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Varapodio / Gli
effetti del dimensionamento scolastico La
rivoluzione didattica che non accontenta
tutti
Vincenzo Vaticano
VARAPODIO – Anche se con notevole
ritardo rispetto alla quasi totalità delle altre regioni
(all'incirca otto mesi), la Calabria ha provveduto a varare il
tanto atteso piano regionale di dimensionamento ottimale delle
istituzioni scolastiche, tra cui quelle della provincia di
Reggio Calabria, attraverso il decreto n. 1 datato 1. agosto
del presidente della giunta regionale, Giuseppe Chiaravalloti, in
qualità di commissario straordinario «ad acta» nominato dal
ministro della Pubblica istruzione. Provvedimento resosi
necessario per le reiterate «fumate nere» verificatesi in seno
alla commissione regionale preposta a tale adempimento sia
durante la gestione della compagine di centrosinistra che in
quella di centrodestra. Il provveditore agli studi di Reggio
Calabria, quindi, ha potuto finalmente adottare i
conseguenziali provvedimenti che si concretizzano
essenzialmente nel riconoscimento, dal 1. settembre 2000,
dell'autonomia funzionale, organizzativa e didattica nonché
nell'attribuzione della personalità giuridica alle 159
istituzioni scolastiche, scaturite dall'approvazione del piano
di dimensionamento, che per il prossimo futuro costituiranno
la nuova rete scolastica provinciale. Per effetto del
provvedimento, la geografia delle scuole nel territorio
risulta profondamente modificata. Molte scuole, in base alle
recenti disposizioni normative in materia di autonomia e
razionalizzazione, hanno perso la loro originaria identità
poiché sono state, a seconda dei casi, ridimensionate o
potenziate rispettivamente a favore o a discapito di altre
scuole. Nel comune di Varapodio, per esempio, dal prossimo 1.
settembre non ci sarà più il Circolo didattico composto dai
plessi di scuola elementare e materna di Varapodio e Molochio
cesserà di esistere formalmente la scuola media che
comprendeva, come sezione distaccata, la scuola media di
Varapodio. In entrambi i comuni, per merito soprattutto delle
locali amministrazioni, è stata effettuata la cosiddetta
razionalizzazione verticale che ha comportato la confluenza
delle scuole materne, elementari e medie del territorio
comunale in una nuova realtà scolastica denominata Istituto
comprensivo. Una sorta di rimedio, in definitiva, che ha
consentito ai due comuni, almeno per il momento, di mantenere
l'autonomia alle proprie scuole altrimenti destinate a
divenire «pertinenze» di scuole con sede legale in altri
comuni. In tutta la provincia, va senz'altro sottolineato, con
l'inizio del prossimo anno scolastico saranno ben 40 le
istituzioni scolastiche con queste caratteristiche. Soluzione
discutibile, è stato il commento di molti addetti ai lavori,
per i problemi di natura didattica e amministrativa che
potrebbero sorgere nella gestione di tre ordini diversi di
scuole ma che ha, tuttavia, costituito l'unico «escamotage»
per far rientrare la popolazione scolastica di tante scuole
nei parametri stabiliti dalla legge e ottenere, in alcuni casi
anche in deroga, l'agognata autonomia scolastica. Dal 1.
settembre, è infine il caso di rilevare, entrerà a pieno
regime in tutte le scuole la nuova figura del dirigente
scolastico che andrà a rilevare la tradizionale definizione
del capo istituto finora conosciuto come preside o direttore
didattico. In modo analogo, i responsabili amministrativi (già
segretari), in vista delle maggiori responsabilità e delle
maggiori incombenze loro attribuite, assumeranno la qualifica
di direttore dei servizi generali e amministrativi. Per il
nuovo profilo sia i dirigenti che i direttori hanno dovuto
frequentare e superare dei corsi di preparazione istituiti dal
ministero della Pubblica istruzione. |
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