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Oppido / Madaffari
e Longo accusati di rapina e detenzione di
armi Assolti per non aver commesso il
fatto
PALMI (p.m.) – Assoluzione
«per non aver commesso il fatto». Questa la decisione della
Corte d'Appello di Reggio Calabria (presidente, Mazzù), in
riforma della sentenza di condanna emessa, in primo grado, nei
confronti di Domenico Madaffari, 31 anni, e Giulio Longo, 29
anni, entrambi di Messignadi di Oppido Mamertina. I due, che
erano difesi dagli avv. Gerardina Pistone (Madaffari) e Nicola
Rao (Longo) erano stati sottoposti a processo per le accuse di
rapina e detenzione e porto illegale di due pistole. I fatti
risalgono al 17 marzo del 1998, giorno in cui un pensionato si
presentò ai carabinieri di Varapodio denunciando che, qualche
giorno prima, nel mentre era intento ad effettuare alcuni
lavori su un fondo agricolo di sua proprietà ubicato in
località Calanello, era stato affrontato da due giovani i
quali, col viso coperto da passamontagna e armi in pugno, lo
avevano costretto a consegnare loro il denaro che aveva con sé
(300mila lire). Prima di allontanarsi, i due intimarono al
pensionato di non sporgere denuncia, pena gravi conseguenze.
Su queste basi, e sulle successive indicazioni fornite dalla
parte offesa e dalla di lui moglie, ebbe inizio l'attività
investigativa dei carabinieri che portò inizialmente
all'arresto di Madaffari; successivamente, e manette
scattarono ai polsi anche di Longo. Ai due, gli inquirenti
contestarono la responsabilità del compimento della rapina,
nonché il possesso e il porto illegale delle due pistole
utilizzate ai fini della sua esecuzione. Il 26 giugno del
1998, i due giovani furono mandati a giudizio, e il successivo
30 novembre iniziò il processo. Alla luce delle risultanze
emerse in sede dibattimentale, il successivo 17 giugno del
1999, il Tribunale penale palmese ritenne di affermare la
penale responsabilità degli imputati in ordine ai reati loro
contestati. Questa la ragione per la quale, Domenico Madaffari
fu condannato a sei anni di reclusione e tre milioni di multa,
mentre per Giulio Longo la pena irrogata fu di cinque anni e
mezzo di reclusione e due milioni e mezzo di multa. Contro
questa sentenza, i due giovani, tramite i rispettivi
difensori, gli avvocati Pistone e Rao, hanno proposto appello.
Nel corso dell'udienza, il Pubblico ministero ha chiesto la
conferma della sentenza per Madaffari, e l'assoluzione di
Longo per mancanza di prove. La decisione dei giudici reggini,
invece, è stata quella di riformare la sentenza appellata
emessa in primo grado, mandando assolti Domenico Modaffari e
Giulio Longo, «per non aver commesso il fatto». |
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