OPPIDO - Per valutare ed, eventualmente
adottare, determinazioni circa l’attuale situazione
estremamente critica e precaria del locale nosocomio –
soprattutto alla luce degli ultimi provvedimenti adottati
dagli organi dell’Asp 5 - si è riunito, ieri pomeriggio, il
civico consesso, in seduta straordinaria e urgente, per
discutere un unico punto all’ordine del giorno: “Esame
decisione Asp 5 – Riorganizzazione attività P.O. Oppido”.Oltre
ai locali amministratori comunali, nella sala consiliare
gremita di cittadini, hanno partecipato alla riunione
diversi sindaci ed amministratori del comprensorio e della
Comunità montana versante tirrenico meridionale: Alfonso
Germanò (Santa Cristina); Giuseppe Corso (Varapodio);
Agostino Mileto (Scido); l’avv. Silvestri (Palmi); Domenico
Romeo (Taurianova); Domenico Ceravolo (Laureana di
Borrello); Bruno Barillaro e Rosario Palumbo in
rappresentanza della Comunità montana Vtm. Presenti anche i
consiglieri regionali Giovanni Nucera e Pasquale Tripodi.
Parecchi telegrammi di sostegno e solidarietà sono stati
inviati da numerosi altri sindaci ed amministratori della
Piana impossibilitati a partecipare alla riunione. << Una
testimonianza – ha commentato in premessa il sindaco
Giuseppe Rugolo – che fa capire come il problema legato
all’emergenza sanità non riguarda solo i cittadini del
comprensorio preaspromontano, bensì tutti i 180 mila
abitanti della Piana che in conseguenza delle linee di
indirizzo seguite dai commissari straordinari dell’Asp 5
avranno tutt’altro che garantito il primario diritto alla
salute sia nel breve che nel medio e lungo periodo>>.
Iniziando i lavori (proseguiti fino a tardissima ora),
Rugolo, ritenendo che i fatti fossero ormai conosciuti da
tutti, ha saltato i preliminari e, dopo un breve excursus
illustrativo sugli indirizzi di politica sanitaria prima
concordati dalla Conferenza dei sindaci con l’Azienda
sanitaria e poi da questa disattesi, è andato subito al sodo
in maniera dura. << La linea d’indirizzo che i commissari
straordinari stanno mettendo in atto e che ha, soprattutto,
comportato l’emissione del noto provvedimento che mette in
seria discussione la futura esistenza del nostro ospedale –
ha detto Rugolo – presenta evidenti anomalie, oltre che di
opportunità, anche di natura giuridica in quanto contrasta
con l’attuale Psr vigente. Tale provvedimento è illegittimo.
Abbiamo già chiesto l’accesso agli atti per proporre ricorso
al Tar ed, eventualmente, alla Procura della Repubblica nel
caso in cui fossero ravvisati abusi perseguibili
penalmente>>. Tra l’altro, ha aggiunto il vice sindaco
Antonino Mammoliti, i tre commissari non hanno poteri
speciali che consentono loro di derogare a quanto previsto
dall’accordo di programma che, nell’attuale fase di
transizione, è un atto normativo con norme cogenti. Dopo
tante altre considerazioni, Rugolo ha chiesto ed ottenuto
dai consiglieri di minoranza l’impegno per far fronte comune
a difesa dell’ospedale. <<Il deficit della sanità calabrese
non si risolve tagliando un servizio vitale per migliaia di
cittadini residenti in zone estremamente disagiate, ma si
combatte tagliando gli sprechi>>. Tutti gli altri
intervenuti (Germanò, Mileto, Barillaro, l’avv. Vadalà, il
primario Coco, Silvestri) usando analoghi toni duri, hanno,
in vario modo, evidenziato lo stato di abbandono del
territorio (non solo dal punto di vista della sanità)
sottolineando che quello che si vuole non è l’ospedale di
eccellenza ma il minimo indispensabile per garantire la
salute. E’ terribile constatare – è stato detto – che la
sanità nella Piana, che non eroga sicuramente un servizio di
eccellenza, riguarda solo i poveri sventurati che, a
differenza di chi può permetterselo, non hanno la
possibilità di curarsi altrove. Qualcuno ha proposto anche
le dimissioni in massa visto che << come massima autorità
sanitaria cittadina, non riusciamo più ad assicurare ai
nostri cittadini il diritto primario alla salute>>. Molto
articolato è risultato l’intervento di Ceravolo (presidente
della conferenza dei Sindaci) che, ribadendo la mancanza di
riferimenti politici sia locali che nazionali, ha definito
una vergogna quello che vogliono fare degli ospedali di
Palmi, Taurianova ed Oppido. In relazione a quest’ultimo ha
dichiarato che << se non ritirano quell’ordine di
smantellamento faremo, insieme alla popolazione, una cintura
umana intorno all’ospedale>>. Ha, infine, proposto la
predisposizione di un documento unitario forte e condiviso
da tutti i sindaci, da inoltrare ai Commissari dell’Asp 5 i
quali, come lui stesso ha riferito, hanno chiesto
l’espressione di pareri e proposte da parte della Conferenza
in relazione alle ultime decisioni adottate o da adottare.
Giovanni Nucera, ricordando che non è la prima volta che si
trova ad Oppido per affrontare i problemi dell’ospedale, ha
rivolto pesanti accuse a chi (nella fattispecie, la
compagine di maggioranza alla Regione) ha provocato un
autentico terremoto nella sanità non solo nella Piana, ma
anche a Reggio e a Locri). La sua idea e che occorra
un’azione forte e che dia risonanza al grave problema. Così
come ha fatto il collega Pasquale Tripodi, ha promesso che
“darà battaglia” in seno al consiglio regionale sia sullo
specifico problema di Oppido che in sede di approvazione del
nuovo Psr.