OPPIDO – Le recenti ed inequivocabili
dichiarazioni del prefetto Massimo Cetola (Commissario
governativo per l’emergenza sanità) e il conseguente timore
che la chiusura di alcuni ospedali della Piana, tra cui
quello di Oppido, sia ormai prossima ed inevitabile, ha
indotto il dr. Rosario Palumbo – assessore alla Sanità della
Comunità montana versante tirrenico meridionale nonché
consigliere comunale di Oppido – a diramare un comunicato
stampa per esprimere inquietudine e preoccupazione sulle
possibili conseguenze che un tale provvedimento causerebbe
nel comprensorio tirrenico preaspromontano a livello socio
sanitario. << Dopo le guardie mediche – esordisce Palumbo –
tocca agli ospedali. Sui nosocomi della Piana – aggiunge -
viene espresso un giudizio frettoloso e superficiale senza
tenere conto dell’orografia di un territorio servito,
oltretutto, da una pessima rete stradale. Le informazioni
che arrivano al responsabile dell’Asp di RC sono
“volutamente” insufficienti poiché non tengono conto della
primaria esigenza di garantire l’emergenza-urgenza ad una
intera popolazione che vede nel presidio di Oppido l’unico
punto di riferimento raggiungibile in tempi brevi in un
territorio estremamente disagiato. Non basta dire che nella
Piana, in un raggio di 40 km. sono collocati sei ospedali
(in effetti 5, visto che quello di Rosarno non è mai entrato
in funzione) >>. Il nosocomio di Oppido, emerge dal
comunicato, è ancora classificato, dal Piano sanitario in
vigore, “Ospedale di montagna” proprio per il ruolo
strategico a tutela delle popolazioni interne. Nonostante
ciò, viene ancora rilevato, continua ad essere
ridimensionato, bistrattato, umiliato e spogliato dei
servizi essenziali. << Ci eravamo illusi – afferma Palumbo –
che la proposta di riconversione in struttura ospedaliera
per l’assistenza a pazienti non acuti (riabilitazione e
lungodegenza) potesse dare una definitiva e precisa
specificità alla struttura, ma come al solito piove sul
bagnato>>. Chiedendo infine, con vena polemica, che fine
abbia fatto l’osannato e nuovo “Ospedale della Piana” che
logiche di potere, tra l’altro, hanno localizzato in una
area diversa da quella espressa dal territorio (Cannavà),
così conclude Palumbo << Non siamo per l’ospedale sotto
casa, ma siamo fermamente convinti che fino a quando non vi
saranno concrete e valide alternative, l’ospedale di Oppido
non solo non dovrà chiudere ma dovrà essere potenziato e
completato negli organici in modo che possa effettivamente
rispondere alle esigenze del territorio. La Direzione
strategica provinciale continuando ad agire in questo modo,
potrà sì risanare i conti, ma svolgerà sicuramente un
pessimo servizio per le popolazioni più deboli>>.