12 MAGGIO 2013  
 
 
 


Oppido/Celebrato con un convegno il decennale di un patrimonio che la Chiesa vuole rendere sempre più fruibile

Il museo diocesano, uno scrigno di storia e opere d'arte

Martino, Arcudi, Milito, don Franco


Vincenzo Vaticano 


OPPIDO MAMERTINA –  “Dieci anni .. per la Chiesa, il territorio, l’arte, l’azione educativa, la comunità. Dieci anni .. è festa al Museo”. Questo il tema del convegno con cui si è voluto celebrare in modo solenne, ieri mattina, il decennale dell’istituzione del Museo diocesano, progettato negli anni novanta dal vescovo Domenico Crusco ed inaugurato dal suo successore, mons. Luciano Bux, l’11 maggio del 2003.
Un “meeting” di notevole spessore culturale presieduto dal vescovo mons. Francesco Milito e coordinato da don Alfonso Franco, vicario episcopale per la Cultura.
Sala gremita presso i locali del seminario vescovile, che ospita il Museo, e tanti i relatori intervenuti dopo i saluti del sindaco di Oppido Bruno Barillaro, di Sinopoli Luigi Chiappalone, dell’assessore provinciale Domenico Giannetta, del dirigente scolastico Francesca Maria Morabito, della dott.ssa Antonietta Bonarrigo (Associazione “Mesogaia”) e del direttore del Museo diocesano di Gerace, Giacomo Oliva.
<< Oggi il Museo - ha affermato il direttore ing. Paolo Martino all’inizio della sua lunga relazione - è non il semplice luogo dell'esposizione di un patrimonio antico, ma anche uno strumento che aiuta la chiesa diocesana nella propria azione pastorale>>. Ripercorrendo le varie fasi storiche che hanno portato alla istituzione di questo “custode” di arte sacra ha poi aggiunto come <<Il terremoto flagello del 1783 è stato il parametro preso a riferimento per impostare il lavoro, mettere insieme e suddividere tutti quei beni delle parrocchie risalenti a prima e dopo il terremoto, esponendoli nelle sette grandi sale ospitate dal Museo>>.
Molto articolato l’intervento di don Letterio Festa, direttore dell’Archivio storico diocesano, il quale, nell’evidenziare che il patrimonio conservato nel Museo serve a poco se beni artistici, libri e documenti non vengono impiegati e fatti utilizzare dalle comunità locali ha voluto, anche, sottolineare come << Spalancando porte e finestre delle sue istituzioni culturali, la nostra Chiesa locale potrà dialogare meglio con il mondo che la circonda, affacciandosi su questo nuovo “Cortile dei gentili”, in modo da realizzare più proficuamente, attraverso il grande veicolo della cultura, la propria missione profetica e pastorale>>.
La restauratrice Anna Arcudi, con l’ausilio di diverse videoclip, ha illustrato l’intero processo messo in atto per “risanare” le statue lignee di San Filippo e San Gaetano (secolo XVII) provenienti da Sinopoli antica.
Mons. Francesco Milito, dopo il suo lungo intervento conclusivo ha benedetto i locali del Museo che, va rilevato, custodisce numerose opere d’arte sacra di inestimabile valore per cui è dotato di continua videosorveglianza e sofisticati sistemi d’allarme.  Tra i numerosi beni custoditi nelle sedi espositive, oltre alle due statue lignee appena restaurate, risultano di particolare pregio un San Sebastiano di Benedetto da Maiano, un ciborio marmoreo del sec. XVI di ambito messinese, due ostensori raggiati del sec. XIX di provenienza napoletana e due statue in marmo, personificazioni della Speranza e della Carità del sec. XIX.
 

 
     

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