Circa centocinquanta anni fa, il 14 maggio 1861, moriva
nella sua casa di campagna in contrada "Rinace", all'età di
69 anni, Carmelo Faccioli, uno dei personaggi più
prestigiosi cui Varapodio, il piccolo paese preaspromontano
del versante tirrenico meridionale abbia dato i natali. Uno
studioso, ma soprattutto un patriota, che profuse le sue
energie, nei cruciali anni della prima metà dell'ottocento,
per affermare le sue idee liberali e dare, quindi, il suo
contributo per il "compimento" dell'unità d'Italia. «Parlare
di lui - scriveva il compianto don Antonino Di Masi nella
sua monumentale opera monografica "Varapodio ieri e oggi" -
e come parlare del Risorgimento italiano per la cui causa ha
impiegato tutte le sue meravigliose doti di mente e di
cuore».
Nato il 26 settembre del 1792, Carmelo Faccioli, compiuti 18
anni, si trasferì a Napoli dove ebbe modo, dedicandosi agli
studi universitari (si laureò in giurisprudenza nel 1813),
di forgiare e maturare le sue convinzioni politiche che non
pochi problemi gli causarono con la polizia borbonica.
Nel 1830, infatti, fu fermato e imprigionato per la
detenzione di alcune "sovversive" poesie di Gabriele
Rossetti, patriota esule prima a Malta e poi a Londra.
Dopo la scarcerazione rientrò a Varapodio dove, continuando
la sua attività politica ed ideologica, fu eletto per due
anni sindaco.
Pubblicò diverse opere, ma la sua fama di storico e
letterato derivò, essenzialmente, dalla pubblicazione, nel
1846, della voluminosa "Ricerca su' Bruzi e su' moderni
Calabri".
Partecipò attivamente, nel 1848, agli eventi che indussero
il sovrano del Regno delle due Sicilie, Ferdinando II - al
pari di molti altri monarchi - a concedere la Costituzione.
Ad aprile dello stesso anno - dopo la pubblicazione di un
suo manifesto elettorale dal titolo "Progetto di un comitato
centrale della opposizione costituzionale" - Faccioli venne
eletto al Parlamento napoletano. Costretto a rientrare a
Varapodio, dopo lo scioglimento del Parlamento, fu per lungo
tempo sottoposto a sorveglianza da parte della polizia.
Faccioli, come accennato, si spense nel 1861, esattamente il
14 maggio. Appena in tempo per assistere all'inizio del
lento e (per lui tanto) agognato processo di riunificazione
dell'Italia.
In suo ricordo rimane a Varapodio un massiccio portale di
marmo in Via Dogali e una lapide con bassorilievo
realizzata, a suo tempo, dal grande scultore napoletano
Tommaso Solari.