15 AGOSTO 2000  
 
Varapodio / Gli effetti del dimensionamento scolastico
La rivoluzione didattica che non accontenta tutti

 Vincenzo Vaticano


 VARAPODIO – Anche se con notevole ritardo rispetto alla quasi totalità delle altre regioni (all'incirca otto mesi), la Calabria ha provveduto a varare il tanto atteso piano regionale di dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche, tra cui quelle della provincia di Reggio Calabria, attraverso il decreto n. 1 datato 1. agosto del presidente della giunta regionale, Giuseppe Chiaravalloti, in qualità di commissario straordinario «ad acta» nominato dal ministro della Pubblica istruzione. Provvedimento resosi necessario per le reiterate «fumate nere» verificatesi in seno alla commissione regionale preposta a tale adempimento sia durante la gestione della compagine di centrosinistra che in quella di centrodestra. Il provveditore agli studi di Reggio Calabria, quindi, ha potuto finalmente adottare i conseguenziali provvedimenti che si concretizzano essenzialmente nel riconoscimento, dal 1. settembre 2000, dell'autonomia funzionale, organizzativa e didattica nonché nell'attribuzione della personalità giuridica alle 159 istituzioni scolastiche, scaturite dall'approvazione del piano di dimensionamento, che per il prossimo futuro costituiranno la nuova rete scolastica provinciale. Per effetto del provvedimento, la geografia delle scuole nel territorio risulta profondamente modificata. Molte scuole, in base alle recenti disposizioni normative in materia di autonomia e razionalizzazione, hanno perso la loro originaria identità poiché sono state, a seconda dei casi, ridimensionate o potenziate rispettivamente a favore o a discapito di altre scuole. Nel comune di Varapodio, per esempio, dal prossimo 1. settembre non ci sarà più il Circolo didattico composto dai plessi di scuola elementare e materna di Varapodio e Molochio cesserà di esistere formalmente la scuola media che comprendeva, come sezione distaccata, la scuola media di Varapodio. In entrambi i comuni, per merito soprattutto delle locali amministrazioni, è stata effettuata la cosiddetta razionalizzazione verticale che ha comportato la confluenza delle scuole materne, elementari e medie del territorio comunale in una nuova realtà scolastica denominata Istituto comprensivo. Una sorta di rimedio, in definitiva, che ha consentito ai due comuni, almeno per il momento, di mantenere l'autonomia alle proprie scuole altrimenti destinate a divenire «pertinenze» di scuole con sede legale in altri comuni. In tutta la provincia, va senz'altro sottolineato, con l'inizio del prossimo anno scolastico saranno ben 40 le istituzioni scolastiche con queste caratteristiche. Soluzione discutibile, è stato il commento di molti addetti ai lavori, per i problemi di natura didattica e amministrativa che potrebbero sorgere nella gestione di tre ordini diversi di scuole ma che ha, tuttavia, costituito l'unico «escamotage» per far rientrare la popolazione scolastica di tante scuole nei parametri stabiliti dalla legge e ottenere, in alcuni casi anche in deroga, l'agognata autonomia scolastica. Dal 1. settembre, è infine il caso di rilevare, entrerà a pieno regime in tutte le scuole la nuova figura del dirigente scolastico che andrà a rilevare la tradizionale definizione del capo istituto finora conosciuto come preside o direttore didattico. In modo analogo, i responsabili amministrativi (già segretari), in vista delle maggiori responsabilità e delle maggiori incombenze loro attribuite, assumeranno la qualifica di direttore dei servizi generali e amministrativi. Per il nuovo profilo sia i dirigenti che i direttori hanno dovuto frequentare e superare dei corsi di preparazione istituiti dal ministero della Pubblica istruzione.

 

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