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Oppido/Dibattito sulla quarta campagna di
scavi archeologici
Il "terrazzo di Castellace"
inesauribile fonte di scoperte
Tassone, il sindaco Barillaro, Iaria, Agosrino,
Sica
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Vincenzo
Vaticano
OPPIDO MAMERTINA - Organizzato dalla locale
Amministrazione comunale guidata dal sindaco Bruno Barillaro
– con il supporto del consigliere delegato ai beni culturali
Nicola Iaria – si è tenuto, presso i locali della scuola
primaria della frazione Castellace, un interessante e
partecipato convegno dal titolo “Castellace: IV campagna di
scavi archeologici, dall’abitato indigeno alla città Brettia
(IV-VI secolo a.c.)”. Il dibattito ha riguardato l’attività
di ricognizione e di ricerca che, come hanno avuto modo di
rilevare sia Barillaro che Iaria, introducendo i lavori, ha
visto << la profusione d’impegno e la dedizione di un’intera
equipe di archeologi che da mesi operano sul campo>>. Un
impegno – va subito detto - abbondantemente gratificato dal
rinvenimento di reperti, soprattutto di natura sepolcrale
(nella fattispecie, numerose tombe di età arcaica ed
ellenistica) in un’area dove, peraltro, dagli inizi del 900
vengono effettuati sistematicamente scavi archeologici. I
risultati conseguiti in questa ennesima campagna di scavi,
sono stati illustrati da qualificati relatori come la
dott.ssa Rossella D’Agostino della Sopraintendenza ai beni
archeologici della Calabria e la dott.ssa Maria Maddalena
Sica, docente di urbanistica e architettura greca presso la
scuola di specializzazione in archeologia di Matera
(Università della Basilicata). Al tavolo dei lavori, in
qualità di ospite, si è aggiunto l’on. Mario Tassone. Dopo i
ringraziamenti rivolti all’Amministarazione comunale
(attuale e passata) da parte della dott.ssa D’Agostino <<
per la partecipazione e il sostegno che non ci hanno fatto
mai mancare>>, è stata la prof.ssa Sica, con l’ausilio di
numerose diapositive, a far vedere e descrivere << i frutti
estremamente interessanti che il territorio, oggetto della
ricerca archeologica, sta producendo>>. Un territorio – il
cosiddetto “terrazzo di Castellace” con i siti antichi Torre
Cillea (abitato) e Torre inferrata (necropoli) –,
strategicamente importante per la viabilità interna, che ha
restituito dati importanti per la ricerca archeologica
relativa alla fase brettia e alla fase precedente (VII – III
secolo a.c.). << Abbiamo iniziato nel 2006 quando eravamo un
piccolo manipolo di ricercatori – ha sottolineato la
studiosa lucana -; siamo quindi passati a 15, poi a 40, oggi
siamo oltre 50. Il nostro obiettivo è quello di dare la
giusta dignità storica a questo piccolo centro sconosciuto
che ha un grande passato>>. Un’affermazione suffragata dalle
numerose videoclip che hanno mostrato reperti e frammenti
archeologici risalenti, in alcuni casi, all’era protostorico
(età del ferro). << L’esame di questi reperti – ha riferito
l’archeologa tra tante altre cose - ci permettono di
risalire all’epoca storica, ma soprattutto di stabilire
l’attività esercita nei luoghi dei ritrovamenti. Il
rinvenimento, ad esempio, di due tombe – ha poi aggiunto –
che hanno restituito il corredo intatto del defunto, è
risultato particolarmente significativo poiché ha consentito
di stabilirne il sesso e la condizione sociale. Altri
frammenti ritrovati all’interno delle tombe (cinturoni di
bronzo, “morso del cavallo”, ecc.) testimoniano, inoltre, il
carattere guerriero delle popolazioni>>. Indubbiamente
rilevante anche, il rinvenimento di alcuni scarabei con
scritte geroglifiche che, ha infine precisato la prof.ssa
Sica, saranno attentamente esaminati dagli specialisti
egittologi.
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