiarato "ospedale
di montagna" e, in virtù di tale denominazione, avrebbe
dovuto essere preservato. Per Maria Grazia Laganà il
nosocomio oppidese rappresenta una struttura insostituibile
«un ospedale di frontiera» che andrebbe semmai valorizzato.
Infine Alberto Sarra afferma che «l'ospedale di Oppido è
l'unica valida alternativa per i residenti del territorio
sino alla creazione del "nuovo ospedale della Piana"».