VARAPODIO - Con una popolazione sempre
più interessata e coinvolta nelle vicende politiche che
stanno caratterizzando, in questo particolare momento, la
vita del paese, è entrata decisamente nel vivo la campagna
elettorale e si stanno moltiplicando le “fatiche” dei due
candidati (e relative compagini) che, a distanza di un anno,
si contendono la massima carica politico amministrativa del
comune dopo la decadenza del sindaco Orlando Fazzolari e il
conseguente scioglimento del civico consenso per violazione
della legge inerente “il terzo mandato”. Il sindaco uscente,
va rilevato, si ripresenta in qualità di consigliere con la
“sua” lista civica “Asso di coppe” capeggiata dall’on.
Guglielmo Rositani, nativo del luogo ma residente a Rieti
dove per tre volte è stato eletto parlamentare di An.
L’altra lista (“Arcobaleno”), come nelle passate elezioni, è
presente con la candidata a sindaco Carmela Bonarrigo,
dirigente facente funzioni presso la procura della
Repubblica di Palmi. Entrambi i candidati si sono presentati
agli elettori attraverso dei pubblici comizi in una piazza (S.Stefano)
gremita di cittadini. Ad “aprire” la campagna elettorale è
stata l’ex compagine di maggioranza con un comizio in
“tandem” di Fazzolari e Rositani. Quest’ultimo ha spiegato i
motivi che l’hanno indotto ad accettare la candidatura a
sindaco << da più parti offertargli e caldeggiata>>.
Alternandosi dal podio, in una stessa serata, i due
schieramenti, inoltre, si sono confrontati attraverso due
comizi nel corso dei quali sono intervenuti Alessia De
Pasquale e Carmela Bonarrigo (lista “Arcobaleno”) e Orlando
Fazzolari e Guglielmo Rositani (lista “Asso di coppe”).
Tutti, nei limiti di tempo disponibili hanno cercato di
illustrare i loro programmi e le possibili soluzioni alle
tante problematiche che affliggono il territorio. Tanti i
temi trattati (agricoltura, progetti per l’occupazione,
piano regolatore, servizi sociali ecc.) e tanti quelli che
gli oratori si sono riproposti di trattare in futuro. Da
evidenziare che in quest’ultima performance, gli
interlocutori, pur riservando ai rispettivi avversari
politici qualche “stilettata” e qualche allusione più o meno
provocatoria, hanno usato toni abbastanza “soft”.