VARAPODIO - Un comitato spontaneo, composto da
imprenditori agricoli, braccianti, artigiani, industriali,
studenti e cittadini, affiancato dall'Amministrazione
comunale – rappresentata, nell'occasione, dal vice sindaco
Orlando Fazzolari –, si è riunito per esprimere la viva
protesta della popolazione del vasto territorio pre
aspromontano lasciato in abbandono e in uno stato di
profondo isolamento dopo le calamità naturali di dicembre e
gennaio scorsi.
Destinatari del documento conclusivo, predisposto al termine
dei lavori, sono Provincia e Regione cui si imputa «lo stato
di abbandono in cui versano le strade provinciali a causa
della chiusura di alcune vie di comunicazione, prima fra
tutte la Oppido-Varapodio-Amato-Gioia Tauro, dopo
l'inagibilità del ponte Marro». Profondamente esasperati, i
numerosi partecipanti alla riunione si sono chiesti come mai
a distanza di tre mesi dagli eventi alluvionali non sono
stati ancora avviati i lavori per la ricostruzione dei ponti
crollati e la viabilità alternativa si trovi tutt'oggi in
condizioni di assoluto disastro, con grave pericolo di
incolumità per i cittadini che vi transitano. Veri e propri
crateri e non semplici buche, è stato rilevato, si trovano
lungo tutto il percorso , per non parlare degli alberi che
minacciano di cadere da un momento all'altro e il pericolo
di smottamenti e di frane che accompagnano il viaggiatore
nei suoi spostamenti.
Nonostante i reiterati ed accorati appelli lanciati con
tutti i mezzi possibili (giornali, radio, televisioni)
finora – è stato ancora detto – si è assistito solo ad
annunci e proclami senza alcun intervento degno di nota.
Fatte queste premesse, il Comitato ha formalmente chiesto
alla Provincia e, per conoscenza al commissario
straordinario per l'emergenza, di «intervenire
immediatamente per ripristinare tutta la viabilità
provinciale e la relativa messa in sicurezza, onde
scongiurare danni irreparabili ai cittadini di tutto il
territorio». Qualora perdurasse lo stato di abbandono, il
Comitato ha preannunciato che si rivolgerà alla Procura
perché accerti le responsabilità inerenti la mancata
esecuzione delle disposizioni contenute nell'ordinanza
ministeriale del 16 gennaio u.s. che detta apposite norme
per "mettere in sicurezza i cittadini e ripristinare lo
stato dell'arte dei luoghi danneggiati".
Si
parla di un miliardo e 200 milioni stanziati dal Governo e
dalla Regione per la calamità, è stato infine detto, però i
cittadini continuano a subire ingenti danni sia in termini
di spese aggiuntive che di perdita di tempo per percorrere
le vie alternative, peraltro tortuose e rese pericolose
dall'esponenziale aumento di traffico. Le calamità naturali
pare siano terminate ma il territorio si trova ancora in
continuo stato di emergenza