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Presentate al
prefetto dal sacerdote che le ha inventate Le
tabacchiere di don De Masi “ambasciatrici” della
Calabria
Vincenzo Vaticano
VARAPODIO – Sono sempre d'attualità e
continuano a suscitare interesse le, ormai famose,
«tabacchiere» da fiuto di don De Masi, originali manufatti, a
forma di piccola ampolla, con tappo a vite e
dall'inconfondibile e delicato aroma di bergamotto, ricavati
dalla buccia riversa ed essiccata del tipico agrume calabrese,
attraverso una complessa tecnica artigianale appresa da vecchi
contadini, che ha consentito all'arciprete di Varapodio di
riscoprire e «salvare» in extremis un prezioso prodotto
dell'artigianato calabrese, da tempo scomparso. Un'iniziativa,
va rilevato, che rappresenta, in atto, anche uno sbocco
occupazionale per alcuni giovani, i quali, con De Masi, hanno
dato vita a una cooperativa artigianale il cui laboratorio e
meta continua di visitatori e scolaresche provenienti dalla
Calabria e da fuori. Non sorprende, quindi, se la
«tabacchiera» di don De Masi, oltre a destare l'interesse dei
massi media locali e nazionali e anche esteri (americani,
tedeschi e giapponesi) che a varie riprese se ne sono
occupati, ha destato l'attenzione di enti e organismi
(Regione, Province, Comuni) che, in molti casi, hanno deciso
di commissionare un congruo numero di esemplari per
utilizzarli come «souvenir» della Calabria e come oggetti di
rappresentanza in occasione di importanti manifestazioni come
avvenuto nel caso, ad esempio, della visita dell'allora
presidente della Repubblica Scalfaro in Calabria. E non
sorprende se, anche il prefetto di Reggio Calabria, Goffredo
Sottile, ha mostrato interesse e curiosità per
l'intraprendente attività del sacerdote di Varapodio (attento
studioso, peraltro, di storia locale con numerose
pubblicazioni all'attivo) e tra i suoi quotidiani impegni
istituzionali si è riservato un cospicuo ritaglio di tempo per
incontrare don De Masi e alcuni giovani della cooperativa, per
scambiare, come dire «quattro chiacchiere» a proposito della
«tabacchiera» e delle tecniche usate per realizzarla. Durante
l'incontro, dopo una dimostrazione pratica del processo di
lavorazione, è stato consegnato al Prefetto un manufatto
artisticamente decorato con lo stemma della Provincia di
Reggio Calabria e un altro con lo stemma del Comune di
Varapodio. Superfluo aggiungere che l'interesse e le attese
del prefetto sono andate tutt'altro che deluse e a fine
incontro ha espresso vivissimi complimenti a tutta la
delegazione per l'originale «mestiere» esercitato.
Un'attività, è infine il caso di rilevare, che ha determinato
l'attribuzione a don De Masi di un prestigioso riconoscimento
costituito dalla medaglia d'oro «Calabria 2000» consegnatagli
a Roma, unitamente ad altri 22 emeriti calabresi, in
Campidoglio, in occasione della celebrazione della 34. «Festa
dei calabresi nel mondo» promossa e organizzata
dall'Associazione Brutium. |
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