12 AGOSTO 2008  
 
 
 

 

Oppido/ Appello dell'assessore della Comunità montana Vtm all'Asp 5
Palumbo: no alla chiusura dell'ospedale "di montagna"

 Vincenzo Vaticano


 Rosario Palumbo

OPPIDO – Le recenti ed inequivocabili dichiarazioni del prefetto Massimo Cetola (Commissario governativo per l’emergenza sanità) e il conseguente timore che la chiusura di alcuni ospedali della Piana, tra cui quello di Oppido, sia ormai prossima ed inevitabile, ha indotto il dr. Rosario Palumbo – assessore alla Sanità della Comunità montana versante tirrenico meridionale nonché consigliere comunale di Oppido – a diramare un comunicato stampa per esprimere inquietudine e preoccupazione sulle possibili conseguenze che un tale provvedimento causerebbe nel comprensorio tirrenico preaspromontano a livello socio sanitario. << Dopo le guardie mediche – esordisce Palumbo – tocca agli ospedali. Sui nosocomi della Piana – aggiunge - viene espresso un giudizio frettoloso e superficiale senza tenere conto dell’orografia di un territorio servito, oltretutto, da una pessima rete stradale. Le informazioni che arrivano al responsabile dell’Asp di RC sono “volutamente” insufficienti poiché non tengono conto della primaria esigenza di garantire l’emergenza-urgenza ad una intera popolazione che vede nel presidio di Oppido l’unico punto di riferimento raggiungibile in tempi brevi in un territorio estremamente disagiato. Non basta dire che nella Piana, in un raggio di 40 km. sono collocati sei ospedali (in effetti 5, visto che quello di Rosarno non è mai entrato in funzione) >>. Il nosocomio di Oppido, emerge dal comunicato, è ancora classificato, dal Piano sanitario in vigore, “Ospedale di montagna” proprio per il ruolo strategico a tutela delle popolazioni interne. Nonostante ciò, viene ancora rilevato, continua ad essere ridimensionato, bistrattato, umiliato e spogliato dei servizi essenziali. << Ci eravamo illusi – afferma Palumbo – che la proposta di riconversione in struttura ospedaliera per l’assistenza a pazienti non acuti (riabilitazione e lungodegenza) potesse dare una definitiva e precisa specificità alla struttura, ma come al solito piove sul bagnato>>. Chiedendo infine, con vena polemica, che fine abbia fatto l’osannato e nuovo “Ospedale della Piana” che logiche di potere, tra l’altro, hanno localizzato in una area diversa da quella espressa dal territorio (Cannavà), così conclude Palumbo << Non siamo per l’ospedale sotto casa, ma siamo fermamente convinti che fino a quando non vi saranno concrete e valide alternative, l’ospedale di Oppido non solo non dovrà chiudere ma dovrà essere potenziato e completato negli organici in modo che possa effettivamente rispondere alle esigenze del territorio. La Direzione strategica provinciale continuando ad agire in questo modo, potrà sì risanare i conti, ma svolgerà sicuramente un pessimo servizio per le popolazioni più deboli>>.



 

 
 

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