VARAPODIO - “Lo stato della viabilità provinciale e
locale dopo gli eventi alluvionali del dicembre 2008 e
gennaio 2009 e i relativi interventi programmati dalle
amministrazioni competenti”. E’ stato questo il tema
trattato nel corso della conferenza pubblica organizzata
dall’Università della terza età – al suo quinto anno di
attività – presso l’auditorium del Centro culturale
polivalente. Un convegno che ha suscitato enorme interesse
tra i molti intervenuti – e non poteva essere diversamente
vista l’attualità del problema – anche perché a relazionare
sull’argomento è stato l’ing. Bruno Polifroni,
professionista del luogo ed attuale consulente tecnico per
il settore viabilità della Provincia di RC, nonché titolare
della società (Progineer) che, per i prossimi tre anni, avrà
la gestione-manutenzione ordinaria e straordinaria di tutta
la viabilità provinciale per quanto attiene la parte tecnica
progettuale del servizio di “Global service strade”.
Introdotto dall’ing. Riccardo Carbone, responsabile dell’Ute,
Polifroni, ha esordito, individuando i due elementi
principali che hanno prodotto l’attuale situazione di grave
rischio per il territorio, la viabilità e la popolazione,
ovvero: le piogge persistenti con forte concentrazione in
brevi spazi di tempo (secondo il Cnr è stato il dicembre più
piovoso degli ultimi due secoli); la manutenzione stradale
inesistente (secondo Bertolaso “negli ultimi 20-30 anni non
si è fatto nulla per correggere il territorio”). Il relatore
- componente anche di un “team” incaricato dalla Provincia
per una ricognizione sull’intero sistema viario - ha
continuato dicendo che al momento << su 115 strade, 25
risultano interrotte; circa 50 sono in condizioni di elevato
rischio; numerose situazioni sono in fase di evoluzione>>.
La concentrazione dei danni (escluse le coste) si è avuta
per il 35% nella zona jonica, per il 5% nella zona di centro
e per il 65% nella zona tirrenica. In quest’ultima zona
l’epicentro è stato proprio l’entroterra pianigiano. Gli
effetti sulle altre realtà locali risultano altrettanto
devastanti: strade comunali o interpoderali fatiscenti o
chiuse al traffico; danni irreparabili all’economia
prevalentemente agricola; elevati costi d’intervento non
sostenibili con i fondi comunali. Elencando poi i numerosi
interventi risolutivi effettuati dalla Provincia e dai
Comuni con la “somma urgenza”, Polifroni ha dichiarato che i
danni accertati al sistema viario provinciale , attraverso i
numerosi sopralluoghi, ammontano a 50 milioni di euro;
complessivamente superano i 200 milioni di euro. Ha
evidenziato, inoltre, contrariamente a quanto fatto dalla
Provincia e dai Comuni, il tardivo intervento della Regione
per quanto di competenza (dichiarazione stato di calamità,
ndc). <<Solo dopo gli ulteriori eventi calamitosi di gennaio
e i morti sull’A3 la protezione civile si è mobilitata ed è
stato riconosciuto che su 400 comuni il 100% è a rischio
idrogeologico; perfino l’esercito è stato mobilitato e sono
riapparsi i ponti cosiddetti “Baily”>>. Ciò premesso e dopo
tante altre informazioni, accompagnate da foto e
diapositive, l’ing. Polifroni, avendo relazionato in merito,
ha, come dire, dato la buona notizia che quattro progetti,
considerati prioritari dai responsabili politici e tecnici
della Provincia (ingg. Domenica Catalfamo e Nino Casile),
sono stati già avviati. Nella fattispecie, essi riguardano:
il ripristino della strada “Ferrandina” attraverso la
costruzione di una variante; la ricostruzione del ponte sul
torrente Marro; la ricostruzione del ponte sul torrente
Vacale; il consolidamento del tratto stradale interessato
dall’enorme frana che, tra l’altro, minaccia l’abitato di
Sitizano, frazione di Cosoleto. << I suddetti progetti - ha
riferito Polifroni - sono i primi in ordine di priorità di
una lunga lista che la Provincia intende attuare
nell’immediatezza, attingendo nell’emergenza, a fondi
interni, in attesa dei finanziamenti provenienti dalla
dichiarazione dello stato di calamità naturale, che ormai
dovrebbe essere prossima>>. Concludendo, il relatore ha
sottolineato che i lavori per la strada Ferrandina
dovrebbero cominciare a breve; così come gli altri
interventi. Ovviamente i tempi di realizzazione del ponte
Marro saranno più lunghi (circa nove mesi dall’inizio dei
lavori); tuttavia se la Provincia riuscirà a riattivarlo
entro la fine dell’anno si tratterà di un successo ed un
vero e proprio record.