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Oppido/Celebrato
con un convegno il decennale di un patrimonio che la Chiesa
vuole rendere sempre più fruibile
Il museo diocesano, uno scrigno di storia e opere d'arte
Martino, Arcudi, Milito, don Franco
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Vincenzo Vaticano
OPPIDO MAMERTINA – “Dieci anni .. per la
Chiesa, il territorio, l’arte, l’azione educativa, la
comunità. Dieci anni .. è festa al Museo”. Questo il tema
del convegno con cui si è voluto celebrare in modo solenne,
ieri mattina, il decennale dell’istituzione del Museo
diocesano, progettato negli anni novanta dal vescovo
Domenico Crusco ed inaugurato dal suo successore, mons.
Luciano Bux, l’11 maggio del 2003.
Un “meeting” di notevole spessore culturale presieduto dal
vescovo mons. Francesco Milito e coordinato da don Alfonso
Franco, vicario episcopale per la Cultura.
Sala gremita presso i locali del seminario vescovile, che
ospita il Museo, e tanti i relatori intervenuti dopo i
saluti del sindaco di Oppido Bruno Barillaro, di Sinopoli
Luigi Chiappalone, dell’assessore provinciale Domenico
Giannetta, del dirigente scolastico Francesca Maria Morabito,
della dott.ssa Antonietta Bonarrigo (Associazione “Mesogaia”)
e del direttore del Museo diocesano di Gerace, Giacomo
Oliva.
<< Oggi il Museo - ha affermato il direttore ing. Paolo
Martino all’inizio della sua lunga relazione - è non il
semplice luogo dell'esposizione di un patrimonio antico, ma
anche uno strumento che aiuta la chiesa diocesana nella
propria azione pastorale>>. Ripercorrendo le varie fasi
storiche che hanno portato alla istituzione di questo
“custode” di arte sacra ha poi aggiunto come <<Il terremoto
flagello del 1783 è stato il parametro preso a riferimento
per impostare il lavoro, mettere insieme e suddividere tutti
quei beni delle parrocchie risalenti a prima e dopo il
terremoto, esponendoli nelle sette grandi sale ospitate dal
Museo>>.
Molto articolato l’intervento di don Letterio Festa,
direttore dell’Archivio storico diocesano, il quale,
nell’evidenziare che il patrimonio conservato nel Museo
serve a poco se beni artistici, libri e documenti non
vengono impiegati e fatti utilizzare dalle comunità locali
ha voluto, anche, sottolineare come << Spalancando porte e
finestre delle sue istituzioni culturali, la nostra Chiesa
locale potrà dialogare meglio con il mondo che la circonda,
affacciandosi su questo nuovo “Cortile dei gentili”, in modo
da realizzare più proficuamente, attraverso il grande
veicolo della cultura, la propria missione profetica e
pastorale>>.
La restauratrice Anna Arcudi, con l’ausilio di diverse
videoclip, ha illustrato l’intero processo messo in atto per
“risanare” le statue lignee di San Filippo e San Gaetano
(secolo XVII) provenienti da Sinopoli antica.
Mons. Francesco Milito, dopo il suo lungo intervento
conclusivo ha benedetto i locali del Museo che, va rilevato,
custodisce numerose opere d’arte sacra di inestimabile
valore per cui è dotato di continua videosorveglianza e
sofisticati sistemi d’allarme. Tra i numerosi beni
custoditi nelle sedi espositive, oltre alle due statue
lignee appena restaurate, risultano di particolare pregio un
San Sebastiano di Benedetto da Maiano, un ciborio marmoreo
del sec. XVI di ambito messinese, due ostensori raggiati del
sec. XIX di provenienza napoletana e due statue in marmo,
personificazioni della Speranza e della Carità del sec. XIX.
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